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Berlinale 2018, si alza il sipario sul cinema contemporaneo

Fino al 25 febbraio il Festival proporrà una ricchissima selezione di titoli diversi tra loro per genere, storie e tradizioni.
di Francesca Ferri

giovedì 15 febbraio 2018 - Berlinale

Tra confermati talenti ed eventuali sorprese, la Berlinale 2018 alza il sipario sul cinema contemporaneo. Quattrocento film di diversi generi, storie e tradizioni, tra opere internazionali e prime europee, sono presentati ogni anno al festival tedesco che è ormai una consolidata scena culturale nel panorama della settima arte. Nove diverse sezioni e numerose presentazioni speciali esploreranno l'immagine in tutte le sue forme.

Presieduta dal regista, sceneggiatore, compositore e produttore tedesco Tom Tykwer, una giuria internazionale deciderà i vincitori dell'Orso d'Oro e d'Argento tra i film della competizione aperta da L'isola dei cani di Wes Anderson.


La regista di Vergine giurata, Laura Bispuri, torna a Berlino con il suo secondo lungometraggio, Figlia mia - unico film italiano in Concorso - che gareggerà insieme a nomi di fama internazionale: Lav Diaz, Benoît Jacquot, Gus Van Sant, Alexey German Jr., Malgorzata Szumowska, Philip Gröning, Thomas Stuber, Isabel Coixet, Lars Kraume. A questi si aggiunge Wes Anderson che ha l'onore di inaugurare il festival con Isle of Dogs, primo film d'animazione in apertura alla Berlinale.

L'Italia rappresentata a Berlino, dunque, è la Sardegna contemporanea ma soprattutto il paesaggio interiore di una bambina a cui la vita, in una sola estate, si rivela in tutta la sua complessità.
Francesca Ferri

Vittoria ha 10 anni e un rapporto simbiotico con Tina, madre amorevole, finché non inizia a frequentare Angelica, una donna fragile e istintiva che abita a tre km di distanza, in aperta campagna. Tra le due nasce un rapporto fortissimo fino alla scoperta della vera madre. Rotto il patto segreto che le lega sin dalla sua nascita, Tina e Angelica si contendono l'amore della bambina. Laura Bispuri esplora, dunque, quella difficile relazione tra madre e figlia attraverso tre donne, dai volti di Alba Rohrwacher, Valeria Golino e Sara Casu, in un dramma accecato dal sole e dall'amore.

Dagli altri Paesi si annunciano titoli altrettanto promettenti. Se Lav Diaz porta il suo slow cinema con Ang Panahon ng Halimaw (Season of the Devil), Gus Van Sant un biopic sul tormentato disegnatore John Callahan in Don't Worry, He Won't Get Far on Foot. Il francese Cédric Kahn racconta una storia spirituale chiamata La prière, e Benoît Jacquot un thriller psicologico intitolato Eva, che segna la sesta collaborazione del regista con Isabelle Huppert. Infine, una storia di incesto e pubertà chiamata Mein Bruder heißt Robert und ist ein Idiot (My Brother's Name is Robert and He is an Idiot) di Philip Gröning, una commedia iraniana sulla difficoltà di fare cinema (Pig, Mani Haghighi), una riflessione sulla Transitorietà dei rifugiati condannati a vivere in attesa (Transit di Christian Petzold). 19 film in concorso, 19 mondi diversi da scoprire.


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In foto una scena del film Figlia mia.

Una visione artistica, il coraggio di essere diversi, il desiderio dell'insolito e una profonda consapevolezza storica: l'obiettivo di Panorama è quello di cercare nuovi impulsi e tendenze comuni della creazione cinematografica mondiale.

Una selezione di 47 film presenta a Berlino nuove opere di acclamati registi, opere prime e scoperte di un cinema indipendente e d'autore.
Francesca Ferri

Panorama prende avvio con Styx di Wolfgang Fischer, la storia di una donna medico in vacanza tra Europa e Africa, proseguendo, tra gli altri, con O processo (The Trial) sul procedimento di impeachment contro la presidente brasiliana Dilma Rousseff, o ancora Ondes de choc - Journal de ma tête di Ursula Meier, il diario di un giovane assassino con Fanny Ardant. Si distinguono infine anche due titoli italiani, La terra dell'abbastanza di Fabio e Damiano D'InnocenzoLand di Babak Jalali.


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In foto una scena del film La terra dell'abbastanza.

Avanguardia, opere sperimentali, reportage politici e paesaggi cinematografici ancora da scoprire: L'International Forum of New Cinema, abbreviato in Forum è la sezione più coraggiosa della Berlinale che presenta documentari e film di finzione al confine tra arte e cinema.

