•  
  •  
  •  
Apri le opzioni

Rassegna stampa di Sergio Citti

Sergio Citti è un attore italiano, regista, scrittore, sceneggiatore, co-sceneggiatore, assistente alla regia, è nato il 30 maggio 1933 a Roma (Italia) ed è morto il 11 ottobre 2005 all'età di 72 anni ad Ostia (Italia).

ALDO FITTANTE
Film TV

Lo stereotipo, che quasi sempre si ferma alla prima facile lettura, vuole che sia Pier Paolo Pasolini il padre spirituale della Famiglia Citti, Franco e Sergio, attore feticcio il primo e aiuto assistente e cineasta il secondo di una poetica borgatara che fulminò le degradate ma vitalissime periferie romane negli anni ‘50 e ‘6o. L’assioma è vero solo in parte, perché se Citti è diventato regista dopo gli incontri e le esperienze pasoliniane, Pasolini ha cominciato a occuparsi di quel mondo dopo gli incontri e le esperienze cittiane. Un’osmosi dunque, partita dalla curiosità che i due universi, così vicini e così lontani, ricercarono con spavalda allegria, tra una riflessione sui destini sottoproletari e una grande abbuffata di cibo e di sesso, tra sensibilità poetiche e un naturalismo mai forzato, purissimo e oggettivo. Quando si pensa al cinema di Pasolini vengono subito in mente tre figure, tre emblemi, tre simboli, tre punti fermi: Franco e Sergio Citti e Ninetto Davoli. I corpi e le anime del Pasolini che con Accattone chiuse la trilogia sulle borgate romane cominciata con il romanzo Ragazzi di vita e proseguita con Una vita violenta, aprendo i suoi occhi su un pianeta che diventerà patria ragione e sentimento e finanche morte. Sergio Citti, in questa formazione fu fondamentale. La sua primordiale saggezza si mischiò con la profondissima consapevolezza del suo maestro. E il primo risultato si chiama Ostia (1970), folgorante esordio nella regia di Sergio Citti, un film che riesce - ancora oggi - a non farsi plagiare dall’ingombrante peso del pensiero pasoliniano. Tre anni dopo fu la volta di Storie scellerate, che pare una sorta di post scriptum/integrazione della “trilogia della vita” di Pasolini. Del 1977 è invece Casotto, il film più conosciuto di Citti, non foss’altro per un cast che a rileggerlo mette sempre i brividi: Jodie Foster (!) e Michele Placido, Gigi Proietti e Paolo Stoppa, Anna e Mariangela Melato, Catherine Deneuve e l’immancabile Ninetto. Una pellicola incredibile, che guarda la vita, il mondo e il cinema da una cabina di una spiaggia libera. Tra le virtù di Citti c’era senz’altro quella di trasformare il cronico poverismo causato da budget vergognosi in creatività e poesia. Per questo i grandi attori non respingevano mai le sue proposte. E così, dopo il fragoroso cast di Casotto, ecco Vittorio Gassman e Philippe Noiret suonatori ambulanti in Due pezzi di pane (1978), Roberto Benigni e Giorgio Gaber nella cinica parabola sulla fame intitolata Il minestrone (1981) e ancora un altro cast ricco e variegato (di nuovo Gassman e la Melato e Malcolm McDowell, Alvaro Vitali, Andy Luotto, Carol Alt; Nino Frassica, Aldo Giuffré...) per Mortaci (1989), ovvero i morti che guardano l’aldilà da una terra notturna e lunatica, che ha mal di denti e che si lamenta, ma solo per dar fastidio ai vivi. Nacque da un soggetto di Pasolini (Pomo Teo Kolossal) un altro capolavoro cittiano, Magi randagi (1986), con Silvio Orlando e Patrick Bauchau, Gastone Moschin e i fedelissimi Davoli, Franco Citti e Laura Betti, storia di saltimbanchi (e) circensi che seguono una cometa, la solita e necessaria utopia. L’ultima parte del percorso cinematografico di Sergio è quasi inedito, nel senso che sia l’episodio girato per Esercizi di stile (Anche i cani ci guardano, 1996), sia Cartoni animati (1998), sia Vipera (2001), sia Fratella e sordo (2004) sono stati mal distribuiti o non distribuiti affatto. Senza dimenticare lo straordinario Sogni e bisogni televisivo (1985), i dialoghi di Brutti, sporchi e cattivi (i~6) di Scola e le co-sceneggiature di Salò e Accattone per Pasolini e La commare secca per Bernardo Bertolucci. Poesie in forma di (p)rose ruvide eppure capaci di distillare gocce d’infinita dolcezza. Sergio Citti, insomma, è stato un autore senza la volontà di esserlo, un antitaliano vero, un fratello di un altro pianeta, un cittadino del (suo) mondo. Che guardava e fumava. Fumava e s’incazzava. Scrutando gli orizzonti senza vantarsi. Se non della sua orgogliosa disparità d’intenti.

Vai alla home di MYmovies.it »
Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | Serie TV | Dvd | Stasera in Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | TROVASTREAMING
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati