Sei anni, dieci episodi, un'attesa che sembra durare eoni: il cult britannico Sherlock è una delle serie più seguite - e meglio confezionate - del decennio, ma tanto centellinata da creare attese spasmodiche, finalmente soddisfatte al volgere del 2017.

Sherlock, cult di Bbc Worldwide tra le acquisizioni Made in UK di Netflix, deve buona parte del suo successo al protagonista, l'eclettico Benedict Cumberbatch, quarant'anni oggi.

Una carriera, la sua, puntellata negli ultimi anni da blockbuster (nei franchise di Star Trek, di Lo Hobbit e firmati da Marvel), impreziosita dalla candidatura all'Oscar (per The Imitation Game), variegata e costellata di prove d'attore memorabili (e coraggiose, come nei panni del "panmodello" di Zoolander 2) anche inedite (tra queste, da recuperare il misconosciuto Stuart: una vita al contrario, 2007, con Tom Hardy), in bilico tra cinema, tv e teatro.

In occasione del suo compleanno e in attesa di rivederlo accanto a Martin Freeman nella quarta stagione di Sherlock (prima, il 26 ottobre, sarà al cinema con Doctor Strange), abbiamo scorso la sua filmografia e selezionato le interpretazioni migliori da riguardare e da (ri)scoprire.

Grande amico di Tom Hardy, che con la space opera (era in Star Trek - La nemesi, 2002) si è fatto conoscere al grande pubblico, il versatile Cumberbatch ne ha seguito le orme accettando il ruolo dell'antagonista e dimostrando di essere tagliato anche per le produzioni più smaccatamente mainstream e action. Nei panni dello psicopatico Khan, esemplare geneticamente modificato di forza e intelletto superiori, trasuda tutta la rabbia e il dolore di un villain senza scrupoli che esige vendetta riuscendo, tuttavia, a non alienare totalmente l'empatia del pubblico. Il clone di Picard impersonato da Hardy per molti versi era simile, ma meno indulgente nei confronti dello spettatore.

Tra i titoli meno conosciuti della filmografia di Cumberbatch, Wreckers è anche uno dei pochi film in cui l'attore accetta di interpretare una persona assolutamente comune, l'insegnante David, che con la moglie si è trasferito in campagna. Il menage della coppia si incrina con l'arrivo del fratello, apparentemente il più instabile tra i due. Nei panni di David, Cumberbatch si trasforma in un uomo dal disagio interiore sopito, alienato dall'immobilità bucolica e da una tensione ingovernabile destinata a deflagrare. Assieme a Third Star (2010), altra storia "piccola" di un trentenne malato terminale di cancro e del suo ultimo viaggio, Wreckers è l'esplorazione della tragedia del quotidiano più riuscita della carriera dell'attore.

Lo spettacolo teatrale diretto da Danny Boyle - e reso disponibile anche ai meno fortunati che non hanno potuto vivere l'esperienza dal vivo dal National Theatre Live - rappresenta l'apoteosi della flessibilità di un interprete graziato da un livello di trasformismo fisico quasi soprannaturale. La nascita della Creatura che si contorce impossibilmente nel tentativo di carpire i principi della coordinazione, il terrore, la solitudine e l'amarezza di un mostro vittima del rigetto sono rese da Cumberbatch con una violenza tangibile che ferisce il pubblico. La performance migliore dell'interprete dal punti di vista della fisicità.

Nei panni del crittologo Alan Turing si è guadagnato nel 2015 la candidatura all'Oscar come miglior attore protagonista, soffiatagli da Eddie Redmayne per La teoria del tutto con un ruolo già portato sullo schermo (in Hawking) da Cumberbatch stesso nel 2004, il fisico Stephen Hawking. Il britannico rende giustizia a Turing con un'interpretazione sommessa e delicata, contenuta e commovente; se il destino del brillante scienziato è già di per sé straziante, la performance di Benedict sa rendere più insopportabile il sapore dell'ingiustizia. L'attore ha senz'altro un debole per i biopic di figure geniali dalle esistenze variamente travagliate, vedi anche il menzionato Hawking, Il quinto potere (2013, su Julian Assange) e il docu-movie Van Gogh: Painted with Words (2010, su Vincent Van Gogh).

Ispirata ai romanzi di Ford Madox Ford, adattata per la televisione da Tom Stoppard, Parade's End è una miniserie period in forma di grande affresco storico in cinque atti ad aver permesso a Benedict di dare forma alla sua interpretazione più memorabile. Lo sfortunato Christopher Tietjens è un titano dell'ordinario, stoico nella sua coriacea e autolesionista lealtà ai propri, incrollabili principi: un personaggio poco sexy, difficilissimo, dall'introversione gargantuesca, cui l'attore riesce a conferire un fascino dapprima impercettibile e poi roboante. Non solo l'interpretazione - finora - migliore di Cumberbatch, anche uno dei più bei personaggi finzionali del decennio.