Il programma conta 44 film, di cui 35 prime mondiali.
Francesca Ferri

Ventuno anni dopo il film d'esordio, The Day a Pig Fell into the Well, il regista koreano Hong Sang-soo ritorna con Grass, un'altra storia malinconica sui clienti di un piccolo caffè, amanti della musica classica. La regista francese Claire Simon invece porta Premières solitudes (Young Solitude), un documentario sugli adolescenti di una periferia parigina. Jahilya di Hicham Lasri, dal titolo che allude al preislamico "tempo dell'ignoranza", è una condanna della misoginia della società marocchina. An Elephant Sitting Still, infine, avrebbe sicuramente rappresentato la nuova promessa del cinema cinese se non fosse che il giovane regista, Ho Bu, si è tolto la vita subito dopo aver terminato il film.
Dal 2006 inoltre, è stato lanciato Forum Expanded, una sottosezione che porta film, video, installazioni e performance su vari temi in diversi luoghi di Berlino, offrendo una prospettiva critica sul cinema in senso lato.


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In foto una scena del film Grass.

Una sezione dedicata all'infanzia e all'adolescenza che vuole essere un invito per il pubblico a ripensare la vita dal punto di vista dei giovani. Una selezione di 65 film, tra lungometraggi e cortometraggi, riflette la complessità di un mondo tra realtà e immaginazione che apre delle porte a nuove possibilità. Un desiderio d'impegno delle nuove generazioni contraddistingue questi film, come Dressage, una storia sul controllo, il ricatto e il potere dei soldi, specchio della società iraniana, o Retablo che racconta del mondo patriarcale di un villaggio tra le montagne del Peru.


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In foto una scena del film Dressage.

La sezione dedicata alle nuove produzioni e alle grandi personalità del cinema, che include Berlinale Special Gala e Berlinale Special Series, quest'anno attira l'attenzione per il documentario Songwriter di Murray Cummings sul lavoro e il percorso del cantante britannico di successo, Ed Sheeran. Incuriosiscono anche The Silent Revolution di Lars Kraume in memoria della rivolta ungherese del 1956 e The Happy Prince, diretto e interpretato da Rupert Everett sugli ultimi giorni di Oscar Wilde in esilio.


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In foto una scena del film The Happy Prince.
Le altre sezioni

Berlinale Shorts
22 cortometraggi internazionali esplorano le possibilità del cinema in un formato radicale, indipendente, a volte controverso e sempre aperto alla creatività. João Salaviza, Réka Bucsi, Bárbara Wagner & Benjamin de Burca, Manque La Banca, Sylvia Schedelbauer, Ulu Braun, Arash Nassir, João Viana sono alcuni dei nomi dei registi che guardano in faccia la realtà, privilegiando un punto di vista socio-politico per raccontare il loro mondo. Attraverso gesti banali, storie locali, discorsi quotidiani di ciascuno, i registi raccontano la storia di tutti. Se i temi ricorrenti sono le questioni di genere (Circle, Jayisha Patel) o la riflessione sui sistemi di potere e l'origine dell'umanità come in Onde o Verão Vai, la sperimentazione è ciò che accomuna tutti i corti. Una particolare sezione infine raggruppa alcuni corti sotto il titolo "1968 - Red Flags for Everyone".  

Perspektive Deutsches Kino
La selezione di 14 film, tra finzione e documentari, offre un panorama del futuro cinema tedesco attraverso giovani scoperte, nuove tendenze artistiche e promettenti talenti. Dal documentario politico Impreza - Das Fest di Alexandra Wesolowski alla storia d'amore e integrazione di una coppia iraniana in Die defekte Katze, la Germania si racconta. E nel viaggio di Paul attraverso il Paese si lascia esplorare da Julian Pörksen nel suo Whatever Happens Next.

Retrospective
La retrospettiva della 68° edizione è focalizzata sulla varietà del cinema che si è sviluppato durante la Repubblica di Weimar, una delle fasi più creative e produttive della storia cinematografica tedesca. Per "Weimar Cinema Revisited", il festival presenta 28 opere, tra lungometraggi, cortometraggi e documentari realizzati tra il 1918 e il 1933.

Homage
La Berlinale 2018 rende omaggio all'attore statunitense di cinema e teatro Willem Dafoe a cui attribuisce un Orso d'Oro alla carriera. Accompagnerà la premiazione, la proiezione di The Hunter di Daniel Nettheim (Australia 2011) il 20 febbraio.

Special Presentations
Inoltre la Berlinale organizza regolarmente un programma di presentazioni speciali che apre nuove prospettive, connessioni e regni in cui il cinema incrocia altre discipline. Il cibo, il piacere e l'ambiente, per esempio, sono i temi ricorrenti del focus Culinary Cinema. Berlinale Goes Kiez, invece, è il programma che porta i film indipendenti nella città per rendere omaggio ai piccoli cinema e teatri, oltre che un modo di decentralizzare il festival per raggiungere il grande pubblico nei diversi quartieri di Berlino. Infine, NATIVe - A Journey into Indigenous Cinema, la sezione dedicata al cinema indigeno quest'anno si intitola "From the Arctic to the Pacific". Dal circolo polare, focus dello scorso anno, l'attenzione si sposta su Paesi e isole legate dall'immenso oceano Pacifico, attraverso riflessioni sul cambiamento climatico, l'industrializzazione e la repressione delle culture indigene.


VAI ALLO SPECIALE BERLINO
The Hunter.

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