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Le giornate del cinema muto, l'icona Greta Garbo apre la rassegna

Inaugurato ieri il festival di Pordenone, in programma fino all'8 ottobre.

domenica 2 ottobre 2016 - Festival

I divi, gli autori, i generi, i kolossal, la sperimentazione, tutto quello che il cinema aveva inventato nei suoi primi decenni di vita, trova spazio nel programma della 35.ma edizione delle Giornate del Cinema Muto che si svolgono a Pordenone da sabato 1 a sabato 8 ottobre. Ed è proprio l'icona più celebre del cinema (muto ma anche sonoro), la divina per antonomasia, Greta Garbo ad aprire la rassegna con The Mysterious Lady di Fred Niblo, del 1928, in cui l'attrice interpreta uno dei suoi ruoli preferiti, quello di un'affascinante spia. Diverse scene sono girate in un teatro d'opera di Vienna durante la rappresentazione di Tosca, e la partitura composta da Carl Davis, che lo stesso autore dirigerà a Pordenone, contiene molte citazioni dall'opera di Puccini. Da sottolineare che l'organico che accompagnerà la proiezione del film è composto da 59 elementi dell'Orchestra San Marco di Pordenone, ed è il numero più alto di musicisti che mai siano stati impegnati in tutte le edizioni del festival.

L'evento inaugurale di ieri è stato preceduto dalla proiezione di À propos de Nice di Jean Vigo, che il nuovo direttore delle Giornate, Jay Weissberg, ha fortemente voluto in segno di solidarietà verso la città di Nizza recentemente colpita da un attentato terroristico.
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Se indubbiamente il programma delle Giornate offre le suggestioni più diverse, dovendo individuare il protagonista assoluto dell'edizione 2016, non possiamo non indicare il nome di William Cameron Menzies, regista ma soprattutto scenografo (fu il primo a vincere l'Oscar in questa categoria) attivo a Hollywood fino alla fine degli anni '40, dopo aver arricchito il suo già prestigioso curriculum con un Oscar speciale nel 1939 "per i risultati straordinari nell'uso del colore, che ha innalzato il livello drammaturgico di Via col vento". A Menzies le Giornate dedicano un'ampia retrospettiva curata da James Curtis, autore di uno splendido volume sulla vita e la carriera di Menzies, che lo stesso Curtis presenterà nell'ambito della Jonathan Dennis Lecture, la conferenza che ormai da parecchi anni le Giornate hanno istituito per ricordare la figura e l'opera dello studioso neozelandese che è stato uno degli amici e dei collaboratori più cari della manifestazione.


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Una scena del backstage di A Mysterious Lady con Greta Garbo.
Credits: Photoplay Productions
Una scena del film À propos de Nice.
Credits: Archivio Carlo Montanaro
Un manifesto pubblicitario di Who's Guilty? (1916).
Credits: Media History Digital Library

Tra gli altri eventi spicca l'appuntamento di metà settimana, mercoledì 5 ottobre, Monte-Cristo (1929) adattamento cinematografico ad opera di Henri Fescourt del romanzo di Alexandre Dumas padre. Una vera e propria maratona della durata di quasi 4 ore, la prima imponente - anche sotto il profilo economico - trasposizione del capolavoro letterario che negli anni a venire ispirerà molte altre volte il cinema. Dopo I miserabili, presentato nella scorsa edizione delle Giornate, Fescourt con Monte-Cristo si conferma regista allo stesso tempo raffinato e popolare, capace di sfrondare elementi della trama non necessari cinematograficamente e di aggiungerne altri che potevano rendere più comprensibile la storia particolarmente complicata per la presenza di tanti personaggi e situazioni.

Il Monte-Cristo di Fescourt può essere considerato tra le realizzazioni più alte dell'epoca del muto, un film in cui i migliori tecnici ed artisti della scena europea dell'epoca hanno dato il meglio di sé.
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Rimanendo in campo letterario, un'altra proposta di grande interesse è la doppia versione cinematografica del romanzo di Emile Zola, "Nanà". Se quella a firma di Jean Renoir del 1926 è la più conosciuta, una riscoperta assoluta è la Nanà italiana del 1917 con la regia di Camillo De Riso, che proviene dalla Cineteca di Buenos Aires. Il film non ci è pervenuto nella sua integrità, ce ne rimane solo un terzo del metraggio totale, quanto basta però per scoprire un'attrice, Tilde Kassay, che ripropone con molta abilità vezzi e atteggiamenti tipici delle dive italiane dell'epoca. Compreso quel loro modo di esprimere angoscia aggrappandosi alle tende. Il particolare momento storico - era l'anno della disfatta di Caporetto - non era però il momento più opportuno per una storia scabrosa. Così il film ebbe non pochi guai con la censura, venne subito sequestrato e solo nel 1919 e dopo il cambiamento del titolo (da Nanà a Una donna funesta) la decisione fu derubricata.


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Kelly in Battle (1912), regia/dir: Luca Comerio.
Credits: La Cineteca del Friuli
Incontro dei reali a Venezia, l'arrivo di Guglielmo II a Venezia (1908), regia/dir: Luca Comerio.
Credits: Associazione culturale Hommelette, Trieste
Janko il musicante (1930), regia/dir: Ryszard Ordynski.
Credits: Filmoteka Narodowa / National Film Archive, Warszawa

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