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Daniel Day-Lewis saluta il cinema: ecco i film che lo hanno consacrato

Con le sue interpretazioni, l'attore londinese ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema.
di Letizia Rogolino

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Daniel Day-Lewis (Daniel Michael Blake Day-Lewis) (67 anni) 29 aprile 1957, Londra (Gran Bretagna) - Toro.
venerdì 23 giugno 2017 - Celebrities

Il mondo del cinema ha subito un duro colpo con l'annuncio del ritiro dalle scene dell'attore Daniel Day-Lewis, pubblicato su Variety pochi giorni fa: "Daniel Day-Lewis non lavorerà più come attore. È immensamente grato a tutti i suoi collaboratori e al pubblico che lo hanno seguito per anni. È una decisione privata e né lui né i suoi portavoce faranno ulteriori commenti a riguardo".

L'attore inglese, che ha da poco compiuto 60 anni, sembra aver preso la sua decisione con grande dispiacere da parte dei più affezionati cinefili e della critica internazionale, che hanno sempre apprezzato il suo lavoro sul grande schermo. Pertanto potrebbe essere Phantom Thread di Paul Thomas Anderson, l'ultima avventura di Daniel Day-Lewis davanti alla macchina da presa, nelle sale il prossimo Natale 2017. Cosa può aver spinto il talento più camaleontico di Hollywood a salutare per sempre la recitazione, a cui ha dedicato anima e corpo ogni volta che gli è stato affidato un personaggio?
Letizia Rogolino

Non è mai stato particolarmente prolifico, ma quando è tornato sulla scena dopo aver studiato il proprio ruolo in ogni dettaglio, l'attore londinese ha lasciato sempre un segno indelebile nella storia del cinema. "Penso che alcuni attori prosperano a lavorare ad un ritmo molto più alto del mio" ha affermato in un'intervista qualche tempo fa. Ogni personaggio che ha interpretato nel corso degli anni si è rivelato sempre molto diverso dal precedente, e il suo metodo di totale immedesimazione lo ha portato a vincere ben tre premi Oscar come Miglior Attore Protagonista per Il Petroliere, Lincoln e Il mio piede sinistro.

Il suo debutto risale al 1982 con Gandhi, e nel corso della sua carriera ha lavorato con grandissimi registi come Martin Scorsese, Jim Sheridan, Paul Thomas Anderson, Steven Spielberg. Intorno alla sua figura di artista ha saputo creare una misteriosa illusione, anche per la sua apparente allergia all'aspetto più glamour di Hollywood, che lo ha tenuto lontano dai paparazzi, proteggendo sempre la sua vita privata con discrezione. Ma in fondo "la speranza è l'ultima a morire" e non dimentichiamoci che Daniel Day-Lewis si è allontanato dalle scene già altre volte, tornando poi a sorpresa più bravo di prima, a caccia dell'ennesima statuetta. Basti pensare che dal 1997 al 2001 si è preso una pausa dal cinema per lavorare come apprendista calzolaio a Firenze, quindi tutto è possibile. In attesa di vedere cosa accadrà, ricordiamo dieci ruoli dell'attore che ci hanno emozionato, commosso e sconvolto.


 

Nel 2012 Steven Spielberg dirige questo film sugli ultimi due mesi di vita di Abramo Lincoln, il 16° Presidente degli Stati Uniti, raccontando un uomo, un padre e un politico impegnato nell'abolizione della schiavitù e nella fine di una guerra che ha diviso una intera nazione. Daniel Day-Lewis interpreta questo personaggio intelligente, furbo e determinato, che dimostra un solido coraggio morale in ogni sua scelta. La sua performance è straordinaria e gli consegna il premio Oscar per essere riuscito a riportare in vita un personaggio realmente esistito, andando oltre il volto della banconota da 5 dollari senza scadere nella caricatura. Il merito della riuscita del film è in gran parte di Day-Lewis che riesce a trasmettere allo spettatore l'angoscia e la frustrazione di un uomo intenzionato a cambiare il mondo, anche se il suo obiettivo è considerato impopolare agli occhi degli altri. Egli riesce a costruire il ritratto di un'icona americana carismatica che diventa il cuore pulsante del film.


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In foto una scena del film Lincoln.
In foto una scena del film Lincoln.
In foto una scena del film Lincoln.
 

