Il suo I tempi felici verranno presto è l'unico film italiano in programma alla 55esima Semaine de la critique.
Alessandro Comodin parla de I tempi felici verranno presto come di un lavoro sulla fuga. Ma il film, che passa alla Semaine de la Critique a Cannes, non è solo questo.
Dopo L'estate di Giacomo, Pardo d'oro cineasti del presente a Locarno 2011, il giovane regista friulano mette in scena un'opera onirica.
Tutto ha inizio con la fuga di due giovani, Arturo e Tommaso, che scappano dalla prigione nella foresta. Fuggono a più non posso tra gli alberi, si nutrono di funghi, mentre da lontano si sentono gli echi di una guerra qualsiasi. Ma Arturo e Tommaso giocano, sono e restano dei ragazzi. Ma non dura a lungo, nella foresta i due trovano la morte e tutto si sposta nel presente.
Nel film viene evocata così ad un certo punto la favola di un lupo innamorato di una cerva bianca la cui morte provoca in lui un dolore immenso. Ma si racconta anche di una ragazza, Ariane, malata, anche lei in fuga verso la natura e alla ricerca del lupo. Tutto si confonde.