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Addio a Bud Spencer

L'attore si è spento ieri sera a Roma all'età di 86 anni. Lo ha annunciato, con una nota, il figlio Giuseppe.
di Fabio Secchi Frau

martedì 28 giugno 2016 - Celebrities

Si è spento ieri sera a Roma all'età di 86 anni il gigante buono del cinema italiano, il cui nome - nel panorama del cinema e della televisione - è da sempre accoppiato a quello di Terence Hill, con il quale ha condiviso numerose commedie per ragazzi, che hanno saputo far ridere e intrattenere le generazioni di ben tre decenni.

I titoli che affollano la sua carriera sono sbalorditivi (sia per originalità che per numero), ma ancora più sbalorditivo è il fatto che Bud Spencer è stato una scommessa vinta da un regista come Giuseppe Colizzi, che ha visto in questo omone dalla voce burbera, ex campione di nuoto, uno dei volti più amati dal pubblico italiano.
Fabio Secchi Frau

Cresciuto in una famiglia benestante, Carlo Pedersoli (vero nome di Bud Spencer) si appassiona allo sport fin da piccolo, in particolar modo al nuoto, vincendo da subito alcuni premi. Nel 1940, la sua famiglia lascia Napoli per affari e si sposta a Roma. Diplomato con il massimo dei voti, comincia a studiare chimica all'Università di Roma, ma nel 1947, la sua famiglia - ancora per ragioni di lavoro - è costretta a trasferirsi in Sud America e Carlo deve abbandonare la sua istruzione e dedicarsi al lavoro: prima in una catena di montaggio a Rio de Janeiro, poi come bibliotecario a Buenos Aires e infine come segretario all'Ambasciata italiana in Uruguay.


È il nuoto a reclamarlo ancora una volta e a farlo ritornare in Italia: diventa campione italiano di nuoto a rana e, fra la fine degli anni Quaranta e l'inizio dei Cinquanta, vince il campionato nei cento metri stile libero, detenendo il titolo fino alla fine della sua carriera sportiva. Ma non dimenticherà lo studio, tanto è vero che s'iscriverà a Giurisprudenza.

Grazie al suo fisico possente e scultoreo, ha la possibilità di entrare nel mondo del cinema e il suo battesimo è tenuto niente meno che da Dino Risi che lo inserisce nel cast di Vacanze col gangster (1951), set in cui incrocerà un altro ragazzo che, anni più tardi, si legherà in maniera indissolubile alla sua personalità artistica: stiamo parlando di Mario Girotti (alias Terence Hill).
Fabio Secchi Frau

Nel frattempo, partecipa alle Olimpiadi di Helsinki e di Melbourne nella sua specialità e in pallanuoto e, divenuto campione europeo, viene invitato alla Yale University. Ma gli allenamenti si fanno ripetitivi e i ritmi massacranti, da qui la decisione di lasciare tutto (perfino gli studi, nonostante gli mancassero pochi esami alla laurea). Ogni tanto, si inserisce come comparsa in qualche film italiano ed internazionale, ma il cinema è ancora molto lontano dai suoi pensieri.


Parte per il Sud America e lavora per nove mesi in un'impresa che ha l'appalto della costruzione della Panamericana (la strada che collega Panama a Buenos Aires). Dopo questa esperienza, trova un lavoro in una ditta automobilistica a Caracas e lì rimane fino al 1960, anno del suo rientro a Roma, dove sposa Maria Amato, figlia di uno dei più affermati produttori cinematografici italiani. Ma Carlo sta ben lontano dal cinema, avvicinandosi invece alla musica. Firmerà, infatti, un contratto con la casa musicale RCA come compositore di canzoni popolari e colonne sonore. Nascono Giuseppe e Christina, i suoi figli, ma con la scadenza del contratto con la RCA e la morte del suocero, Bud si accosta al cinema come produttore di documentari per la Rai.

