L'unico film italiano presentato al Tokyo Film Festival è Nevia, esordio alla regia e alla sceneggiatura di Nunzia De Stefano, che racconta in forma romanzata la storia personale dell'autrice, cresciuta in condizioni difficili, in un container dopo il terremoto del 1980, e uscita dall'empasse grazie all'incontro con il circo.
L'accoglienza a Tokyo è stata davvero incisiva, un giornalista locale ha definito Nevia "meraviglioso e poetico", e il pubblico in sala è rimasto affascinato:

Appena entrata in sala ho visto tante facce silenziose e mi sono preoccupata. Poi invece li ho visti reagire di pancia, di sentimento. E alla fine hanno fatto domande pertinenti. Si concentravano sulla storia, sulla scelta del luogo, forse perché non immaginano che in Italia esistano ancora posti così. Dunque si domandavano se fosse realtà o finzione. Eravamo in un Paese straniero, con una cultura molto diversa dalla nostra. E invece hanno colto benissimo tutte le sfumature del film, anche a livello emozionale.

Virginia Apicella, la giovanissima interprete nel ruolo di Nevia, racconta come è stata scoperta: "Una sera al Salone Margherita di Napoli ho partecipato a uno spettacolo di tessuto aereo, un'arte circense: due teli appesi sotto al soffitto ad altezza molto elevata, io mi ci arrampico sopra e faccio acrobazie. Quella sera in sala c'era Adele Gallo, la casting director. Nunzia le aveva detto di andare a vedere tutti i saggi e gli spettacoli per cercare la protagonista del suo film, e quando è iniziato il mio spettacolo ha cominciato a fotografarmi e a mandare gli scatti a Nunzia".

"E io ho detto ad Adele di farle subito un'intervista", continua Nunzia De Stefano. "Dopo un paio di giorni mi è arrivata la sua videointervista e io, che sono molto istintiva, ho sentito i brividi mentre lei raccontava la sua vita. Ho detto subito: è lei. Caratterialmente io e Virginia ci siamo ritrovate, ci apparteniamo, siamo uguali nel carattere, nella forza. Quando siamo insieme siamo un tutt'uno, una simbiosi, ci capiamo al volo. Quando Virginia ha letto la sceneggiatura mi ha detto: "Oddio, ma l'hai scritta su di me? Non ci posso credere!" È stata tutta una magia".

Soprattutto per Virginia. "Non avevo mai pensato di fare l'attrice. Ma ho scoperto che mi piace e adesso sono molto concentrata nella promozione di Nevia, è un'avventura che sto ancora vivendo e che ricorderò per sempre. E voglio continuare. Prima di fare questo film ero riservata, silenziosa. Sul set ho dovuto fare uscire fuori una parte di me che non sapevo di avere: la vera me. L'ho esternata, mi sono aperta e adesso riesco a dire tutto quello che penso, senza più timidezza. Nunzia mi ha dato tutta la fiducia, che ho ricambiato con tutta la fiducia che avevo: e io non mi fido facilmente delle persone. Per me oggi lei è come una seconda madre".

"E per me Virginia è come la mia terza figlia", le fa eco Nunzia. "Ha un buon rapporto con mia figlia, che ha la sua stessa età, chiama nonna mia madre. Si è creata un'unica famiglia. Con lei c'è stata un'alchimia, qualcosa di forte. Quando giravamo sentivo quando lei non stava bene".

Per Nunzia De Stefano non dev'essere stato facile raccontare la propria vita in un film. "Ho cercato di mantenere un po' di distacco perché è faticoso rappresentare se stessi, devi fare i conti con i dolori che hai subito in passato. Per me è stata veramente una psicoanalisi. Ma ho voluto andare fino in fondo e mettermi a nudo con il pubblico. Nevia sono io: Infatti non riesco a rivedere il mio film più di tanto, perché ogni volta che lo vedo sto male". Una curiosità: il circo è esistito veramente nella sua vita? "Sì, dall'età di 23 anni. Ho lavorato nel circo per sette anni quando veniva a Napoli. Andavo a cavallo, sull'elefante, facevo acrobazie. Proprio come Nevia".