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MyFrenchFilmFestival, il cinema francese d'autore è su MYmovies.it

Da Rock'n'Roll con Marion Cotillard ad Ava, da Crash Test Aglaé all'Ultimo metrò di François Truffaut, 11 imperdibili film disponibili in streaming su MYMOVIESLIVE per un mese, dal 19 gennaio al 19 febbraio.
di Francesca Ferri

venerdì 19 gennaio 2018 - mymovieslive

Nuovi autori e grandi maestri invitano a un viaggio nel cinema francese senza uscire da casa propria. Per l'ottava edizione, torna MyFrenchFilmFestival, l'appuntamento online per francofoni e francofili di tutto il mondo creato da UniFrance. Dal 19 gennaio al 19 febbraio 2018, una selezione di undici lungometraggi sarà disponibile per l'Italia su MYmovies.it, attivando un profilo UNLIMITED (a partire da €1,99 a settimana) su MYMOVIESLIVE.

Il MyFrenchFilmFestival è un festival inedito che ha lo scopo di far scoprire i giovani registi francesi o rispolverare i grandi classici.
Francesca Ferri

Da L'ultimo metrò (1980) di François Truffaut ad Ava dell'emergente Léa Mysius, il panorama è vasto e variegato. Gli internauti così sono invitati a votare tutti i film e a lasciare i loro commenti sul sito per eleggere il premio del pubblico, a cui si affiancano il premio della stampa internazionale e il premio dei cineasti assegnato da un francofilo d'eccezione.


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Tim, adolescente gay, è vittima di bullismo in una scuola in Canada. La corsa, in cui eccelle, è la sua unica via di riscatto sociale. Ma le pressioni lo spingeranno oltre i suoi limiti verso un punto di non ritorno.

Antoine-Olivier Pilon, rivelato da Xavier Dolan in Mommy, ritorna nel ruolo di un altro adolescente difficile nel primo lungometraggio di Yan England.
Francesca Ferri

1:54 è il crudo ritratto di un'adolescenza tormentata e la dura denuncia del bullismo nelle scuole che si rivela un'ottima prima prova del regista canadese. Sebbene la sceneggiatura pretenda di tenere insieme troppi e diversi motivi, il film d'esordio di England ha il merito di aver riaperto il dibattito sul problema dell'intimidazione a scuola e del cyberbullismo. Tra dramma sportivo e racconto di formazione, il film impone, in un crescendo di tensione, alcuni interrogativi sul sistema di educazione, su privacy e libertà nel web, sull'intramontabile discriminazione sociale.


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In foto una scena del film 1:54.
In foto una scena del film 1:54.
In foto una scena del film 1:54.
Ava
 

Ava, 13 anni, trascorre le vacanze sulla costa atlantica della Francia con la madre quando apprende che presto perderà la vista. La madre decide di far finta di niente per trascorrere le più belle vacanze della loro vita, ma Ava affronta il problema a modo suo. Ruba un cane nero che appartiene a un piccolo gitano in fuga per prepararsi alla cecità, godendosi gli ultimi giorni in cui può ancora contemplare il viso di Juan.

Il primo lungometraggio di Léa Mysius, premiato in diverse sezioni al Festival di Cannes 2017 è un ritratto dell'adolescenza, un racconto d'iniziazione ed emancipazione, una storia d'amore che celebra i sensi e la vita come lotta individuale.
Francesca Ferri

Bagnato di luce atlantica, lirismo nero e voglia di vivere, il film è uno studio sulla materia e sul colore, sul corpo e sugli elementi. Un dramma cupo accecato dal sole che esplora il desiderio nella rapida transizione dall'adolescenza all'età adulta.


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In foto una scena del film Ava.
In foto una scena del film Ava.
In foto una scena del film Ava.
 

Dopo cinque anni di studi a Parigi, Arash non si è ancora abituato alla vita francese e decide di tornare in Iran. Nella speranza di fargli cambiare idea, i suoi due amici lo trascinano in un ultimo viaggio attraverso la Francia d'estate.

Tra documentario e finzione, Avant la fin de l'été è un road movie sulle strade del Roussillon che la regista di madre iraniana ha costruito lungo il percorso insieme agli attori.
Francesca Ferri

Il primo lungometraggio di Maryam Goormaghtigh è un'Odissea franco-persiana in chiave comica sulla nostalgia dell'Iran e le seduzioni della Francia in cui potersi reinventare. Un diario di viaggio scandito dalle conversazioni su religione, politica, servizio militare e arte della seduzione con la leggerezza delle chiacchiere tra amici e uno humour insolito, velato da una nota di malinconia.


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In foto una scena del film Avant la fin de l'été.
In foto una scena del film Avant la fin de l'été.
In foto una scena del film Avant la fin de l'été.
 

