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L'America, le armi, le stragi

Da Il presidente - Una storia d'amore a Dark Night: i film che raccontano la violenza implosa.
di Pino Farinotti

Dark Night

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Karina Macias . Nel film di Tim Sutton Dark Night.
martedì 13 marzo 2018 - Focus

Dark Night, il film di Tim Sutton, si ispira al "massacro di Aurora", quando, nella notte fra il 19 e 20 luglio del 2012, il giovane James Holmes entrò nel cinema Century 16 della città del Colorado, dove si stava proiettando Il cavaliere oscuro - Il ritorno, gridando "I'm Joker, I'm Joker!", uccise 12 persone e ne ferì 58. Il film, in questi giorni e in questo contesto, è tragicamente puntuale. È ancora forte l'eco della strage del giorno di San Valentino, quando il 19enne Nikolas Cruz, è entrato in un liceo di Parkland, Florida, e ha ucciso 17 persone. L'evento è esploso, coinvolgendo la Casa Bianca. Un movimento di studenti, sempre più grande e attivo, ha manifestato davanti al Parlamento, inducendo lo stesso Donald Trump a ricevere alcuni dei ragazzi sopravissuti alla sparatoria di Parkland.

La posizione del Presidente Trump rispetto alle armi è nota, già dalla campagna elettorale si era dichiarato alleato della Nra, la lobby delle armi. La strage del liceo in Florida lo ha convinto a ri-dichiarare la sua posizione, mostrandosi più "attento" e vedendosi costretto a dare almeno un segnale: ha ordinato al Ministero della giustizia le messa al bando dei bump stocks, il meccanismo che permette a un'arma semiautomatica di diventare una mitraglietta.
Pino Farinotti

Ha poi lanciato un'idea... singolare: armare gli insegnanti, ma solo quelli pratici di armi. E se la vediamo in chiave di fiction, il modello perfetto di docente sarebbe un Clint Eastwood, quando faceva l'ispettore Callaghan. La storia delle "stragi scolastiche" è lunghissima, si parte da molto lontano, dalla Bath School di Bath Township, nel Michigan, era il 1927: l'insegnante Andrew P. Kehoe fece esplodere tre bombe uccidendo se stesso e 44 persone. Ecco un promemoria parziale, di luoghi: scuola media di Jonesboro in Arkansas, 1998; Columbine High School di Littleton, in Colorado, 1999; Appalachian School, in Virginia, 2002; campus Virginia Tech, 2007; liceo di Chardon, Cleveland, in Ohio, 2012. Purtroppo è solo la punta dell'iceberg. Il cinema non poteva non affrontare un argomento così ardente, importante e "adatto". Ci sono titoli di ottima qualità ed efficacia.


In foto una scena di Il presidente - Una storia d'amore.
In foto una scena di La giuria.
In foto una scena di Miss Sloane - Giochi di potere.

Ne Il presidente - Una storia d'amore (Reiner, 1995) Michael Douglas è il Presidente, democratico, degli Stati Uniti, una sorta di "specchio" di Bill Clinton. Intende battersi contro le armi, un suo consigliere gli dice che "bisogna combattere le battaglie che si possono vincere". Lui risponde "no, bisogna combattere le battaglie giuste". E nel discorso sullo "stato dell'Unione" dice "andrò di casa in casa e mi farò consegnare le armi". Ne La giuria (Fleder 2003) Dustin Hoffman è l'avvocato che difende la vedova di un uomo assassinato da un pazzo con un'arma da guerra. Riesce a vincere contro la ultrapotente lobbie delle armi. Vale lo scrittore, John Grisham, capace di stare sempre dalla parte giusta.

Miss Sloane - Giochi di potere (guarda la video recensione) (Madden 2017) racconta di Elizabeth, che lavora per un'agenzia di promozione. Si dimette quando le viene affidata una campagna a favore delle armi: l'idea sarebbe quella di armare le donne per la difesa dei loro figli. Ma la donna diviene avversaria tenace di quella lobbie.
Pino Farinotti

Tornando a Dark Night: il racconto prende dunque spunto, come si dice "liberamente", dalla vicenda di Aurora, raccontando le vite di sei giovani americani, fra i quali l'assassino, contestualizzandole in un ambiente che non può che condurre a un epilogo tanto tragico. Alienazione, vacuità, assenza di prospettive, fantasmi, emulazione e identificazione travisate, ossessioni implose nel recondito pronte a scatenarsi, rapporti contorti di tutti con tutti. L'istantanea di una certa periferia americana. Il film si conclude col ragazzo che, approntata l'arma, sta per entrare nella sala. I richiami, alla luce dei fatti recenti, di violenza e di ossessioni, non sono solo roba americana. Sono riconducibili a tutti gli scenari, il nostro compreso. Dark Night può essere inteso come promemoria, e avvertimento.


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