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Rassegna stampa di Franco Zeffirelli

Franco Zeffirelli (Gian Franco Corsi Zeffirelli) è un attore italiano, regista, scrittore, sceneggiatore, scenografo, assistente alla regia, è nato il 12 febbraio 1923 a Firenze (Italia) ed è morto il 15 giugno 2019 all'età di 96 anni a Roma (Italia).

A CURA DELLA REDAZIONE
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Diplomato all'Accademia di Belle Arti, studiò architettura all'Università di Firenze e, dopo esperienze prima presso Radio Firenze (dal 1946) e poi teatrali semiamatoriali, esordì al cinema nel 1947 come attore in L'onorevole Angelina di L. Zampa. Prese poi a collaborare con L. Visconti ( La terra trema, 1948) firmando le scene di tre spettacoli rimasti famosi: Un tram che si chiama Desiderio di T. Williams (1948), Troilo e Cressida di Shakespeare (1949) e Le tre sorelle di Cechov (1952).

L'affermazione nella regia lirica
Affermatosi successivamente nella regia lirica (dal 1953 con Cenerentola di Rossini alla Scala di Milano), in Italia e all'estero, ha spesso realizzato anche le scenografie dei propri spettacoli (che talora ha affidato a collaboratori come L. De Nobili, P. L. Pizzi, B. Brichetto). Tra le sue regie liriche più note sono da citare L'elisir d'amore e Il Turco in Italia (Milano, Teatro alla Scala, 1955), Falstaff (Amsterdam, 1956), La Traviata (Dallas, 1958 con M. Callas), Lucia di Lammermoor, Cavalleria rusticana e I Pagliacci (Londra, 1959), Bohème e Aida (Milano, Teatro alla Scala, 1963), Tosca (Londra, 1964), Norma (Parigi, 1964), Un ballo in maschera (Milano, Teatro alla Scala, 1973), Otello (Milano, Teatro alla Scala, 1976), Turandot (Arena di Verona, 1983). Per il teatro di prosa si ricorda un Romeo e Giulietta da lui allestito nel 1960 a Londra (e qualche anno dopo in Italia). Altri spettacoli importanti sulle scene italiane Chi ha paura di Virginia Woolf?di E. Albee e Dopo la caduta di A. Miller, su quelle inglesi Otello a Stratford con J. Gielgud, Molto rumore per nulla e Sabato domenica e lunedì di E. De Filippo al National Theatre; su quelle francesi Lorenzaccio alla Comédie-Française.

RACHEL DONADIO
The New York Times

Few Italians since Fellini have had such an impact in the United States as Franco Zeffirelli, from his flower-child-era film of “Romeo and Juliet” to his opulent productions at the Metropolitan Opera.
As he himself is the first to note: “I am very much loved,” Mr. Zeffirelli said matter-of-factly in a recent conversation. “Eleven top productions at the Met.”
Mr. Zeffirelli — or the maestro, as he is known — is 86 now, but his face looks decades younger, and his eyes still have a mischievous glint. On a sweltering recent afternoon, he held court on the veranda of his villa on the Appian Way, now an Elysian Field for the heroes of the dolce vita years. Several well-groomed dogs milled about, barking. Across the lush garden, guests lounged in the cabana by the pool.
For decades, his films — including “The Taming of the Shrew” (1967), with Elizabeth Taylor and Richard Burton, and “Hamlet” (1990), starring Mel Gibson — have helped make Shakespeare accessible, while his productions of “La Bohème,” “La Traviata” and other Italian operas have kept audiences coming to the Met, which in 2008 honored him with a gala.
Critics, however, have routinely panned his work as “tawdry,” “inflated” and “elephantine,” saying his elaborate sets dwarf the singers. Donal Henahan of The New York Times once referred to Mr. Zeffirelli’s career as “one of the great excess stories of our time.” The Met has replaced some of his productions in recent years, including “Tosca.” A new version directed by Luc Bondy will open the Met’s season this fall.