Zahira, ragazza belgo-pakistana di 18 anni, vorrebbe tenere il bambino che porta in grembo. Amir, suo fratello e confidente, promette di aiutarla. Ma la famiglia le ha imposto un matrimonio combinato. Dilaniata tra le esigenze dei genitori, il suo stile di vita occidentale e il desiderio di libertà, Zahira ama un uomo che "non è per lei" e rifiuta il destino imposto dalla tradizione.

"Una vera tragedia greca" con una moderna eroina, così Stephan Streker, regista di Le monde nous appartient (2014) presenta il suo film selezionato a numerosi festival internazionali.
Francesca Ferri

Tratto da un fatto realmente accaduto nel 2007 a Charleroi, in Belgio, A wedding è la tragica storia di una donna sacrificata sull'altare della cultura pakistana che il regista racconta senza mai giudicare. Sui passi di Zahira interpretata da Lina El Arabi, folgorante rivelazione che offre alla ribellione un viso dolce dallo sguardo determinato, il film si compone come un thriller tinto di speranza in cui tutto sembra possibile fino all'ultimo istante.


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In foto una scena del film A Wedding.
In foto una scena del film A Wedding.
In foto una scena del film A Wedding.
 

In Belgio, Ben si guadagna la vita in modo poco ortodosso. Uccide i derelitti, i vecchi, i disadattati, perché è più facile farla franca. Sui suoi passi, un operatore e un regista filmano l'assassino senza rimorsi. Quando poi i soldi vengono a mancare, Ben propone di finanziare il seguito del reportage grazie alla sua florida industria. I cineasti non rifiutano, diventando poco a poco complici attivi fino al tragico epilogo.

Grande successo di pubblico in Francia e Belgio, C'est arrivé près de chez vous è un falso documentario belga in bianco e nero sulla vita quotidiana di un serial killer diventato un monumento alla provocazione.
Francesca Ferri

Presentato alla Semaine de la critique del Festival di Cannes del 1992, il film scatenò una polemica sulla rappresentazione della violenza. Oggi considerato un film di culto difficilmente reperibile che lanciò la carriera di Benoît Poelvoorde, C'est arrivé près de chez vous riecheggia ancora della storia triste che portò Rémy Belvaux, Benoît Poelvoorde e André Bonzel ad affrontarsi in giustizia per la paternità dell'opera.


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In foto una scena del film C'est arrivé près de chez vous.
In foto una scena del film C'est arrivé près de chez vous.
In foto una scena del film C'est arrivé près de chez vous.
 

Aglaé Lanctot, 25 anni, figlia di una madre irresponsabile e un padre assente finalmente trova il suo equilibrio in un laboratorio per i test di collisione di automobili, quando con suo grande sgomento viene a sapere che la fabbrica dalla Francia sarà trasferita in India. Nonostante le venga offerto di mantenere la stessa posizione a migliaia di chilometri da casa con una riduzione dello stipendio, lei accetta. Qualche giorno dopo, anche le sue colleghe, Liette e Marcelle, decidono di seguirla in questa avventura. Le tre donne allora partono per l'India in macchina.

Il primo lungometraggio di Eric Gravel è una fiaba moderna sulla globalizzazione e le assurde leggi del mondo del lavoro che si rivela un road movie al femminile sulla via dei sogni.
Francesca Ferri

Così, il viaggio attraverso spettacoli di gitani, deserti kazaki, steppe russe, villaggi cinesi fino allo choc in India si rivela una quête personale, un viaggio alla ricerca di sé. Eppure dietro lo sguardo ottimista e il tono ironico del regista franco-canadese si nasconde una pungente denuncia sociale che non risparmia nessuno.


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In foto una scena del film Crash Test Aglaé.
In foto una scena del film Crash Test Aglaé.
In foto una scena del film Crash Test Aglaé.
 

Parigi, settembre 1942, teatro Montmartre. Marion Steiner, una celebre attrice passata dal cinema al teatro, dirige la compagnia in assenza del marito, Lucas Steiner, regista e impresario ebreo, che per sfuggire all'arresto si finge espatriato all'estero, mentre in realtà si nasconde nello scantinato del teatro. Nonostante l'occupazione nazista, Marion cerca di mantenere vivo il teatro e per la rappresentazione dell'ultima pièce assume il giovane attore, Bernard Granger. Tra i due nasce una intensa relazione che va oltre il teatro.

