Anna Karina (Hanne Karin Blarke Bayer) nasce a Copenaghen il 22 settembre 1940. La madre, Elva Timmann, è costumista teatrale. La sua carriera nel mondo dello spettacolo inizia in Danimarca, dove Anna, che interrompe gli studi a 14 anni, fa esperienza come cantante di cabaret, modella e attrice per pubblicità e cortometraggi. Scoperta per strada, recita per la prima volta nel 1958 in La fille avec ses chaussures, un cortometraggio danese che sarà premiato a Cannes. Poco dopo si trasferisce a Parigi. L'agenzia Publicis la nota e la fa posare per la copertina del settimanale Jours de France: diventa indossatrice per Pierre Cardin. Incontra Coco Chanel, che le cambia il nome in Anna Karina. Sono i primi passi che di lì a poco la porteranno a diventare una delle muse del movimento francese della Nuovelle Vague, che userà la sua bellezza anticonvenzionale, la sua spontaneità recitativa e il suo fascino misterioso per alcuni dei film che sono passati alla storia del cinema francese. Nel 1959 conosce Jean-Luc Godard, all'epoca critico dei Cahiers du Cinema. Si presenta al casting per Fino all'ultimo respiro, il primo lungometraggio del regista, che diverrà poi il film manifesto della Nouvelle Vague insieme ai Quattrocento colpi di François Truffaut. Godard le offre una piccola parte che prevede una scena di nudo e Anna rifiuta. Le rinnova la proposta, offrendole un ruolo secondario nel suo film successivo, Le Petit soldat, e stavolta lei non si tira indietro. Di lì a poco i due vanno a vivere insieme. Si sposano nel 1961, dando inizio a uno dei sodalizi cinematografici e sentimentali più produttivi della storia del cinema, che durerà sei anni e porterà alla realizzazione di sette film. Alla rottura del loro legame girano insieme un'ultima pellicola, Made in Usa, per poi dividersi definitivamente anche sul set: Godard trova una nuova musa in Anne Wiazemski, la cui somiglianza con la Karina è tutt'altro che vaga, e Anna, che prosegue la sua carriera cinematografica con registi di fama internazionale, si sposa altre tre volte, con altri registi francesi (Pierre Fabre, Daniel Georges Duval, Denis Berry). L'attrice danese non è apprezzata solo da Godard: anche i suoi colleghi Agnès Varda, Jacques Rivette e Eric Rohmer la fanno recitare, e anche Tony Richardson, esponente del Free Cinema inglese, movimento cinematografico di rottura rispetto alla tradizione contemporaneo alla Nouvelle Vague, le offre una parte per un suo film, In fondo al buio, del 1968. Lo stesso accade per l'iconoclasta Reiner-Werner Fassbinder, che la vuole in Roulette Cinese nel 1976 e per il belga André Delvaux, interprete del "realismo magico" che la trasfigura fino a renderla eterea. Tra le sue ultime apparizioni, quella nel film The dreamers di Bernardo Bertolucci, che rievoca esplicitamente l'atmosfera della Nouvelle Vague e cita apertamente una sequenza di Bande à parte di Godard, di cui Anna Karina era stata protagonista.