RAI INTERNATIONAL

Si diploma all'Accademia di Belle Arti di Firenze e, dopo aver frequentato architettura, s'interessa di prosa lavorando a Radio Firenze (1946). Debutta nel cinema nel 1947, interpretando il ruolo di Filippo Garrone ne L'onorevole Angelina di Luigi Zampa ed assistendo Luchino Visconti sul set de La terra trema; esordisce come regista teatrale due anni dopo con Lulù, ed in seguito si dedica con notevole successo alla regia di opere liriche, attività che svolge con continuità. Il primo film da lui diretto - dopo esser stato aiuto di Pietrangeli per Il sole negli occhi (1953) e Lo scapolo (1956), nuovamente di Visconti per Senso (1954) - è Camping (1958), una commedia di sentimenti piuttosto convenzionale; più personale egli sarà ne La bisbetica domata (1967) ed in Romeo e Giulietta (1968), brillanti trascrizioni shakespeariane realizzate con notevole gusto e sorvegliata eleganza figurativa. All'insegna dell'oleografia e del manierismo sono invece i successivi Fratello sole, sorella luna (1971) ed il kolossal televisivo Gesù di Nazareth (1977); il remake di The champ, diretto nel 1979, indulge ad un'eccessiva furbizia nell'esazione della lacrima, mentre il melodrammatico Amore senza fine (1981) risulta, nel suo manifesto kitsch, sufficientemente godibile. Rigoroso nella trasposizione schermica de La Traviata (1982), più corrivo in quella di Otello (1986), Zeffirelli incappa in un autentico infortunio con il risibile e gigionesco Il giovane Toscanini (1988), parzialmente riscattato da un Hamlet (1990) contraddistinto da una fisicità ed un vigore inusuali nelle scelte di Zeffirelli. Infine, Storia di una capinera (1993) smorza ed annacqua il vigore della pagina verghiana, mentre la trasposizione del brontiano Jane Eyre (1995) va ascritta al novero delle cose sue più riuscite. Il suo ultimo film è Un tè con Mussolini.

Courtesy of RAI International

BARBARA PALOMBELLI

Franco Zeffirelli sta per arrivare. Un cameriere mi avverte che è in giro per casa con i frati di San Tarcisio per la benedizione di Pasqua. Lo aspetto nell'immenso salone della sua villa sull'Appia Antica, luogo simbolo del successo, quello vero, eterno come le rovine e i ruderi che s'intravedono sullo sfondo del giardino. Alle pareti, una collezione di stampe antiche, una copia perfetta della Monna Lisa di Leonardo, sui tavoli tante foto in bianco e nero, incorniciate in argento: il Maestro, come lo chiamano tutti, è ritratto con Lawrence Olivier, con Rina Morelli e Paolo Stoppa, Franca Valeri scrive una dedica ironica, Brooke Shields e le gemelle Kessler sembrano coetanee, miracoli della fotografia, riesce a ridare come fosse vivo Luchino Visconti, a rendere contemporanei tutti i grandi del teatro e dell'Opera. C'è uno Sting bellissimo e giovanissimo, c'è poi uno spazio a parte per Lei, Elizabeth, la Regina. Con Lei, il Maestro ha un rapporto speciale, ricambiato. Al banchetto di Stato del 15 marzo scorso, dopo il saluto a Ciampi e signora, Elizabeth lo ha elevato al ruolo di un dio che con la sua presenza rende sacri i palcoscenici, «oggi nel Regno Unito siamo ammiratori entusiasti della cultura italiana, della moda italiana e del cibo italiano. I nostri teatri dell'opera sono stati benedetti dalle produzioni del leggendario Franco Zeffirelli...». Il leggendario arriva, seguito dai due frati e un gruppetto di cani trovatelli e traballanti – èper colpa loro che i divani di pelle sono ricoperti con drappi e stoffe.

GIAN PIERO BRUNETTA

Lungo la strada aperta da Visconti, e là dove Castellani fallisce perché si volge indietro e non accetta di cavalcare la produzione e di assecondarne i movimenti, come fa De Sica, si muove invece Franco Zeffirelli, che, dopo esordi al limite dell'anonimato negli anni Cinquanta, decide di lavorare per il cinema utilizzando la sua esperienza professionale maturata come aiuto regista di Visconti ai tempi di La terra trema, Bellissima e Senso e come regista teatrale e d'opera lirica di grande successo internazionale dagli anni Cinquanta.
Della lezione di Visconti rimane indubbiamente in Zeffirelli il gusto per lo sfarzo della messa in scena e per il rigore con cui lo spettacolo è dominato, e, da ultimo, la scelta molto tradizionale di costruzione scenografica e concezione recitativa. Come Visconti anche a Zeffirelli interessa soprattutto approfondire un'idea classica di regia e di direzione d'attori che possa egualmente funzionare per lo schermo e il palcoscenico e che si fonda su un'ottimizzazione di tutti gli elementi dello spettacolo, dalle scenografie, ai costumi, alla recitazione, all'illuminazione alla costruzione visiva della scena.

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Nato a Firenze nel 1923, il regista si è spento nella sua casa di Roma. Ha dedicato un'intera vita alle sue...
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