C'è sempre una buona ragione per vedere o rivedere il grande classico di François Truffaut, vincitore di dieci César, un premio ai David di Donatello e una candidatura ai Premi Oscar.
Francesca Ferri

Il secondo capitolo della trilogia dello spettacolo che inaugura l'ultima fase del fondatore della Nouvelle Vague, è un affresco della Francia occupata dai nazisti, una storia di passione sul triangolo d'amore nel ricordo di Jules e Jim, una metanarrazione sulla rappresentazione del teatro al cinema.


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In foto una scena del film L'ultimo metrò.
In foto una scena del film L'ultimo metrò.
In foto una scena del film L'ultimo metrò.
 

Appena uscito di prigione, Nasser ritorna nel suo quartiere, Pigalle, dove ritrova i suoi amici e suo fratello Arezki, proprietario del bar Le Prestige. Nasser è deciso a rifarsi una reputazione e il bar potrebbe essere un buon trampolino di lancio. Ma presto emergono le difficoltà relazionali tra i due fratelli, agli antipodi l'uno dall'altro.

L'opera prima dei due rapper Mohamed Bourokba e Ekoué Labitey è un polar sulla micro-criminalità della capitale francese raccontata attraverso lo sguardo degli "ultimi parigini" arrivati troppo tardi.
Francesca Ferri

Un film nero eppure senza crimine nel vero senso del termine, che esplora un mondo in agonia attraverso un quartiere come Pigalle in via di gentrificazione. Paris Prestige è un ritratto nella tradizione naturalista di un mondo creato per la notte ma mostrato solo di giorno, per portare alla luce tutto il suo squallore non senza un velo di malinconia.


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In foto una scena del film Paris Prestige.
In foto una scena del film Paris Prestige.
In foto una scena del film Paris Prestige.
 

A 43 anni Guillaume Canet ha tutto per essere felice: una vita di famiglia serena con Marion Cotillard, le soddisfazioni della professione... ma il suo ego viene gravemente ferito quando una giovane giornalista gli dice che ormai appartiene a un'altra generazione rispetto ai nuovi attori come Pierre Niney o Gaspard Ulliel. In fondo non è vecchio, ma neanche più rock'n'roll. L'attore-regista allora inizia a mettere tutto in discussione superando ogni limite.

In balìa di una precoce crisi di mezza età, Guillaume Canet riunisce di nuovo la sua famiglia di cinema per raccontarsi con grande autoironia in una commedia che vuole essere anche una satira dello show-biz francese, ossessionato dal mito della giovinezza, come d'altronde il cinema e la società contemporanea.
Francesca Ferri

Tra il serio e il faceto, il quinto lungometraggio da regista inizia con una brillante e ironica riflessione sull'immagine di sè e la percezione degli altri che purtroppo deriva in un finale ridondante. In questo spettacolo della commedia umana, ridicola e commovente, si conferma lo straordinario talento di Marion Cotillard.


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In foto una scena del film Rock'n'roll.
In foto una scena del film Rock'n'roll.
In foto una scena del film Rock'n'roll.
 

Aulnay-sous-Bois è una delle più pericolose banlieue di Parigi. Sollevazioni popolari, tensioni razziali e caos politico allontanano sempre più la periferia dalla Tour Eiffel.

Olivier Babinet affida a undici adolescenti il compito di raccontare il microcosmo delle periferie parigine dominate da disordini, violenza e criminalità dove sognare è un atto di ribellione.
Francesca Ferri

Eppure l'immaginazione è l'unica via per il cambiamento. Con coraggio e ironia, Swagger si costruisce sui consigli, i desideri e i sogni dei ragazzi di Aulnay in un mosaico di voci e generi. Tra documentario e finzione, Babinet compone con eleganza e originalità un poetico ritratto adolescenziale che spazia dalla fantascienza al musical sulla via dei sogni.


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In foto una scena del film Swagger.
In foto una scena del film Swagger.
In foto una scena del film Swagger.
 

Cinquantenne e single, Willy Pruvost vive con i genitori, aspira foglie secche e trascorre il tempo libero davanti alla tv. Una vita anonima sconvolta dalla morte del fratello gemello, che in una sera qualsiasi si suicida. Così Willy decide di lasciare per la prima volta la casa dei genitori e trasferirsi a Caudebec-en-Caux, un comune distante pochi chilometri da casa. Nel tentativo di dimostrare che non è il disadattato che tutti credono, Willy stila una bizzarra lista di desideri.

Un film sincero sui disadatti sociali come anti-eroi di un mondo ai confini della normalità.
Francesca Ferri

Liberamente ispirato alla vita di Daniel Vannet, l'attore protagonista sfruttato nel mondo del lavoro perché analfabeta, Willy 1er è un commovente ritratto della nostra tragicomica esistenza dallo humour grottesco.


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In foto una scena del film Willy 1er.
In foto una scena del film Willy 1er.
In foto una scena del film Willy 1er.

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