Daniel Plainview è un cercatore di petrolio, ma anche un uomo avido che disprezza l'umanità. Daniel Day-Lewis regala un'interpretazione da Oscar nel film Il Petroliere di Paul Thomas Anderson, prendendo in ostaggio lo schermo come un predatore affamato, con uno sguardo magnetico e una voce intrigante che ricorda il personaggio di John Huston nel film Chinatown del 1974. Giunto in una cittadina dell'Ovest degli Stati Uniti Plainview diventa ricco in seguito ad una serie di trivellazioni, senza preoccuparsi degli abitanti e del figlio con cui non riesce ad avere più un rapporto. Day-Lewis è qui un antieroe che rappresenta il male, frutto di una vita di duro lavoro, per cui il sogno americano ha un prezzo troppo alto, che lo porta a sacrificare la sua umanità lungo il cammino. Infatti Il Petroliere si potrebbe definire un film sulla corruzione del sogno americano e l'attore riesce a rendere perfettamente la follia e l'orrore del suo personaggio, confermando il suo particolare talento nell'interpretare uomini brutali. Questa sua performance diventa lentamente sempre più inquietante fino alla scena finale e sconvolgente del film.


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In foto una scena del film Il Petroliere.
In foto una scena del film Il Petroliere.
In foto una scena del film Il Petroliere.
 

In Irlanda Gerry Conlon viene coinvolto in una guerriglia urbana con gli inglesi e con l'IRA, ma le forze dell'ordine in seguito lo condannano ingiustamente per un attentato avvenuto nel 1974 in Inghilterra. Viene torturato per giorni, ma cerca di mantenere la sua umanità di fronte agli abusi e le illegalità nei suoi confronti. Daniel Day-Lewis interpreta questo uomo durante molti periodi della sua vita, un hippy imprigionato in lotta con il sistema, mentre assiste impotente all'arresto dei membri della sua famiglia. L'idea di libertà, la depressione del rendersi conto di essere stato accusato ingiustamente e la rabbia rendono questo personaggio affascinante. Basato su una vera storia, questo film permette a Day-Lewis di regalarci un ruolo intensamente brillante. Egli riesce a trovare un perfetto equilibrio tra la vulnerabilità e la forza che permette a Conlon di andare avanti nella sua ricerca di giustizia e verità.


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In foto una scena del film Nel nome del padre.
In foto una scena del film Nel nome del padre.
In foto una scena del film Nel nome del padre.
 

"Vorrei che ognuno dei miei colleghi abbia occasione di lavorare con Martin Scorsese una volta nella vita" ha dichiarato Daniel Day-Lewis in un'intervista, dopo aver lavorato con il regista italo americano nel 2002 per Gangs of New York, al fianco di Leonardo DiCaprio. Egli interpreta Bill the Butcher, il perverso boss criminale di New York alla fine del XX secolo, perdendo completamente il suo accento britannico, con i capelli tinti e un occhio di vetro. Rappresenta l'avidità americana, la violenza e il pregiudizio e ci riesce benissimo, costruendo un personaggio feroce e vizioso, che vuole proteggere solo i suoi interessi. Le strade di New York a quel tempo erano spesso campi di battaglia tra individui dediti al contrabbando, la prostituzione, il gioco d'azzardo, anche se qualcuno sperava in un futuro migliore. Bill è una minaccia in carne ed ossa per un film epico e coinvolgente, di cui è impossibile non ricordare la battaglia coreografica in cui la neve si tinge di rosso sangue mentre Day-Lewis si scontra con Liam Neeson fino alla morte. Scorsese non perde mai la messa a fuoco sui suoi personaggi, ma Day-Lewis ha il controllo totale della scena, trasmettendo un senso di paura e minaccia, nel modo in cui Bill the Butcher permea il resto del film.


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In foto una scena del film Gangs of New York.
In foto una scena del film Gangs of New York.
In foto una scena del film Gangs of New York.
 

Nel 1992 Michael Mann dirige Daniel Day-Lewis nel film L'Ultimo dei Mohicani, ambientato durante la sanguinosa guerra anglo-francese nelle colonie americane nel 1757. Le tribù indiane sono divise e combattono per gli uni e per gli altri, mentre il piccolo Hawheye viene adottato dal capo tribù Chingachgook dopo che la sua famiglia è stata sterminata. Ispirato al romanzo di James Fenimore Cooper, questa storia offre a Daniel Day-Lewis l'opportunità di correre, combattere e muoversi continuamente per una performance fisica nei panni di un eroe pioniere che combatte per difendere la terra che ama. Con lunghi capelli e coraggio da vendere, il personaggio di Hawheye è una grande conferma del talento camaleontico di questo artista.


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In foto una scena del film L'ultimo dei Mohicani.
In foto una scena del film L'ultimo dei Mohicani.
In foto una scena del film L'ultimo dei Mohicani.
 

