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Splendor 1, migrazioni e contaminazioni

Tra gli ospiti della prima puntata della nuova stagione Francesco Patierno, Andrea Segre, le attrici Silvia D'Amico e Anna Ferzetti.

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Anna Ferzetti (41 anni) 24 dicembre 1982, Roma (Italia) - Capricorno. Interpreta Nelide nel film di Alessio Maria Federici Terapia di coppia per amanti.
domenica 24 settembre 2017 - Splendor

Al via questa sera la nuova stagione di "Splendor - Suoni e visioni", la trasmissione di intrattenimento culturale condotta dal critico cinematografico Mario Sesti. Ospiti di questa prima puntata, dedicata alle contaminazioni culturali, sono i registi Francesco Patierno e Andrea Segre, le attrici Silvia D'Amico e Anna Ferzetti, ed ancora lo sceneggiatore Menotti, l'assessore Paolo Masini e Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

Francesco Patierno ha da poco presentato il suo ultimo lungometraggio, Diva!, alla 74. Mostra d'Arte Cinematografica Internazionale. Dedicato all'indipendente e anticonformista Valentina Cortese, la pellicola ripercorre la vita dell'attrice attraverso le sue stesse parole racchiuse nell'autobiografia "Quanti sono i domani passati" e lo fa attraverso le voci, gli sguardi di otto attrici italiane "alle quali - ha raccontato - ho chiesto di non imitare Valentina Cortese ma di raccontarla attraverso il loro vissuto". Tra le interpreti anche Silvia D'Amico: "L'intero progetto è stato una sorpresa, un salto nel buio. Ho sempre creduto che non si debba raccontare tutto di se stessi. Come attrice - ha svelato -ritengo che è necessario attraversare il mezzo con la  propria  sensibilità. Ci sono delle zone di ombra che non vanno rivelate. Le mie, non le conoscerete mai".

Anna Ferzetti sarà al cinema in Cercando Camille di Bindu de Stoppani e in Terapia di coppia per amanti di Alessio Maria Federici, ha fatto inoltre parte del cast de Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini. "Greta, il personaggio che interpreto, vive con un bugiardo seriale che la tradisce con una donna cieca, interpretata da Valeria Golino - ha raccontato la Ferzetti -. Ma il vero protagonista del film è ciò che non si vuole vedere: il mio è il ruolo di una donna risolta e moderna, che ci vede benissimo, ma s'impone la cecità per amore".
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È arrivato al cinema passando per i fumetti Menotti (Roberto Marchionni), tra i più celebri e ricercati sceneggiatori italiani formatosi con Igort, Brolli e Magnus. "Quando il fumetto ha iniziato a non pagare più sono passato alla tv e al cinema. L'obiettivo era continuare a raccontare storie, quindi il passaggio non è stato traumatico - ha detto -, però io soffro sempre finché non vedo la realizzazione del prodotto: soffro quando disegno, soffro quando scrivo".  Del suo rapporto con Nicola Guaglianone col quale ha firmato la sceneggiatura de Lo chiamavano Jeeg Robot dice: "ci piace far collidere i nostri mondi. Infilare un immaginario ipotetico con uno familiare. Si possono creare strani effetti". Tra gli aneddoti che ama ricordare del suo rapporto con Carlo Verdone che lo ha voluto per la scrittura di Benedetta Follia quello che riguarda il loro primo incontro: "gli ho subito detto 'oh io so' laziale'".


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Un momento della puntata.
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Si sono confrontati sulla sensibile questione dei migranti il regista Andrea Segre (L'ordine delle cose), Riccardo Noury  portavoce di Amnesty International Italia e Paolo Masini, consigliere e responsabile del progetto Mibact MigrArti. Rispetto alla delicata questione libica Noury ha spiegato: "Oggi la parola d'ordine è bloccare e non gestire: sembra che ci siano dei buoni risultati, ma sono a breve termine. Si è solo spostata la frontiera dell'Europa in un lager nel cuore dell'Africa".

Segre ha aggiunto: "il neorealismo del nostro cinema ci ha insegnato a stare dalla parte di chi soffre. L'anestesia del benessere sembra essere il controcampo: arriviamo a festeggiare quando si riducono i numeri. Ma si tiene in piedi solo un bene temporaneo. Una distrazione da quanto sta accadendo". Il progetto MigrArti, come descrive Masini, "ha messo a disposizione dei fondi per raccontare il tema dell'integrazione. Con  i corti prodotti abbiamo voluto raccontare l'Italia vera dei 'nuovi italiani'.
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Primo ospite musicale della nuova stagione è Joe Barbieri che ha da poco concluso il suo quinto album di inediti, "Origami", in cui sono raccolti undici brani: "Ho vissuto il  concepimento di questo disco in prevalente solitudine, immerso in un processo di ricerca intima  della essenzialità e dell'estetica più pura di cui potevo essere capace. Gli origami, da cui ho mutuato il titolo, sono la cosa più vicina alla spinta propulsiva che ha originato questo progetto: negli origami convivono vulnerabilità e bellezza, rigore e sostanza, accettazione e cambiamento, densità e leggerezza. Ovvero quella perfezione che sfugge, che fa male, che fa bene, e che mi ostino di ricercare".


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