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Splendor XLVII, tra cronaca, realtà e finzione

Il regista Massimo Scaglione, l'attrice Laura Lena Forgia, la comica Barbara Foria e lo scrittore Giancarlo De Cataldo incontrano il critico Mario Sesti.

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sabato 13 maggio 2017 - Splendor

Il critico cinematografico Mario Sesti si divide in questo diciannovesimo appuntamento tra cronaca, realtà e finzione grazie alla presenza del regista Massimo Scaglione e dell'attrice Laura Lena Forgia, della comica Barbara Foria e dello scrittore Giancarlo De Cataldo.
Il mondo di mezzo, nelle sale dal 4 maggio, è un film che prende spunto dalla storia recente, dagli ultimi fatti di Roma Capitale. Diretto da Massimo Scaglione, il film è la storia di un 'palazzinaro', figura significativa che identifica il decadimento di una città allo sbando.
"Stavo scrivendo un film diverso e istintivamente sono stato trascinato da questi racconti o tipo di storia perché in quel periodo lavoravo nell'archivio immagini e ho avuto la possibilità di destreggiarmi tra materiali di repertorio non scottante, ma utile per analizzare quel momento di degrado che esplora i giusti temi e risponde agli interrogativi che gli spettatori si sono posti sin dal primo momento, da quando i giornali e la tv ci hanno raccontato quello che stava succedendo nell'amministrazione romana".

Il mio personaggio è un'arrivista che mette da parte qualsiasi sentimento per ottenere tutto ciò che è denaro, guadagno.

Barbara Foria è in questi giorni alla Sala Umberto di Roma con uno spettacolo esilarante, "Volevo una cena romantica...e l'ho pagata io!", in cui per 90 minuti è sola sul palco. Comica di professione, ma laureata in Giurisprudenza, la Foria è un'osservatrice e molto di quello che vede finisce nella scrittura: "Collaboro con diversi autori, ma spesso i miei spettacoli li scrivo con amici con cui ho collaborato in programmi come 'Colorado' - ha spiegato -. Lei ha iniziato sul tavolo di casa sua, quando gli zii e i genitori le chiedevano di recitare la classica poesia di Natale". Nelle sue esibizioni ama interagire con il pubblico: "Osservo anche il pubblico che mi viene a vedere, e studio immediatamente il soggetto con cui posso interagire e a cui dedicare le mie 'frecciatine'". A suo dire in Italia le comiche non sono troppo considerate per interpretazioni cinematografiche: "Invidio molto le attrici americane, perché possono permettersi di rischiare, da noi ancora esistono le etichette".


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Il momento musicale della puntata.

Magistrato e scrittore di successo, Giancarlo De Cataldo è il creatore di alcune tra le opere scritte più famose degli ultimi anni, tra le tante "Romanzo criminale" e "Suburra".

Ogni volta che si racconta di un criminale, inevitabilmente assume una sorta di aura eroica, per quanto tu possa raccontarlo nei suoi aspetti più malvagi, il lato oscuro continua a sedurre".

"I criminali veri sono noiosi, non sono così interessanti ed hanno aspirazioni piccolo borghesi, aspirano alla rispettabilità". L'amore per la parola non lo abbandona: "Oggi chiunque può fornirsi di un bagagli di informazioni notevole, altro è la scrittura perché la scrittura tende al mito e gioca sulla metafora e trasforma l'ordinario in diverso, e unico. Ogni personaggio ha una sua lingua, un suo tema musicale. A otto anni, dopo aver visto il film Le verdi bandiere di Allah, tornai a casa e scrissi di getto un racconto 'rumoroso' e poi non ho più smesso".


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