Qualcuna è appena uscita in sala, qualcun'altra è in dirittura d'arrivo, qualche altra ancora attende una spinta di incoraggiamento ma tutte hanno in comune il genere, l'audacia, l'originalità, il Paese di origine e un grande successo di pubblico. Almeno in patria. Perché con le geografie e i contesti culturali qualche volta mutano la comprensione spettatoriale e la conseguente accoglienza di un'opera in sala, magari apprezzata nel proprio Paese ma indigesta in un altro. E viceversa. Ma spesso è guardando fuori dai propri confini che possiamo riscoprire la nostra vitalità e le nostre risorse, così accade al cinema francese sbarcato in Italia o in profumo di sbarco.

Vademecum per la commedia, vivaio del cinema francese, abbiamo selezionato alcuni titoli che ribadiscono la vitalità della sua cinematografia. Cinematografia che punta da sempre sulla diversificazione.

Dato conto di questa diversità resta la commedia, romantica e non, il genere più amato dai francesi davanti ai drammi e ai film d'azione, ai film storici e ai documentari, al cinema d'autore e a quello d'animazione. Dalla commedia sociale di Alexandra Leclère (Benvenuti...ma non troppo) a quella lunare di Dominik Moll, passando per quella analogica di Michel Gondry fino a quella sottilmente politica di Thomas Lilti, ce n'è davvero per tutti i gusti. Bonne séance.

In un immobile del sesto arrondissement di Parigi, una famiglia di destra e una coppia bobo di sinistra prova a opporsi a un nuovo decreto che obbliga i cittadini con metri quadri in eccesso ad accogliere precari o senza tetto che non sanno dove svernare un inverno mai così rigido. I tentativi di resistenza implodono un condominio très chic della capitale, infilando una serie esilarante di gag.

Commedia sociale che vira in vaudeville, Benvenuti...ma non troppo finisce per interessarsi più delle vicissitudini coniugali dei suoi protagonisti che della frattura sociale.

Abitato da una galleria di caratteristi francesi tra cui spicca la straordinaria Sandra Zidani, Alexandra Leclère lascia che gli indigenti restino delle silhouettes definite dalla nazionalità e dal loro stato di miseria piuttosto che da una personalità o una storia singolare.

Michel Gondry recupera la grazia infantile del suo cinema analogico e performativo e realizza un road-movie di formazione che conduce i due adolescenti del titolo in viaggio nella provincia francese e dentro l'estate più bella della loro vita.

Storia di elezione mutuale, Microbo & Gasolina omaggia i buddy-movie degli anni Ottanta e quell'amico che forse anche noi come i protagonisti abbiamo perso di vista crescendo ma senza il quale oggi non saremmo quello che siamo.

In direzione ostinata e contraria, Gondry risponde alla tecnologia col bricolage, la fantasia e l'ingegno, trasformando la pratica quotidiana in poesia.

Improntato in apparenza sullo spirito della commedia, Florida è la cronaca di un lungo viaggio diretto in Florida e interpretato da Jean Rochefort.

Maestro dell'arte drammatica, Rochefort interpreta un ottantenne affetto da demenza senile e ritirato dal lavoro e dalla vita ad Annecy. In volo con uno spirito che si perde, la figlia lo accompagnerà in America dove vive un'altra porzione del suo cuore.

Sospeso tra instabilità, l'immaginario da una parte, e principio di realtà, la logica dall'altro, Florida vira in dramma, il dramma di un uomo che lascia lentamente il mondo dei vivi per entrare là dove nessuno può più penetrare.

Atterraggio riuscito su Marte per Dominik Moll che firma una commedia nera su un padre di famiglia (Philippe Mars) travolto dai figli e da avvenimenti bizzarri.

Inesauribile mina della commedia, la monotonia quotidiana esplode sotto il naso e nel salotto del protagonista confrontando la verve comica di Vincent Macaigne con la placidità di François Damiens.

Ed è Macaigne a interpretare il collega che entra ed esce dall'ospedale psichiatrico, traghettando Philippe verso un cammino di 'irragionevolezza' e redenzione. Commedia esilarante e battaglia di dialoghi, Des nouvelles de la planète Mars è una dramèdie lunare che alla precisione della scrittura aggiunge una dose di umore onirico.

Lungo la Costa Azzurra, luogo della sua infanzia, Rose Bosch immagina una commedia dolce amara sullo choc delle generazioni, sbarcando due adolescenti parigini nella campagna dei nonni.

Dentro paesaggi soleggiati, nonni e nipoti supereranno l'impasse e i rispettivi pregiudizi spostando più avanti la relazione.

Interpretato da Jean Reno e Anna Galiena, Un'estate in Provenza è la cronaca di una vacanza iniziatica tra cicale e pastis, una commedia familiare riconciliata e senza sorprese.

Odissea dionisiaca in Bretagna, Marie et les naufragés è una storia d'amore che rivisita la commedia romantica nella maniera più irresistibile.

Gravitante intorno alla fanciulla del titolo, il nuovo film di Sébastien Betbeder (2 autunni, 3 inverni) richiama all'avventura quattro uomini e orchestra una caccia incrociata in cui i protagonisti si cercano, si seguono e si perseguitano sulle note pop elettroniche di Sébastien Tellier.

Vimala Pons, che non ha bisogno di esagerare la sua natura per provocare turbamento, è il cuore di una giostra che invita al viaggio immaginario e baudelairiano. Perché della musa di Baudelaire (Marie Daubrun), la Pons possiede il nome, il mistero e il potere interiore.

Debutto alla regia dello sceneggiatore Julien Rappeneau, Rosalie Blum adatta la trilogia grafica di Camille Jourdy e svolge la vita di un uomo e una donna paralizzati dalla loro solitudine.

Feel-good movie nella provincia francese, Rosalie Blum flirta con la linea chiara della narrazione dei fumetti, trovando la leggerezza e il tono ludico.

Raccontando lo stesso avvenimento da tre punti di vista differenti, Rappeneau dipinge la solitudine e la noia che afferra le periferie del mondo e i suoi eroi schivi.

Dopo il grande successo di Hippocrate, Thomas Lilti affronta di nuovo la professione medica con Médecin de campagne.

Abbandonato l'ospedale per la campagna e i medici ospedalieri per quelli generalisti, Lilti drammatizza questa volta il quotidiano di Jean Pierre, un medico di campagna che percorre infaticabile le strade di un dipartimento rurale per visitare i suoi malati prima di occuparsi di quelli che lo attendono in studio.

È così giorno e notte, sette giorni su sette fino allo sfinimento e fino a quando un cancro non lo costringe a farsi affiancare da una collega. E nel capovolgimento, medico-malato, la commedia drammatica di Lilti trova l'ispirazione più profonda, sottolineando l'importanza della parola e delle relazioni sociali, traslocando la questione della cura dalla campagna nel cuore di un discorso politico.