È il 1967 quando Carlo Pedersoli diventa Bud Spencer, nome ispirato a Spencer Tracy e alla birra Bud, scelto per farlo apparire più internazionale e per non utilizzare un nome che era famoso nell'ambito sportivo.
Fabio Secchi Frau

Bud Spencer nasce quando un suo vecchio amico, il regista Giuseppe Colizzi, gli offre il ruolo del protagonista in Dio perdona... io no! (1967). Dopo qualche esitazione, Bud accetta (convinto che rimarrà un'esperienza isolata) e si ritrova sul set con Terence Hill, che è stato scelto per sostituire Peter Martell (che ha avuto un incidente durante le riprese). È questa la prima pellicola che sancisce una delle coppie cinematografiche entrate nella storia del cinema italiano: Mario e Carlo diventano per tutti Terence e Bud, gli eroi degli adolescenti degli anni Sessanta-Settanta. A quest'opera cinematografica sempre per la regia di Colizzi seguiranno: I quattro dell'Ave Maria (1968), La collina degli stivali (1969) e Più forte, ragazzi! (1972) - di cui Bud Spencer firma anche le musiche -. Mentre la coppia Spencer-Hill lavorerà in ben 19 film, di cui i più famosi sono senza dubbio i cult Lo chiamavano Trinità (1970) e il suo seguito ...continuavano a chiamarlo Trinità (1971), entrambi di Enzo Barboni che si firmò E.B. Clucher.
Bud Spencer sperimenta anche altri generi cinematografici: il thriller, lasciandosi dirigere da Dario Argento in 4 mosche di velluto grigio (1971), e il dramma con Torino nera (1972) di Carlo Lizzani, ma ovviamente il successo è sicuramente meno rispetto all'ondata di internazionalità che investe le pellicole che lo uniscono a Terence Hill.


Nel 1972, il successo di Bud è anche nella vita privata, nasce Diamante, la sua seconda figlia, e viene diretto da Steno, costruendo il personaggio del commissario Rizzo con Piedone lo sbirro (1974) che verrà ripreso in Piedone l'africano (1978), Piedone a Hong Kong (1975) e Piedone d'Egitto (1979). Oltre a Colizzi e Steno, Bud Spencer lavorerà con Marcello Fondato in Altrimenti ci arrabbiamo (1974), con Franco Rossi in Porgi l'altra guancia (1974), con Pasquale Festa Campanile ne Il soldato di ventura (1975) e con Michele Lupo in Bulldozer (1978), mentre farà coppia perfino con Giuliano Gemma in Anche gli angeli mangiano fagioli (1973).

Dalla sua filmografia sono però da ricordare assolutamente: I due superpiedi quasi piatti di Enzo Barboni, Pari e dispari di Sergio Corbucci e l'indimenticabile Io sto con gli ippopotami di Italo Zingarelli.
Fabio Secchi Frau

Negli anni Ottanta, torna al western con Occhio alla penna (1981) di Michele Lupo, ma il successo non è quello sperato, così Bud si rifugia nel piccolo schermo dove diretto da Steno e da Enzo G. Castellari apparirà rispettivamente nelle serie: Big Man (1988-89) ed Extralarge (1990-93). Dopo tanti progetti andati a vuoto per riunirlo a Hill, Bud si ritroverà diretto dallo stesso collega nel western Botte di Natale (1994) che però è un flop e negli ultimi anni (dopo un cameo nel film di Pieraccioni Fuochi d'artificio) ha dimostrato le sue qualità di attore drammatico dedicandosi anche a film impegnati come l'intenso Cantando dietro i paraventi del maestro Ermanno Olmi.


È sbagliato considerare Bud Spencer un attore di serie B, così come è sbagliato considerate tutte le sue pellicole delle commediole all'acqua di rose, che strizzano l'occhio al western spaghetti, per nulla di più di un puro divertissement per il pubblico meno colto.

Se non ci fosse stato Bud Spencer, molti degli adulti di oggi sarebbero stati a corto di un mito che nonostante la stazza enorme, ha compiuto un tuffo nel cinema per il piacere di darci un tuffo al cuore.
Fabio Secchi Frau

A consacrarlo come merita, il David di Donatello alla carriera nel 2010, che riceve insieme all'altro componente della storica coppia, Terence Hill.


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