Advertisement
Jean-Jacques Annaud: «A pagina 66 de Il nome della rosa mi ero già innamorato»

A 30 anni dal film, il regista ricorda i retroscena curiosi e divertenti.
di Pino Farinotti

Il nome della rosa

Impostazioni dei sottotitoli

Posticipa di 0.1s
Anticipa di 0.1s
Sposta verticalmente
Sposta orizzontalmente
Grandezza font
Colore del testo
Colore dello sfondo
0:00
/
0:00
Caricamento annuncio in corso
Sean Connery (Thomas Sean Connery) Altri nomi: (Sir Sean Connery ) 25 agosto 1930, Edinburgo (Gran Bretagna) - 31 Ottobre 2020, Nassau (Bahamas). Interpreta Guglielmo da Baskerville nel film di Jean-Jacques Annaud Il nome della rosa.
lunedì 18 luglio 2016 - Focus

Nel quadro della Milanesiana il Teatro Parenti ha ospitato Jean-Jacques Annaud, il regista de Il nome della rosa, tratto dal bestseller di Umberto Eco. Il cineasta francese ha raccontato retroscena curiosi, e divertenti, della genesi del progetto. Ha dichiarato di essersi innamorato del romanzo arrivato a pagina 66, di aver chiamato il suo agente e di avergli ordinato di acquisirne i diritti. Era il 1985 e il regista non era ancora il maestro che si sarebbe accreditato, anche se vantava un precedente molto importante, e più che promettente. Col suo Bianco e nero a colori aveva vinto l'Oscar come miglior film straniero. Era il 1977, Annaud aveva solo 34 anni. Ma Eco era già un autore, un maestro, un modello già entrato nel vertice della cultura europea. La Bompiani aveva pubblicato "Il nome della rosa" nel 1980. Il libro era già stato tradotto in molte lingue, e aveva già venduto centinaia di migliaia di copie. Ma le 40 lingue e i 60 milioni di copie furono i numeri successivi all'uscita del film nella sale di tutto il mondo. Le Monde, una piattaforma che fa testo, lo inserì nei cento libri del secolo.

I due autori: Annaud, col cuore in gola attese che Eco si presentasse all'appuntamento all'aeroporto di Parigi, erano le cinque del mattino. Eco arrivò "truccato" da Sherlock Holmes. Le ragioni c'erano naturalmente.
Pino Farinotti

La prima era il senso spettacolare e paradossale che apparteneva allo scrittore, l'altra erano le numerose connessioni col plot del romanzo che presenta radici storiche e richiami letterari diversi, per esempio col giallo, quello nobile di Doyle: il frate francescano protagonista si chiama Guglielmo di Baskerville, richiamo decisamente esplicito al più noto dei racconti di Doyle, "Il mastino dei Baskerville", il suo assistente si chiama Adso, un nome che certo evoca quello del dottor Watson. Il resto sono citazioni, storia, cultura e misteri. Annaud si pose sottotono, disse che riteneva un grande privilegio la semplice attenzione dell'italiano e che sarebbe stato un trionfo se gli avesse concesso la fiducia per il film. Così avvenne e Annaud fece un buon film.


In foto il regista Jean-Jacques Annaud.
In foto il regista Jean-Jacques Annaud insieme a Sean Connery.
In foto Umberto Eco.

"Buon film" non significa niente di riduttivo perché occorre sempre considerare le diverse chimiche della letteratura e del cinema. E non è davvero facile combinarle, e quasi impossibile combinarle alla perfezione. "Il nome della rosa", libro, ha una struttura molto complessa, decisamente "letteraria", è impossibile, per il cinema, coi suoi codici di racconto e di tempo, aderire in assoluto. Appunto. E poi ho notizie dirette in merito, mi vengono da... Umberto Eco, che casualmente incontrai al Caffè Sforzesco di Milano, a due passi da casa sua. Stavo ragionando su un mio programma sul rapporto fra il libro e il film, che ho realizzato per il Comune, e pensavo proprio a "Il nome della rosa". Incredibilmente Eco sedette al tavolino vicino al mio. Dovette credere all'incredibile circostanza perché... era stato lui a prendere posto vicino a me. E così ebbi le notizie dirette.

Eco mi disse che aveva avuto inizialmente delle perplessità rispetto a Sean Connery, che per lui continuava ad essere James Bond.
Pino Farinotti

"Davvero non lo vedevo con un saio, e circondato da gente in costume medievale. Tuttavia mi sbagliavo, è stato quasi perfetto. E poi non bisogna sottovalutare cosa rappresentava allora Connery, una sicurezza assoluta. Il film gli deve molto. E anch'io". Poi focalizzò la differenza fisica fra libro e film. "Il nome della rosa" è un volume di oltre 500 pagine, e dunque il regista è stato costretto a sintesi e a rinunce dolorose, ma l'essenza, il cuore del racconto non ha subito... menomazioni gravi. È accaduto spesso che un grande titolo, di quelli che fanno la storia, abbia avuto la doppia versione, quella "breve" chiamiamola così, del grande schermo, e quella filologica, col tempo necessario, del piccolo.


CONTINUA A LEGGERE
Una scena del film Il nome della rosa.
Una scena del film Il nome della rosa.
Una scena del film Il nome della rosa.

{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati