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Effetto Wonder Woman: tutte le amazzoni del Biografilm

Da Soko a Cate Blanchett, passando per Keely Brosnan ed Eleanor Coppola, il Festival celebra il talento al femminile.
di Letizia Rogolino

Manifesto

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Cate Blanchett (Catherine Elise Blanchett) (54 anni) 14 maggio 1969, Melbourne (Australia) - Toro. Nel film di Julian Rosefeldt Manifesto.
mercoledì 14 giugno 2017 - Festival

Pochi giorni prima dell'inizio del Biografilm Festival 2017 è arrivato nelle sale italiane Wonder Woman, il cinecomic al femminile diretto da Patty Jenkins, con Gal Gadot nei panni della iconica eroina nata sulle pagine dei fumetti nei primi anni '40. Il genere dei film di supereroi, invaso fino ad oggi da ondate esagerate di testosterone, si è tinto di rosa e molti giornali hanno definito Wonder Woman il simbolo di "un femminismo moderno che non odia gli uomini".

Bologna presenta numerose locandine del festival dedicato alle storie di vita di personaggi illustri e gente comune, giunto alla sua 13° edizione. In una versione appare l'attrice Soko, protagonista del film Io Danzerò, al cinema dal 15 Giugno 2017, e in una seconda c'è la Soko cantante, colorata e super pop. Il film di Stèphanie Di Giusto racconta la figura tormentata e potente di Loïe Fuller, una ballerina dei primi anni del '900 che ha stregato Parigi con delle performance tanto estenuanti quanto ipnotiche di "serpentine dance", incurante della propria salute. La scelta di Io Danzerò come film di apertura del Biografilm è sembrato un modo per continuare a celebrare la natura femminile sul grande schermo, come se in fondo ogni epoca avesse la sua Wonder Woman, una "donna straordinaria" capace di fare cose straordinarie.

Nella prima giornata del festival è stato possibile vedere anche Manifesto, uno dei film selezionati per la sezione Biografilm Art. Si tratta di un progetto artistico nato dalla mente di Julian Rosefeldt, per cui Cate Blanchett interpreta ben 13 personaggi diversi, ognuno dei quali recita un monologo di un movimento letterario o politico nel proprio scenario.
Letizia Rogolino

Una giornalista, una senzatetto, una musicista rock, un'operaia... tredici donne che rappresentano varie classi sociali per un omaggio alla tradizione dei manifesti letterari, scritti da artisti e pensatori di tutto il mondo. Ancora una volta ho la sensazione che il Biografilm abbia scelto di celebrare il mondo femminile con la sua determinazione, forza, emotività, ma anche con le sue fragilità e fascino, in un periodo storico in cui i media tengono sempre più spesso a denunciare la violenza sulle donne. Quale arma migliore dell'arte per gridare al mondo questo messaggio forte ed indispensabile per sperare in una società civile moderna e giusta?


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In foto una scena di Poisoning Paradise.
In foto una scena di Parigi può attendere.
In foto una scena di Risk.

Qualcuno potrebbe sottolineare che l'ospite più atteso di questa edizione, era Pierce Brosnan, il mitico James Bond che continua la sua carriera sul grande schermo senza sosta. Ma non vi è stata una retrospettiva o una proiezione di un suo film in programma al festival bolognese, poiché l'attore ha in realtà accompagnato la moglie Keely Shayne Smith, regista di un interessante documentario intitolato Poisoning Paradise, che denuncia gli effetti di sostanze chimiche nocive con cui le multinazionali stanno rovinando per sempre le isole delle Hawaii. Quindi, anche se l'opinione pubblica è stata attratta dalla presenza di Brosnan, l'attore si potrebbe definire un effetto collaterale della celebrazione dell'opera di sua moglie, che lo ha iniziato all'impegno civile ed è una sua fedele alleata nel lavoro e nella vita. "Il mio principale apporto al progetto è stato preparare litri di tè e andare a comprare la pizza all'alba per la troupe" ha scherzato l'attore irlandese che ha prodotto il documentario. "Mia moglie mi ha coinvolto nella sua visione del mondo".

