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Splendor, il meglio della prima stagione

Perfetti sconosciuti e Lo chiamavano Jeeg Robot sono i protagonisti di una puntata speciale che mixa la meraviglia del fantastico con quella della luce di Caravaggio.
di Mario Sesti

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domenica 24 luglio 2016 - Splendor

Splendor: è un programma di cinema che usa il cinema per navigare in tutto l'universo dei linguaggi, della bellezza, della narrazione che fanno il continente inesauribile della cultura. Come se il cinema fosse un hub o una stazione orbitante da cui partire per viaggi ed esplorazioni in territori sorprendenti e sconosciuti.

In questa puntata offriamo ai nostri spettatori il meglio della stagione e quindi vedrete autori e interpreti di film italiani che abbiamo amato insieme al pubblico come Perfetti sconosciuti, Lo chiamavano Jeeg Robot, Veloce come il vento, Fiore.
Mario Sesti

In questa puntata, tuttavia, ci sono i film, ma anche le immagini da non perdere che abbiamo cercato, esplorato e condiviso con il nostro pubblico in questa stagione: insieme ai film infatti, abbiamo montato il resoconto in video di alcuni tra i più significativi eventi dell'anno, come l' installazione dedicata a Caravaggio al palazzo delle Esposizioni, le prime immagini di un film d'animazione su Van Gogh, i paesaggi da epopea impressionista, gremiti di truppe, eserciti, cavalli, contadini dei Macchiaoli.


Insomma abbiamo mixato insieme la meraviglia del fantastico del fumetto di Jeeg Robot e quella della luce di Caravaggio - il primo ad aver davvero utilizzato una luce cinematografica, ancor prima che il cinema venisse inventato. Oppure: La sensazione di energia e dinamismo di Veloce come il vento e le immagini dei macchiaioli che hanno usato il colore, i paesaggi e l'azione facendo della toscana una sorta di paesaggio western.

E infine chiudiamo su Fiore di un giovane talento, Claudio Giovannesi, selezionato dal più importante festival del mondo, che ha come protagonista due adolescenti che si amano in prigione e la passione di un'attrice come Irène Jacob, in Italia per ricordare il grande Kieslowski, che ricorda cosa vuol dire iniziare a fare del cinema da adolescenti e cercare di indossarne i panni.
Mario Sesti

È una puntata in cui la natura sensuale e incantevole delle immagini in movimento o quelle della pittura (animate esse stesse, a volte, da nuove tecnologie), che ci danno più di quanto ci diano i nostri occhi, si concentrano in cinquanta minuti. Ne sono protagonisti: il mistero di uno sguardo impenetrabile che si confessa ai cellulari, una ragazza pilota, un balordo che si scopre supereroe e due teenager che scappano da un riformatorio - ma anche il modo in cui luce, colore, azione proiettano su uno schermo o su una tela quella fusione di percezione e immaginazione dalla cui collusione nasce la creatività delle immagini. La ricchezza di visioni di questa puntata di Splendor, accompagnate come sempre dalla musica di un autore come Teho Teardo, contiene una concentrazione e uno splendore, per l'appunto, che cerchereste inutilmente altrove, anche in tv.


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