Voyage of Time è un inno a Madre Natura che lo stesso regista ha definito 'uno dei miei più grandi sogni'.
Un inno alla propria madre come alla madre di tutto: la Natura. È quello che ha portato il filosofo-regista americano Terrence Malick con il suo primo documentario Voyage of Time in corsa a Venezia (dove è stato il più applaudito dei film in concorso).
"Madre dove sei? Camminavi con me in silenzio prima che nascessi", queste le prime parole della voce narrante di Cate Blanchett. Da qui 90 minuti di splendide immagini: dal mondo microcellulare alla lava che incontra il mare, dalla via lattea ai pianeti, dal Big Bang ai colori delle cellule. E ancora dall'era Mesozoica, con immagini di dinosauri e uomini primitivi, fino al giorno d'oggi con sequenze di città viste dall'alto, con scene di povertà in India, con persone che praticano Tai Chi in un parco.
Descritto dallo stesso regista come "uno dei miei più grandi sogni", questo film di montaggio mostra, appunto come in un sogno, l'infinita grandezza della natura, la sua indifferenza leopardiana e la sua crudeltà nel rigenerasi con morti e rinascite.