Laureato in Ingegneria, si dedicò per alcuni anni al giornalismo, fondando con Luciano Doria un famoso quindicinale di cinema e di teatro, il Fortunio. Nel 1923, sempre in collaborazione con Doria, esordì come regista dirigendo il film Viaggio nell'impossibile. Il soggiorno in Italia fu tuttavia di breve durata, a causa della gravissima crisi che aveva travolto l'industria cinematografica nazionale; perciò Malasomma si recò in Germania, portando con sé gli attori-atleti Luciano Albertini e Carlo Aldini. Qui ottenne un certo successo con i due film La grande conquista e Legione bianca. Rientrato in Italia con l'avvento del cinema "sonoro", nel decennio 1930-1940 diresse parecchi film, per lo più di genere sentimentale e brillante, ottenendo un discreto successo di pubblico anche grazie ad attori come De Sica, Gandusio, Falconi, Nazzari. Negli anni del dopoguerra le occasioni di lavoro si fecero più rare; tuttavia, meritano di essere ricordati almeno due film di questo periodo: Il diavolo bianco (1947) con Rossano Brazzi e Il diavolo in convento (1950), che contiene una delle rare interpretazioni cinematografiche dell'attore teatrale genovese Gilberto Govi. Ormai anziano, Malasomma diresse nel 1961 La rivolta degli schiavi, un film pseudo-storico del genere peplum, a cui si aggiunse, nel 1967, lo spaghetti-western Quindici forche per un assassino.
