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Rassegna stampa di Samantha Morton

Samantha Morton è un'attrice inglese, co-produttrice, è nata il 13 maggio 1977 a Nottingham (Gran Bretagna). Samantha Morton ha oggi 46 anni ed è del segno zodiacale Toro.

SIMONETTA ROBIONY
La Stampa

A vederla Samantha Morton sembra un bambolotto di celluloide di quelli che venivano fabbricati nel Dopoguerra e le bambine si divertivano a spogliare: fronte bombata, bocca all’insù,occhi enormi azzurri e spalancati, capelli corti. cortissimi, come disegnati sulla testa, e poi braccia con muscoletti ben in mostra, pomo sporgente, mani a dita aperte.
BelIa? No Samantha Morton non è bella, neanche nella contemporanea versione di bellezza disarmomca. Ma vitale mobile, mutevole perfino sensuale. Certo brava. Anzi bravissima. Non è un caso che a ventisei anni di età, pochi, ha già avuto una candidatura all’Oscar (nel 1999) per Accordi e disaccordi di Woody Allen con Sean Penn, è stata scelta da Spielberg per il ruolo della cognitiva più umana di un umano in Minority Report e adesso è nuovamente in speranza di Oscar per In America,il film semiautografico dell’irlandese Jmm Sheridan, quello di Nel nome del padre, ha girato ispirandosi all’arrivo della sua famiglia negli Stati Uniti. Lei, In America, è il pilastro della famiglia, segnata dalla morte di un figlio che va negli Stati Uniti per ricominciare una nuova vita, marito irrigidito dal dolore cerca senza riuscirci di ricominciare a fare l’attore. Le due bambine meravigliosamente sensibili si adattano come possono alla nuova precarietà a cui sono costrette. Ma è lei, la madre, con il suo coraggio, a sostenere tutto inventando una atmosfera magica che trasforma la povertà in un incantesimo nel quale anche la nascita di un nuovo figlio appare un piccolo miracolo.

MAURO GERVASINI
Film TV

Dal Regno Unito, arriva Samantha Morton, attrice non ancora famosissima ma che proprio per la parte di Sarah in In America ha ricevuto la nomination all’Oscar come migliore protagonista. Negli Stati Uniti, a dire la verità, il primo momento di gloria l’aveva avuto nel 1999 con un’altra nomination “a sorpresa”, quella come non protagonista in Accordi & disaccordi di Woody Allen. Ricordate la lavandaia muta innamorata dei “più grande chitarrista del mondo” (se solo non fosse mai nato Django Reinhardt)? Tratti somatici e qualche efelide sul viso danno a Samantha dai rossi capelli un effettivo tocco irlandese (ma è nata a Nottingham da famiglia 100% british). Anzi, dall’aspetto sembra un elfo, sottolineano i suoi fan sui siti Internet. Il Signore degli Anelli non è però mai stato al suo orizzonte. La Morton, infatti, frequenta volentieri il cinema “impegnato” e si dice fiera di aver preso parte a piccole produzioni d’autore come Jesus’ Son, sottostimato film di Alison Maclean, o addirittura un Amos Gitai a denominazione d’origine controllata come Eden, dove è la compagna di un intellettuale ebreo che ancora crede alla convivenza tra israeliani e arabi in Terra Santa. L’incontro con Steven Spielberg coincide con la sua consacrazione internazionale.

ARIANNA FINOS
Il Venerdì di Repubblica

Mentre Samantha Morton parla gesticolando non si può fare a meno di fissarne le spalle piene che spuntano dalla camicetta rosa scollata. Per quelle braccia «troppo tornite» Bob Weinstein, boss della Miramax, l’ha fatta fuori dal kolossal di Terry Gilliam sui fratelli Grimm, di prossima uscita. Almeno questa è stata la motivazione ufficiale: «Ma quali braccia, il problema era il cervello: mi considerano troppo scomoda», spiega l’attrice inglese, 27 anni di vita e 15 di carriera, fama di carattere difficile ereditato da un passato difficile.
Che la preveggente del Minority Report dl Steven Spielberg, la ragazza muta dl Accordi e disaccordi di Woody Allen sia una persona di temperamento lo si capisce anche dal fatto che ha subito «rotto» con Tim Robbins, compagno di set del film Codice 46. Tra i due, notoriamente di sinistra e critici nei confronti dell’industria hollywoodiana, si sarebbe immaginato, invece, l’idillio perfetto, come succede ai protagonisti del futuristico film di Michael Winterbottom: in un mondo fatto di metropoli ricche blindate ai poveri lei è un’impiegata che ruba le chiavi elettroniche d’accesso per darle agli esclusi, lui è un ispettore capace di leggere nel pensiero, incaricato di scovarla. Tra i due, che si scoprirà donati dallo stesso Dna, nasce un amore orwellianamente impossibile che partorirà un finale amaro. «Come la protagonista del film, credo che il ricordo sofferto dell’amore perduto sia comunque meglio dell’oblio», racconta Samantha Morton, che sottolinea piuttosto la lettura politica del film: «Codice 46 ha un’ambientazione avveniristica ma la critica sociale resta quella tipica di Winterbottom: sperimentazione genetica, riduzione della libertà di espressione, controllo sociale, chiusura delle frontiere, anche se ambientate nella Shanghai del futuro sono problematiche in nuce nel Regno Unito di oggi». L’attrice di Nottingham, regina del cinema indipendente inglese, corteggiata e temuta da Hollywood, da anni ha sposato la causa dei senzatetto e dei ragazzini disagiati nelle metropoli britanniche. Arte e impegno sociale sono per lei un connubio naturale: «Ho capito quale doveva essere il mio cinema guardando Ladybird Ladybird di Ken Loach. Ho capito che volevo raccontare storie vere come quella della madre proletaria che lotta per l’affidamento dei quattro figli». Samantha ha sperimentato di persona le storture burocratiche del diritto di famiglia inglese: il padre si separò dalla madre dopo aver messo incinta la babysitter quindicenne, che poi sposò. L’uomo, cui Samantha fu affidata, la dava in custodia ad altre famiglie che per legge non potevano adottarla: «Quando le cose iniziavano ad andare bene con i nuovi genitori dovevo andarmene. È successo 16 volte in pochi anni», raccontò l’attrice. È seguita un’adolescenza di sbando e di sballo, di rave ed ecstasy: «Il punto più basso della mia vita», confessò una volta. Poi il dolore che le rivelazioni pubblicate sui tabloid suscitavano alla sua vera madre e i suoi otto fratelli, le ha fatto calare una cortina di ferro sul passato.

PRESSBOOK

Samantha Morton è considerata una delle migliori attrici della sua generazione e la sua carriera fino ad oggi l’ha portata a lavorare con alcuni dei più stimati registi del mondo tra cui ricordiamo Steven Spielberg e Woody Allen. La scelta di ruoli diversi e spesso difficili si riflette nella lista di premi ed onorificenze che ha ottenuto e che vanno dal Golden Globe a due candidature all’Oscar.

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