Esordì ancora bambina nel teatro dialettale napoletano, in cui, negli anni successivi, ebbe modo di porre in risalto le sue qualità di attrice comica e caricaturale, segnalandosi soprattutto nel periodo in cui lavorò nella compagnia dei fratelli De Filippo. Dopo avere esordito nel cinema «muto», vi lavorò anche dopo l'avvento del sonoro; ma negli anni che precedettero la seconda guerra mondiale la sua attività fu piuttosto sporadica. Al contrario, negli anni successivi alla fine del conflitto, la Pica si dedicò al cinema continuativamente, raccogliendo un lusinghiero successo di pubblico dopo le valide prove offerte, benché in ruoli di secondo piano, in Proibito rubare (1948, Luigi Comencini), in Filumena Marturano (1951, Eduardo De Filippo) e in Processo alla città (1952, Luigi Zampa). Tuttavia, il film che la rivelò al grande pubblico e alla critica e che segnò per lei l'inizio di uno straordinario successo popolare fu Pane, amore e fantasia (1953, Luigi Comencini), in cui delineò con straordinaria «vis comica» il personaggio dell'invadente domestica Caramella, la "carabiniera" al servizio del maresciallo impersonato da Vittorio De Sica. Due anni dopo, nel 1955, comparve nuovamente, questa volta al fianco di un grandissimo Totò, in Destinazione Piovarolo, nello spassoso ruolo di casellante e"ferroviera". Verso la fine degli anni '50, terminata la serie Pane, amore e..., sulla scia del vasto successo popolare incontrato, fu presente in numerosissimi film, soprattutto comico-leggeri; in parecchi di essi, costruiti appositamente per mettere in risalto le sue doti umoristiche, recitò in veste di protagonista. Tuttavia, in parecchi casi, si trattò di film piuttosto scadenti, ripetitivi e realizzati in fretta, esclusivamente in vista delle esigenze di cassetta; perciò trame e situazioni accentuarono sistematicamente i lati meno originali e più ripetitivi della sua comicità. Ciò finì con il determinare nel pubblico un certo senso di stanchezza, così che l'entusiasmo con cui erano state accolte le prime performances della Pica a poco a poco venne meno. Nonostante ciò, Tina Pica rappresentò per alcuni anni, con il suo diretto umorismo, la sua voce inconfondibile e il suo modo di recitare altrettanto personale, un intero settore della produzione cinematografica italiana, contribuendo all'affermazione in chiave comica del così detto «neorealismo rosa» e della «commedia all'italiana».
