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Maledetto dagli uomini, benedetto dagli dei

Brad Pitt è un corpo insostituibile, un'evidenza. Ma è evidente da subito che Pitt non ci sta a fare bella mostra di sé nei poster delle adolescenti.

Brad Pitt (William Bradley Pitt) (60 anni) 18 dicembre 1963, Shawnee (Oklahoma - USA) - Sagittario. Interpreta Roland nel film di Angelina Jolie By the Sea.

venerdì 13 novembre 2015 - Celebrities

Per spiegare la capacità di attrazione delle star esistono due ordini, uno relativo alla notorietà artistica, l'altro a quella mediatica. Il primo rinvia al talento che la società riconosce all'artista, il secondo allo spazio che l'artista occupa nella produzione giornalistica. Brad Pitt si muove da sempre tra questi due poli in equilibrio perfetto e senza che una delle due prospettive prenda mai il sopravvento sull'altra. Basculando tra encomi ed esecuzioni sommarie, è candidato tre volte all'Oscar come attore ma lo vince due volte come produttore (The Departed, 12 anni schiavo), confermando una volta di troppo la miopia dell'Academy.

Perché Brad Pitt è un corpo, quello che rende un attore diverso da un altro, quello che non è sostituibile con un altro, quello senza il quale un certo film non sarebbe più lo stesso. Brad Pitt è un'evidenza, la sua incarnazione sullo schermo. Lo è dalla prima apparizione negli anni Novanta dentro un paio di jeans Levi's e in uno spot commerciale che rivela subito la cool attitude. Ed è in un paio di jeans che Ridley Scott lo infila (Thelma & Louise) per sedurre Thelma e rubarle il denaro. Il suo fondo base e le sue onde bionde sotto il cappello da cowboy gli valgono il titolo di pin-up boy ma è evidente da subito che Pitt non ci sta a fare (soltanto) bella mostra di sé nei poster delle adolescenti.

Avviata la filmografia sul côté sexy, che acquista una dimensione più bucolica all'ombra di Robert Redford e Anthony Hopkins, Pitt la infrange a forza di pugni e a colpi di film-choc. Kalifornia, Seven, Fight Club, L'esercito delle 12 scimmie indagano un profilo underground che non disdegna di venire alla luce, incarnandosi di volta in volta nella morte (Vi presento Joe Black), in un semidio (Troy), nel tempo che scorre (Il curioso caso di Benjamin Button). Scegliere i propri ruoli, decidere ruoli differenti, gli dona un'aura supplementare e tradisce la volontà di non cavalcare troppo a lungo lo stereotipo dell'eroe biondo maledetto dagli uomini (Vento di passioni) o benedetto dagli dei (Troy). Ruolo che abbraccia in ogni caso appassionato, giocando con la sua immagine angelica in produzioni estetizzanti e levigate che innamorano con haircuts folti e nutriti. Capelli corti, lunghi, rasati, legati, intrecciati, l'attore infila e sfila acconciature che decifrano lo stile e il carattere dei suoi personaggi, risplendenti nel peplum, nelle arene clandestine, ai tavoli del casino, sui versanti dell'Himalaya, sugli spalti, dentro un tank Sherman. Un'irrequietezza di foggia la sua che esercita un fascino su chi lo guarda: più biondo di una miss svedese in Vi presento Joe Black, Jesus californiano in Vento di passioni, scriminatura abbassata ne L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, petit chapeau in Snatch - Lo strappo, taglio boys-band in Burn After Reading o militare e autoriale in Bastardi senza Gloria, The Tree of Life, Fury.

I personaggi interpretati finiscono per definire la sua carriera artistica e per 'quantificare' la sua presenza mediatica. Se L'esercito delle 12 scimmie lo impone come attore, evolvendolo da 'bel ragazzone' e Seven e Fight Club lo consacrano icona che trascende il pubblico femminile e maschile, Mr. & Mrs. Smith cambia il corso della sua vita privata, separandolo da Jennifer Aniston e legandolo indissolubilmente ad Angelina Jolie. Da quel momento la sua carriera procede sul doppio binario impegnandolo a resistere sotto i colpi bassi della cronaca rosa e dei tabloid scandalistici, che annunciano crisi matrimoniali o screditano la virilità della star, campando relazioni omosessuali. Coppia glamour e 'impegnata', che conta sei figli all'attivo e un settimo in arrivo dalla Siria, Pitt e Jolie tornano insieme sullo schermo dopo dieci anni in un film scritto e diretto dalla consorte (By the Sea). Più forti di tutto, demandano allo schermo la disamina dei loro sentimenti. Analiticamente sdraiati su un 'lettino' a due piazze di una suite francese o separati dentro le rispettive filmografie.

Di tutti i ruoli è Jesse James (L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford), che gli vale la Coppa Volpi alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, a interpretarlo meglio. Celebre bandito dell'Ovest e prima superstar americana, temuto dalla popolazione ma amato dalla stampa che ne alimentò la leggenda, Jesse James 'indossava' due facce, cittadino elegante coniugato alla cugina e padre di due bambini adorati e capo inflessibile di una banda di rapinatori che assalivano banche e treni. Espropriatore degli espropriatori e difensore degli agricoltori sfruttati, Jesse James permette a Brad Pitt di incarnare il ruolo dell'icona vulnerabile, solitaria e incompresa 'imprigionata' dalla popolarità. Celebrità odiata, amata e assassinata dall'invidia e da un colpo di pistola sparato alla nuca da un fan cresciuto all'ombra del suo culto. Un brigante amato Jesse James ma anacronistico, che proprio come un padre era necessario 'uccidere' perché si instaurasse la legge e venisse il progresso. Ma Brad Pitt, diversamente dal suo personaggio, è un'icona senza data di scadenza e un controllo sulla propria carriera che è impossibile non ammirare e possibile ammirare senza colpo ferire.

Troppo esuberante per non prendersi dei rischi, Brad Pitt abdica a ogni ruolo l'ovvietà trovando il registro comico con i Coen o il taglio rigoroso con David Ayer. Prossimo a Robert Redford ieri, oggi Brad Pitt è più conforme a John Wayne, massiccio, laconico, magnificamente bastardo e (in)glorioso sulla frontiera. Eroe solitario dietro le linee nemiche o sulle linee di foul, Pitt sta in equilibrio tra trionfo e fallimento, elevandosi contro il sistema in uno dei suoi film più belli, che applica alla crisi le leggi del baseball (L'arte di vincere). 'Cinegenico' come il baseball, portatore sano di una filosofia pragmatica e vincente come il suo allenatore contro un avversario (teoricamente) meglio armato, Brad Pitt diventa una star giocando i suoi assi nella manica e facendo economia della sua virtù più evidente e sfacciata (la bellezza). La sua carriera è una parabola spettacolare e vertiginosa che produce un attore inévitable, come il successo, come un profumo, come il profumo (Chanel N°5) di cui è testimonial in bianco e nero. Mistico, frontale e neanche a dirlo bellissimo.

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