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Matthew Modine: «Il futuro di cinema e serie è in streaming»

Il protagonista di Birdy e Full Metal Jacket sarà dal 15 luglio su Netflix con Stranger Things, che ha definito «una centrifuga di cinema anni 80».
di Lorenza Negri

In foto Matthew Modine, protagonista di Stranger Things, nuova serie originale Netflix disponibile in streaming dal prossimo 15 luglio.
mercoledì 6 luglio 2016 - Netflix

"Prendi E.T. - L'extraterrestre, I Goonies, Poltergeist, due attori famosi degli anni '80, centrifuga tutto e avrai Stranger Things", così Matthew Modine, icona di un intero decennio, di recente ospite al 56° Festival della Televisione di Monte-carlo, ha spiegato in cosa consiste la serie thriller di Netflix che debutta sulla piattaforma streaming il 15 luglio.

La nuove serie, divisa in otto episodi, ambientata nel 1983 e creata dai gemelli Duffer di Wayward Pines è il loro omaggio ai film con cui sono cresciuti, a Spielberg e a Stephen King. I protagonisti sono un gruppetto di ragazzini nerd - Mike, Lucas, Dustin Will - costretti a confrontarsi con forze soprannaturali, una bambina dai poteri inauditi e gli scienziati di un centro di ricerca dalle attività misteriose.
Lorenza Negri

Nel cast di Stranger Things troviamo anche Winona Ryder, altro volto significativo degli anni '80 e '90 che interpreta l'intrepida mamma di Will. Modine, invece, è lo sfuggente Dr. Brenner.


STRANGER THINGS: DAL 15 LUGLIO SU NETFLIX
In foto Matthew Modine in una scena di Stranger Things, dal 15 luglio su Netflix.
In foto Matthew Modine, tra i protagonisti di Stranger Things, dal 15 luglio su Netflix.
In foto Matthew Modine in una scena del film Full Metal Jacket (1987).
L'intervista esclusiva a Matthew Modine

Matthew, chi è il Dr. Brenner, protagonista di Stranger Things?
Non posso dirvi molto sul personaggio, ma il Dr. Brenner conduce esperimenti e tra i soggetti che studia c'è una bambina molto importante per l'evoluzione della storia. Di primo acchito può sembrare un cattivo, ma la situazione è più complessa e stratificata. In più, lui non si reputa tale. Nei primi due episodi il pubblico vedrà poco il mio personaggio, poi avrà occasione di osservarlo in azione sempre più di frequente, ma senza riuscire davvero a comprenderlo.

Nel cast c'è anche Winona Ryder: com'è stato tornare a lavorare con lei?
Non abbiamo avuto molte occasioni per interagire, altro non posso dire. Ma sono stato contento, era trascorso molto tempo dalla nostra prima collaborazione: Winona aveva una quindicina di anni, io almeno dieci di più, ed era innamorata di me. O meglio, di Birdy - quindi di un mio personaggio, non di me - ma questo rese tutto molto strano. Accadde in occasione delle riprese del videoclip di "Love So Beautiful" di Roy Orbison, nel quale io sono un clown innamorato di una trapezista del circo che un giorno si rende conto di aver dimenticato di mettere la rete di sicurezza e corre per salvarla. È un video meraviglioso, se lo trovate guardatelo.

In Stranger Things, i riferimenti agli anni '80 e al cinema di quegli anni sono evidenti sin dai trailer: come mai, secondo lei, c'è questa tendenza?
Rientra nel trend recente sempre più diffuso a rifarsi a opere preesistenti, così come i remake e i reboot. I cineasti di oggi appartengono a una generazione cresciuta a pane e Spielberg; si ispirano agli action degli anni '80 perché questo è quello che guardavano da piccoli. Gira e rigira, i concetti sono sempre gli stessi, cambia solo la maschera. Cosa c'è di così diverso tra Superman e Capitan America? Il costume, le circostanze relative ai loro poteri? Negli altri settori l'arte è lo specchio dei tempi, basti pensare alla musica, che riflette sempre sul periodo contingente: ci sono stati gli anni in cui le canzoni erano di protesta, contro la guerra, a favore dell'ambiente, e poi gli anni in cui erano tutte all'insegna del divertimento.

Non lo dico come una critica, ma molti, fra i registi e gli sceneggiatori di oggi, non hanno esperienza della vita, non sanno cosa vuol dire veramente lottare, innamorarsi o avere il cuore spezzato, lo hanno imparato dai film visti fin da bambini. Il risultato sono storie che sono riflessi degli specchi: ce n'è uno qui, e qui e qui e si riflettono uno nell'altro, e il riflesso diventa il riflesso di un altro riflesso. È un fenomeno esclusivamente hollywoodiano, perché basta guardare un film di Iñárritu o di un altro regista sudamericano o scandinavo per non trovare traccia della questione.


In foto Matthew Modine in una scena del film Private School (1983).
In foto Matthew Modine in una scena del film The Dark Night Rises (2012).
In foto Matthew Modine in una scena del film Memphis Belle (1990).



Gli otto episodi di Stranger Things saranno tutti subito disponibili. Cosa ne pensa?
Ora sono i consumatori ad avere il controllo della fruizione, questo grazie a Netflix e ad altre piattaforme digitali: è il più grande cambiamento nella Storia della distribuzione dell'intrattenimento. Una volta dovevi tenere gli occhi sull'orologio se volevi tornare a casa in tempo per il prossimo episodio di L'isola di Gilligan, ora ci si può permettere di dire "Mangio fuori e recupero qualche episodio quando torno".

È la prima volta che lo spettatore ha il potere di decidere e lo trovo fantastico. Il confine tra film e serie non ha più ragione di esistere: quest'ultima può essere fruita tutto in un fiato, come un prodotto cinematografico, e così è stata concepita Stranger Things, come un lungo film. In questo senso anche Full Metal Jacket avrebbe potuto funzionare come serie. Il punto è: non esiste più una distinzione tra cinema e serie, ma tra ciò che streaming e ciò che invece è lineare.


STRANGER THINGS: DAL 15 LUGLIO SU NETFLIX
In foto Matthew Modine in una scena del film Corsari (1995).
In foto Matthew Modine in una scena del film Orphans (1987).
In foto Matthew Modine in una scena del film Birdy (1984).

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