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Oscar 2018: gli esclusi illustri, categoria per categoria

Da Steven Spielberg a Luca Guadagnino, da Tom Hanks a Vittorio Storaro: impossibile non rimanere stupiti davanti ad alcune scelte dell'Academy.
di Paola Casella

Steven Spielberg (Steven Allan Spielberg) (77 anni) 18 dicembre 1946, Cincinnati (Ohio - USA) - Sagittario. Regista del film The Post.
mercoledì 24 gennaio 2018 - Oscar

The day after le nomination ai premi Oscar 2018 non si può non fare il conto degli esclusi, chi per political correctness nell'era degli hashtag (in questo caso #metoo e #oscarsowhite), chi perché i gusti dell'Academy sono tanto opinabili quanto irremovibili. Proviamo a raccontarli attraverso alcune emblematiche categorie.

Dopo l'annuncio delle nomination, il prossimo appuntamento con gli Oscar è la cerimonia di premiazione, in programma il 4 marzo e condotta da Jimmy Kimmel, già conduttore dell'edizione precedente.
Paola Casella

Miglior Regista
Incomprensibili le esclusioni di Steven Spielberg per The Post, Kathryn Bigelow per Detroit o Luca Guadagnino per Chiamami col tuo nome (guarda la video recensione), se non alla luce degli hashtag sopra citati: e dunque Greta Gerwig prende per la commedia deliziosa ma #ohsolight Lady Bird il posto "quota rosa" della Bigelow, troppo mascolina per soddisfare le (sacrosante) esigenze di vedere più donne dietro la cinepresa, o della davvero indipendente e iconoclasta Sally Potter per la commedia al vetriolo The Party, che aveva una Ministra protagonista. Così come l'afroamericano Jordan Peele è stato scelto più perché il suo (magnifico) Scappa è uno dei film più importanti del 2018 sui rapporti fra razze negli Stati Uniti che la qualità intrinseca della regia.

Miglior Attore Protagonista
Stesso discorso per Daniel Kaluuya, l'attore afroamericano di Scappa, che scalza dalla cinquina almeno due nomi eccellenti: James Franco per The Disaster Artist, inseguito dalle denunce per molestie, e Tom Hanks, davvero generoso (e molto #metoo) nel fare da spalla a Meryl Streep in The Post.


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In foto Tom Hanks.
In foto Luca Guadagnino.
In foto Kate Winslet.

Miglior Attrice Protagonista
Qui la grande esclusa è Kate Winslet, vittima dell'ostracismo #metoo a Woody Allen (del quale lei stessa fa parte), strepitosa protagonista di La ruota delle meraviglie (guarda la video recensione). Il suo posto va a Saoirse Ronan, giovane protagonista di Lady Bird, non più brava nel ruolo della strepitosa Hailee Steinfeld, esclusa dalle nomination lo scorso anno per il (gravemente) sottovalutato 17 anni (e come uscirne vivi) che aveva il difetto di essere molto meno gradevole di Lady Bird, pur essendo anch'esso diretto da una donna (Kelly Fremon Craig), anche lei l'anno scorso ignorata dall'Academy.

Miglior Attore Non Protagonista
Qui i grandi esclusi sono almeno tre. Uno è virtuale, ovvero Kevin Spacey, che avrebbe potuto meritare una nomination nei panni del miliardario Jean Paul Getty in Tutti i soldi del mondo e invece vede candidato al suo posto (l'immenso) Christopher Plummer: Kevin assisterà alla cerimonia dalla sala tv dell'istituto di riabilitazione per molestatori seriali in cui è attualmente autoconfinato. L'altro grande escluso è Michael Stuhlbarg, che lascia il segno in ben tre film pluricandidati agli Oscar: Chiamami col tuo nome, dove era il padre di Elio, La forma dell'acqua (guarda la video recensione), dov'era lo scienziato russo Dimitri, e The Post, in cui interpretava l'avvocato del New York Times. L'unico suo difetto? Essere talmente da bravo dal rendersi irriconoscibile da un ruolo all'altro, e dunque scansare l'effetto valanga che porta nomination. Eppure sono le sue interpretazioni sottili, più di quelle appariscenti di Richard Jenkins ne La forma dell'acqua o Sam Rockwell in Tre manifesti a Ebbing, Missouri (guarda la video recensione), a rimanerti dentro. Il terzo è LilRel Howery, strepitoso poliziotto in Scappa, incarnazione della (reale) consapevolezza afroamericana della insormontabilità di certe dinamiche.

Miglior Attrice Non Protagonista
Fa male alla causa afroamericana vedere Octavia Spencer continuamente candidata per ruoli che un tempo sarebbero stati definiti stereotipi razziali. Sarebbe meglio preferirle Allison Williams, l'attrice caucasica che in Scappa ha il coraggio di mostrare le odiose contraddizioni all'interno di un'America liberal solo a parole.


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In foto Kevin Spacey.
In foto Vittorio Storaro.
In foto Michael Stuhlbarg.

Miglior Fotografia
Criminale l'esclusione di Vittorio Storaro, scrittore della luce caramellata di La ruota delle meraviglie, anche lui vittima del #IhateWoody (un hashtag che non esiste ancora, ma si fa presto a inventarselo). Sacrosanta invece la nomination a Rachel Morrison, prima Dop a ricevere questo onore per Mudbound in un settore in cui le donne sono drammaticamente poche, tanto che Wikipedia non ha ancora una pagina a lei dedicata. Ora dovrà scriverne una, e al volo.

Miglior Colonna Sonora
Non per essere nazionalisti, ma è criminale anche l'esclusione di Dario Marianelli per la colonna sonora de L'ora più buia (guarda la video recensione), necessario sostegno emotivo ad un film che altrimenti sarebbe molto meno coinvolgente.


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