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Rassegna stampa di Luigi Comencini

Luigi Comencini è un attore italiano, regista, scrittore, sceneggiatore, co-sceneggiatore, assistente alla regia, è nato il 8 giugno 1916 a Salò (Italia) ed è morto il 6 aprile 2007 all'età di 90 anni a Roma (Italia).

GABRIELLA GALLOZZI
L'Unità

«Per cosa voglio ricordare mio padre? Per avere formato intere generazioni di spettatori e cittadini, perché il suo cinema, anche se in maniera indiretta, è stato un cinema di grande impegno. Un cinema educativo nel senso più forte del termine». Quante generazioni hanno pianto davanti aL'incompreso o si sono lasciate incantare dal Pinocchio televisivo? Comencini ha cominciato prestissimo a girare film che parlano di ragazzi: dal primissimo Proibito rubare (1948), sulla difficile vita degli scugnizzi napoletani, a La finestra sul Luna Park (1956) in cui si racconta il tentativo di un padre emigrante di recuperare il rapporto col figlio, rimasto lontano per molto tempo. Il ragazzo, ormai, nei confronti del genitore ha un rapporto freddo e distaccato, mentre è legato da profondo affetto allo stracciaiolo del paese che ha sostituito il padre durante la lunga assenza.

GIAN LUIGI RONDI
Il Tempo

All'epoca in cui il neorealismo era soltanto nero, Luigi Comencini realizzò il primo film di una serie che doveva avere particolare fortuna: Pane, amore e fantasia.
Era un'opera schietta, direttamente espressa dalla cornice rurale cui si affidava, pervasa di ilarità e di sentimento secondo la più onesta tradizione italiana. In seguito, indulgendo ai temi comici, sembrò scadere nella farsa con I mariti in città, ma si riprese interpretando, in chiave ironica e con un certo risentimento polemico, i fatti dell'8 settembre in Tutti a casa: un film solo in apparenza caricatura, in realtà pervaso da note umane di un certo vigore; e narrato con un linguaggio dignitoso ed asciutto, per nulla incline all'immagine convenzionale.

FERNALDO DI GIAMMATTEO

Un onesto professionista. Ma non solo. La presenza di Comencini nel cinema italiano significa molte cose: è all'origine dell'unica, importante cineteca privata (la Cineteca Italiana, a Milano), sfiora il neorealismo senza mai affrontarlo esplicitamente, coltiva la commedia con uno sguardo attento alla società, allestisce strutture narrative sempre funzionanti e, soprattutto, si occupa con amorevole attenzione e grande sensibilità del mondo infantile. Per questo, può essere considerato una delle colonne del cinema nazionale del dopoguerra, nel quale s'installa con un documentario accorato e sobrio (Bambini in città , 1946), dopo aver interrotto gli studi di architettura ed aver esercitato la critica cinematografica. Ai problemi e alle inquietudini dell'infanzia tornerà più volte, e soprattutto in tre occasioni: La finestra sul Luna Park (1957), Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova veneziano (1969), delizioso quadretto di vita settecentesca, Voltati Eugenio (1980), troppo patetico per essere persuasivo, come il precedente ritratto infantile tratto da un romanzo assai noto di Florence Montgomery (Incompreso, 1967).

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