Un po' come Francis Ford Coppola che, nei prossimi giorni, sarà a Bologna per accompagnare la moglie Eleanor, regista del nuovo film Parigi può attendere, nelle sale italiane dal 15 giugno, con una Diane Lane protagonista di un viaggio on the road sullo sfondo di un romantico paesaggio francese. Un maestro del cinema che si farà da parte per dare spazio alla donna della sua vita, che dopo una serie di documentari, ha deciso di raccontare una storia sul grande schermo che lei stessa ha scritto e prodotto.
Letizia Rogolino

Il lazo della verità di Wonder Woman (una fune magica che, avvolta intorno ad una persona, la costringe ad essere assolutamente sincera) potrebbe fare comodo a Laura Poitras, regista del documentario premio Oscar Citizenfour del 2004 su Edward Snowden, che al Biografilm 2017 ha presentato il nuovo Risk, un'indagine intorno alla figura di Julian Assange, fondatore di Wikileaks. La Poitras si conferma ancora una volta una donna che non ha paura delle minacce del governo e delle varie realtà coinvolte, ma vuole essere scomoda e provocatoria per amore della giustizia e della verità. Un po' come Sabina Guzzanti, alla quale il Biografilm ha dedicato una retrospettiva proponendo alcuni dei suoi film di successo, seguiti poi da un esaustivo incontro Q&A. Sul fronte italiano è presente anche Piera Degli Esposti, una artista a tutto tondo che ha lasciato il segno con un talento che cammina parallelo alla passione per una forma di arte ricca e coinvolgente. Il futuro è donna si intitolava un film di Marco Ferreri del 1984 con l'attrice protagonista, e a quanto pare il presente sta confermando questa idea.


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In foto una scena di Winnie.
In foto una scena di Dopo la guerra.
In foto una scena di Amazona.

La tiara di Wonder Woman, tuttavia, va sicuramente a Gloria Steinem, la giornalista e attivista americana che ha conquistato il pubblico del Biografilm con un aspetto davvero invidiabile all'età di 83 anni e il suo pensiero. Dopo aver presentato in anteprima il documentario Woman with Gloria Steinem, che parte dal Pakistan per informare sulla violenza e gli abusi sulle donne in tutto il mondo, la celebre leader femminista che si batte oggi contro Donald Trump e la discriminazione di genere, ha rappresentato un'altra potenza femminile del Biografilm. Anche lei potrebbe essere considerata "una idealista che crede nell'amore e nella possibilità di migliorare l'umanità" come la stampa ha definito Wonder Woman.

Manca ancora qualche giorno alla fine del festival, ma sfogliando il programma si trovano altre avventure al femminile tutte da scoprire: Winnie, il documentario di Pascale Lamche sulla moglie di Nelson Mandela, attivista e combattente che ha dedicato la sua vita al popolo sudafricano, trovandosi anche al centro di una tempesta mediatica intenzionata ad avvolgere nell'ombra la sua figura; Vita agli arresti di Aung San Suo Kyi, la ricostruzione di Marco Martinelli per raccontare le tappe più importanti della vita di una donna che ha sfidato i regimi autoritari per liberare la Birmania; Amazona, l'avventura intima di Clare nella giungla colombiana alla ricerca di sua madre, ma anche di se stessa.
Letizia Rogolino

Andrea Romeo, Direttore Artistico del Biografilm, sembra aver scelto il ruolo del Capitano Steve Trevor interpretato da Chris Pine nel cinecomic della Warner Bros, puntando sull'alleanza delle numerose eroine dei nostri tempi per realizzare un festival ricco di sorprese, storie intriganti e curiose, che descrivono un mondo femminile determinato e ambizioso, con un'anima badass capace di essere anche romantica, fragile e comprensiva all'occorrenza. In fondo Romeo si è circondato anche di donne per portare avanti la macchina organizzativa, come un efficientissimo ufficio stampa, la giornalista Marta Perego come co-conduttrice degli eventi sul palco, la giornalista Silvia Bizio come guest curator e tante altre personalità necessarie.

"Non dirigo il film con il mio organo riproduttivo" ha risposto prontamente Annarita Zambrano, regista del film Dopo la Guerra, presentato prima a Cannes 70 e poi al Biografilm, dopo l'ennesima volta che le è stato chiesto come è stato dirigere un film sul terrorismo in quanto donna. Conferma del fatto che è sbagliato etichettare il talento e la creatività per una lotta di genere, ma è meglio andare avanti con un mix di ingenuità, coraggio ed impulsività che ha reso la Wonder Woman di Patty Jenkins un personaggio da imitare.


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