Esordisce nel 1976 con Bianco e nero a colori (1976) che vince l'Oscar per la migliore pellicola straniera. Si tratta di un cinico apologo sul colonialismo europeo in Africa e brilla per originalità. La sua carriera prosegue con Il sostituto (1978), film ambientato nel mondo del calcio, La guerra del fuoco (1981) strambo film antropologico girato in mezzo mondo e vincitore di un Oscar per il miglior trucco. Nel 1986 il regista porta sullo schermo il best seller di Umberto Eco Il nome della rosa (1986): il film è uno straordinario successo anche grazie alla bravura di Sean Connery. Due anni dopo è la volta de L'orso (1988), film naturalista di marcato stampo disneyano, caratterizzato dalla quasi assenza di attori e oggetto di critiche a causa delle numerose inesattezze riscontrate da animalisti e ambientalisti. Nel 1991 è la volta di un'altra trasposizione da romanzo, L'amante (1991) da Marguerite Duras. Il film non ottiene un grande successo nonostante la, forse troppo, raffinata messa in scena e l'accentuato erotismo a confronto del romanzo della Duras che, infatti, non ha molto apprezzato. Il successivo Wings of Courage (1995) è invece girato in formato imax, una particolare tecnologia presente in apposite sale cinematografiche che permette, letteralmente, di avvolgere lo spettatore. Queste sale sono presenti in tutto il mondo tranne che in Italia (caso strano...). Amante delle storie ad ampio respiro, possibilmente girate in condizioni difficili, dirige Sette anni in Tibet (1999) - dove le montagne asiatiche sono invece in Argentina - che ha un discreto successo al botteghino e che permette, soprattutto, al pubblico femminile di ammirare bei paesaggi e un bel Brad Pitt. Nel 2001 gira Il nemico alle porte, tratto dal romanzo di William Craig, che racconta la vera storia del cecchino russo, Vassili Zaitsev, durante lo battaglia di Stalingrado durante la seconda guerra mondiale. Spettacolare e ben recitato è uno dei migliori film di guerra di sempre.
