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Bravo, me l'hai fatta!

Il comedy placement, ovvero come far funzionare una commedia in Italia: Loro chi?. Di Roy Menarini.
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di Roy Menarini

In foto Marco Giallini e Edoardo Leo in una scena del film.

lunedì 23 novembre 2015 - Focus

L'editore costretto con la forza ad ascoltare la storia del protagonista di Loro chi? - nella cornice narrativa del film di Fabio Bonifacci e Francesco Micciché - a un certo punto non si trova più sotto minaccia. Eppure accetta lo stesso di proseguire, perché è troppo curioso di sapere come andrà a finire.

I racconti incorniciati, nel cinema, sono sempre anche riflessioni precise sullo storytelling da grande schermo. Se un film funziona, nessuno deve puntarci una pistola alla tempia per farci restare in sala, e siamo noi a volerci far condurre ovunque voglia il narratore.
Non è dunque un caso che Loro chi? sia l'opera prima di uno sceneggiatore (Bonifacci, sia pure coadiuvato da Micciché), visto che intorno al raccontare storie (e al costruire finzioni) si basa tutto il soggetto. E funziona decisamente bene, con un occhio a Dino Risi, un altro al cinema di Adriano Celentano (Bluff e Mani di fata) e più scoperti omaggi alla commedia all'italiana anni Sessanta.

C'è però qualcosa di più interessante. Si tratta del product placement e delle Film Commission, orizzonti ingombranti per il cinema italiano. Tutti gli affezionati alla nostra cinematografia, dopo aver salutato con entusiasmo la cosiddetta "de-romanizzazione" delle italiche location, negli ultimi anni ha cominciato a ricredersi, a causa della prepotenza con la quale territorio e tessuto urbano pretendono il centro dell'inquadratura. E così molti nostri film, insieme al racconto, portano avanti una sorta di slide-show delle piazze cittadine, dei monumenti più noti, delle facciate più fotogeniche, spesso con effetti fotografici da spot televisivo che non aiutano la sprovincializzazione del nostro cinema. Stessa cosa per i prodotti pubblicizzati, cui sceneggiatori e registi trovano spesso una legnosa collocazione dentro al testo.

Ebbene - così come Buongiorno papà aveva esplorato la brillante idea di inserire il product placement nella narrazione, facendone il mestiere di uno dei protagonisti - così Loro chi? offre un esilarante esempio di truffa all'italiana quando Marcello e David (Giallini e Leo) fingono di dover produrre una fiction e approfittano degli appetiti sconsiderati di un Comune che spera di poter figurare nell'opera. Attricette locali, istituzioni pubbliche, produttori di cibo a chilometro zero, hotel della zona, e persino la malavita vanno a bussare alla porta dei due pur di far parte dell'iniziativa.

Insomma ridendo e scherzando, i due registi hanno raccontato qualcosa di sarcastico sul mondo della produzione contemporanea e sulle ossessive pratiche del costruire un budget attraverso l'accumulo di finanziatori nazionali, ministeriali, regionali, e sfruttando il pur benedetto tax credit che permette investimenti ai privati e alle aziende. I territori di Loro chi? sono in fondo tutti truffaldini, perché su ogni cosa - in Italia - sembrano esserci due soli ruoli: chi frega e chi è fregato. Tranne lo spettatore del film che, se viene turlupinato, trova anzi soddisfazione e si complimenta con chi lo ha depistato esclamando: "Bravo, me l'hai fatta!".

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