A Rochelle di Tom Furniss, originale storia di perdita e di rinascita, il premio al miglior cortometraggio. GUARDA I CORTI SU MYMOVIEONE ANCORA PER OGGI.
Si è svolta sabato 7 giugno al Piccolo Teatro Strehler la cerimonia di premiazione della prima edizione del Milano Film Fest, il festival con la direzione artistica di Claudio Santamaria. Ai vincitori è stata consegnata l’opera realizzata dall’artista Elena Salmistraro e da ADI Design Museum, che lega il cinema e le arti in un’unica visione.
Il film Aimer Perdre dei fratelli Lenny e Harpo Guit (Belgio, Francia, 2024), ritratto di una vita precaria fuori dagli schemi e dentro il gioco d’azzardo nel personaggio dell’anti-eroina Armande Pigeon, e Rochelle di Tom Furniss (Nuova Zelanda, 2024), storia originale e adrenalinica di perdita e rinascita in un rapporto d’amicizia mai finito, vincono rispettivamente i premi come miglior lungometraggio e miglior cortometraggio del Milano Film Fest edizione 2025.
La giuria del concorso lungometraggi ha inoltre deciso di assegnare una menzione speciale a Girls on Wire di Vivian Qu (Cina, 2025), thriller che intreccia viaggio interiore e dichiarazione d’amore per il cinema, che sfida e fonde i generi (dal gangster movie alla commedia), con la seguente motivazione: “Per l’efficacia di una narrazione che si muove su due diverse linee temporali e la forza del racconto metacinematografico, che ci mostra sequenze splendide interpretate con intensità dalla protagonista Haoucun Liu”.
La giuria dei cortometraggi ha deciso di assegnare due riconoscimenti speciali.
Il Gran Premio della Giuria va a Spine di Kristina Panova (Russia, 2024), il ritratto di un medico carcerario costretto a fare i conti con un dilemma morale, con la seguente motivazione: “Per aver saputo raccontare, con profondissima forza emotiva, la tragedia silenziosa della responsabilità. Spine non cerca eroi né colpevoli, ma si insinua nello spazio grigio in cui spesso si rifugia la coscienza di chi sceglie di non scegliere. Il protagonista non è né vittima né carnefice: è un uomo qualunque, uno spettatore che diventa complice nel momento in cui decide di guardare altrove. Il cortometraggio ci trascina con lucidità e dolore in una spirale in cui la speranza si scontra con la brutalità del reale, mettendoci davanti a una domanda scomoda e attualissima: quanto pesa il silenzio di chi assiste e tace? Con uno sguardo asciutto ma profondamente umano, Spine mette lo spettatore davanti al tormento di chi non ha avuto il coraggio di fermare l’ingiustizia — e al prezzo che questa scelta richiede.”
La Menzione Speciale va a È successo di Ezio Maisto (Italia, 2024), il documentario che indaga l’adolescenza di oggi seguendo un gruppo di giovani napoletani alle prese con un corso di recitazione, con la seguente motivazione: “Ai ragazzi, che attraverso il rito teatrale – non solo gioco, ma iniziazione – trovano un linguaggio per esprimere parti di sé che, altrimenti, sarebbero rimaste silenziose. Nonostante un apparente approccio istituzionale, il documentario sorprende grazie alla forza emotiva dei suoi giovani protagonisti, la cui genuinità e innocenza diventano strumenti di racconto e verità. Anche gli adulti, accompagnando il loro processo all’inseguimento dei propri sogni, sono chiamati a rivedere certezze, a mettersi in discussione, abbandonando stereotipi e aspettative.”