Neri Marcorè è un attore italiano, regista, scrittore, sceneggiatore, è nato il 31 luglio 1966 ad Ascoli Piceno (Italia). Al cinema il 4 aprile 2024 con il film Zamora. Neri Marcorè ha oggi 57 anni ed è del segno zodiacale Leone.
Si candidò alle primarie per l'assemblea costituente dicendo: «Anche se dura un anno ne vale la pena». Oggi la politica resta un punto fermo. Mentre la carriera si muove: tra cinema, tv e il ritorno in teatro. In coppia con Luca Barbarossa.
Tra i primi personaggi presi di mira da Neri Marcorè a Stasera mi butto di Gigi Sabani c'era Luca Barbarossa. Era il 1990 e per l'attore marchigiano, a parte una puntata della Corrida nel 1988, quella trasmissione fu il vero debutto.
Barbarossa, a differenza di Luciano Ligabue che se l'è presa molto per la parodia di Una vita da mediano (trasformata in Una vita da prodiano) si divertì parecchio. «ll nostro rapporto di amicizia» dice Marcorè «è iniziato allora,
ma è grazie alle partite e agli allenamenti della nazionale, cantanti che abbiamo iniziato a frequentarci». È nato così, tra le chiacchiere da spogliatoio, lo spettacolo Attenti a quei due che il 19 marzo debutterà al Teatro Mancinelli di Orvieto (il 23 sarà all'Ambra Jovinelli di Roma) e toccherà le principali città italiane per chiudere i15 aprile al Teatro Puccini di Firenze.
Sul palco si alternano canzoni (quelle dell'ultimo album di Barbarossa Via delle storie infinite) e coeticità, con gli interventi di alcuni dei personaggi più celebri di Marcorè e il racconto dei retroscena della carriera di entrambi. A più di vent'anni dai «dilettanti allo sbaraglio» («Avevo fatto la domanda per avere tre giorni di licenza dal militare, ma mi chiamarono quando ero già in congedo»)
per Marcorè sono mesi davvero intensi. Ha appena finito di portare in teatro Un certo signor G. , un omaggio a Giorgio Gaber. È stato tra i protagonisti della fiction di RaiUno Tutti pazzi per amore. E, tra marzo e aprile, arrivano al cinema I mostri oggi di Enrico Oldoini (dove, accanto a Sabrina Ferilli, interpreta il ruolo di un cameriere d'albergo che spende il denaro che non ha per essere simile ai ricconi che frequentano l'hotel) e Gli amici del bar Margherita di Pupi Avati (dove è Bep, innamorato delle entraîneuse Marcella, interpretata da Laura Chiatti). Non mancano poi le incursioni a Parla con me di Serena Dandini, il suo vero pigmalione. «Quando ho fatto il primo provino con lei» ricorda l'attore «non la conoscevo personalmente. Avevo visto i suoi progran-uni, da Avanzi a Tunnel, e pensavo che eravamo sulla stessa lunghezza d'onda. Serena stava preparando il cast di Producer e, anche se le serviva solo uno speaker, capi subito le mie potenzialità comiche e mi scelse. Lavoriamo ancora insieme perché continuiamo a divertirci». E così nascono anche le nuove imitazioni. «Quando abbiamo due ore di tempo ci sediamo a un tavolo e ci diciamo: `Oggi a chi tocca?"».
Il Marcorè comico, quello dei Maurizio Gasparri che non ha letto la legge che porta il suo nome perché è scritta fitta fitta ed è senza figure, lascia sempre più spazio al Marcorè drammatico impegnato in ruoli «seri», come nella miniserie Rai su papa Lucìani. Ma possibile che in Italia non si è davvero attori se non si fanno parti drammatíclìe «Per me questa differenza non esiste. I.Amportante è che i personaggi siano scritti bene, che non siano banali e monodimensionali. Avatj quando mi ha chiamato per recitare in Il cuore altrove, ha avuto coraggio perché io, fino ad allora, avevo fatto solo commedie. Ma coraggio ce l'ha avuto anche Rìccardo Milani che mi ha voluto nel ruolo di Michele in Tutti pazzi per amore. Io stesso non avrei mai pensato di entrare nei panni di un uomo che prende e lascia la sua donna».
A Marcorè non si può però chiedere se in gioventù (ora è sposato e ha tre figli) è stato anche lui un seduttore come il personaggio della fiction. Si chiude a riccio e alza un muro. «Come sono nella vita privata» dice «lo sanno le persone che mi stanno accanto. Non credo dì ottenere maggiore popolarità se mi faccio fotografare in costume da bagno o abbracciato ai miei figli. Il quadretto rassicurante della famiglia felice non mi interessa». Ma lui con quella faccia da buono, fa mai di pensieri cattivi? «Cattivissimi direi. L'oscurantismo di questo periodo ci sta facendo ripiombare in pieno Medioevo. Il berlusconismo sta seminando la percezione che per sopravvivere bisogna essere furbi e approfittarsi degli altri. È come una petroliera che continua a scaricare greggio in mare e non sai quanti anni ci vorranno per ripulire tutto».
La politica per Marcorè non è però solo l'obiettivo preferito della sua satira: è anche, come si sarebbe detto un tempo, militanza. Nel 2008 infatti si è candidato alle primarie per l'assemblea costituente del Pd. In quell'occasione disse: «Anche se dura un anno, ne vale la pena». E, come una profezia, giusto dodici mesi dopo Walter Veltroni si è dimesso. «Non credo» sorride «di essere stato io a portare sfiga. Nel Pd è ancora troppo forte l'area cattolica rappresentata da Paola Binetti, che più che una ricchezza si è rivelata un freno alla crescita del partito. Sono disilluso e preoccupato perché non vedo volti nuovi che possano sostituire Veltroni». Non resta che la satira, con Roberto Benigni che riceve un'ovazione quando dal palco di Sanremo invita il premier a fuggire lontano per diventare un vero mito. «Non facciamoci illusioni» dice Marcorè, «ridono tutti e tutti lo applaudono, ma poi continuano a votare Silvio Berlusconi».
Da Il Venerdì di Repubblica, 6 marzo 2009