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Rassegna stampa di Lucas Belvaux

Lucas Belvaux è un attore belga, regista, sceneggiatore, è nato il 14 novembre 1961 a Namur (Belgio). Lucas Belvaux ha oggi 62 anni ed è del segno zodiacale Scorpione.

ALDO TASSONE
MYmovies.it

«Sono nato a Namur. Non so cosa ci sia in me di specificamente belga, però non sono francese, mi sento come a cavallo di due culture. Se volete mi sento un provinciale. Lasciare la provincia per andare in città rappresenta sempre un grande sforzo...». Il belga-francese Lucas Belvaux (Namur, 1961) scopre il cinema a scuola: il padre, amministratore di un collegio, programma un film tutte le settimane: «Erano film di genere, western, commedie, gialli» ricorda Lucas, «ai film di cassetta si alternavano i classici, l'idea di diventare attore mi venne molto presto, anche se non posso certo definirmi un cinefilo stile Cahiers du Cinéma. L'idea di fare il regista mi venne solo dopoché cominciai a fare l'attore, prima non ci avevo mai pensato».
A Parigi a diciassette anni, Lucas segue dei corsi di teatro, e quasi subito si trova su un set: Boisset (Allons s'enfants), Goretta (La mort de Mario Ricci) Losey (La truite), Rivette (Hurlevent), Assayas (Désordre). «Curiosamente mi hanno affidato dei ruoli di protagonista fin dai primi film» ricorda Belvaux «a parte una breve comparsa nel film di Losey. Debbo riconoscere che erano tutti dei ruoli interessanti. In genere ho lavorato con dei registi congeniali. Il più impressionante fu forse Rivette, era molto stressato anche a causa della malattia di Truffaut. Per Rivette è molto importante il momento delle riprese, dunque punta tutto su quel momento capitale e non è sempre necessariamente facile per l'attore. Subito dopo sono entrato nella famiglia Chabrol, e fu un cambiamento radicale: Claude è molto cordiale, diretto, ti mette subito in confidenza. Sa perfettamente quello che vuole, prende per mano gli attori e li conduce dove vuole senza però dare mai l'impressione di "dirigere". Anche quando fa dei piani sequenza (la specialità di Rivette) tutto diventa facile perché ti spiega con grande chiarezza come girerà la scena: anche se il piano sequenza è complicato da realizzare, non c'è sul set nessuna angoscia. Come riesca a padroneggiare la tensione è un miracolo. Con Chabrol ho fatto due film: Poulet au vinaigre (1985) e sei anni più tardi Madame Bovary (1990). È stata un'esperienza molto importante per me».

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