James Ivory nel 1985 dirige Camera con vista, un cult ambientato nel primo Novecento che propone il ritratto di una facoltosa società inglese. Daniel Day-Lewis è Cecil Vyse, la quintessenza dandy che prova un totale disprezzo per le classi sociali sotto di lui o, a suo dire, «la plebe». La giovane Lucy si reca a Firenze, sperando di soggiornare alla pensione Bartolini nell'ambita "camera con vista", ma il suo desiderio non viene esaudito. A cena dalla famiglia Emerson, però, due invitati le offrono di scambiare le stanze e lei riesce ad ottenere ciò che vuole, conoscendo il ribelle e affascinante George Emerson. Cecil Vyse è il fidanzato che i genitori di Lucy hanno scelto per lei, ma è un tipo noioso e troppo perfetto, schiavo delle convenzioni, quindi la storia non è destinata al matrimonio, come invece succede tra con George. Camera con vista è la conferma che, anche nei ruoli secondari, Daniel Day-Lewis offre il suo contributo in perfetta sintonia con il ruolo, utile alla riuscita finale del film.


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In foto una scena del film Camera con vista.
In foto una scena del film Camera con vista.
Camera con vista
 

"Lo strumento dell'attore non sia il corpo, ma il proprio universo psichico". Niente meglio di questa frase di Stanislavskij descrive il lavoro svolto da Daniel Day-Lewis per vestire i panni di Christy Brown nel film Il mio piede sinistro diretto da Jim Sheridan, nel 1989. Nell'Irlanda degli anni '30 Brown è un artista che nasce con una paralisi cerebrale che non gli permette di parlare e muoversi come tutti gli altri. Costretto su una sedia a rotelle egli scopre di poter utilizzare solo il suo piede sinistro per comunicare, scrivendo e disegnando i suoi pensieri e in seguito le sue opere che lo rendono un pittore affermato. Day-Lewis, in questo caso, ha dovuto contare soprattutto sul proprio corpo, e non sulla voce, ma la sua performance singolare e fisica si avverte spinta dalla sua capacità di fare sua la mente di Brown nelle sue mille sfumature, per rendere sullo schermo le sue fragilità, la sua rabbia, e la sua passione. Una rivelazione con gli occhi che bruciano di intelligenza e pericolo, che ci mostra la mente dietro al corpo, con i suoi limiti e le sue infinite possibilità.


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In foto una scena del film Il mio piede sinistro.
In foto una scena del film Il mio piede sinistro.
In foto una scena del film Il mio piede sinistro.
 

Lo stesso anno che Daniel Day-Lewis è apparso sul grande schermo come Cecil Vyse in Camera con vista, ha anche interpretato un punk omosessuale biondo di nome Johnny in My Beautiful Laundrette. Un altro ruolo di supporto stellare, ma molto più rischioso. Day-Lewis non ha mai avuto paura di affrontare una sfida e questo lo ha dimostrato soprattutto negli anni '80. In uno dei suoi primi ruoli cinematografici egli si trova a vestire i panni dell'interesse sentimentale di Omar, un anglo-pakistano compagno di infanzia, che vive nel sud di Londra e vuole gestire la lavanderia di famiglia. L'aspetto socioeconomico e la lotta di classe svolgono un ruolo fondamentale nelle relazioni tra i vari personaggi. Diretto da Stephen Frears, Day-Lewis costruisce un personaggio con un equilibrio di leggerezza e serietà che permette di commentare la metà degli anni '80 in Inghilterra sotto il comando del Primo Ministro Margaret Thatcher. Day-Lewis risplende in una interpretazione impavida come l'incarnazione di tutto ciò che il governo Thatcher aveva contro. Una critica alla mentalità incoraggiata dal governo britannico, tra tagli finanziari e temi come l'assistenza sanitaria e le arti, che hanno portato a tre milioni di disoccupati nel Regno Unito.


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In foto una scena del film My Beautiful Laundrette.
In foto una scena del film My Beautiful Laundrette.
In foto una scena del film My Beautiful Laundrette.
 

Prima di Gangs of New York Daniel Day-Lewis ha lavorato con Martin Scorsese per L'età dell'innocenza, l' adattamento dell'omonimo romanzo di Edith Wharton sulla società di New York alla fine del XIX secolo. Newland Archer è un giovane avvocato fidanzato con May Welland che si innamora della sua cliente Ellen Olenska, interpretata da Michelle Pfeiffer. Un film romantico e intimo in cui Day-Lewis si scontra con il ruolo di un membro dell'alta società di Manhattan che si innamora scandalosamente di una donna rovinata. Rispetto alla maggior parte dei suoi ruoli più forti e aggressivi, l'attore qui mostra una certa tenerezza e si concentra sull'angoscia mentale del personaggio. "Essere al centro di un film è un peso che si assume con innocenza la prima volta. In seguito, lo si prende con trepidazione" ha affermato qualche anno fa.


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In foto una scena del film L'età dell'innocenza.
In foto una scena del film L'età dell'innocenza.
In foto una scena del film L'età dell'innocenza.

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