Presentato in Concorso a Cannes e ora al cinema, una narrazione disperante disintossicata dalla volgarità dei talk show.
Marcello ha due grandi amori: la figlia Alida e i cani del suo negozio di toelettatura, Dogman, che si trova in un quartiere degradato. L'uomo simbolo di quel degrado è Simone, che intimidisce e umilia chiunque gli capiti a tiro. I due hanno un rapporto simbiotico come lo squalo con il pesce pilota. Ma quando Simone userà il Dogman come base per una rapina, gli equilibri tra i due salteranno.
Ispirandosi a uno dei casi di cronaca più cruenti del nostro paese, in Dogman Garrone racconta un'Italia terra di nessuno in cui cane mangia cane.
Il regista depura la vicenda dalla sua componente
più oscena e descrive una vendetta priva della valenza pulp che
ha reso archetipale il vero Canaro della Magliana.
Luminosa è l'interpretazione di Marcello Fonte, devastante quella di un
gigantesco Edoardo Pesce: un pitbull che è l'esatto prodotto del
suo addestramento e ha la gravitas dei sogni andati a male.