Lo spionaggio è un genere variegato e frequentatissimo dal cinema sin dalle origini. La spy story nasce come una filiazione del noir. Vicende da incubo dove uomini e donne 'normali' si trovano invischiati in complotti internazionali contro loschi individui senza scrupoli. Negli anni, in particolare dalla Seconda guerra mondiale, si è sviluppato un altro filone, più avventuroso, che trasforma la figura del detective nella spia professionista.
L'agente 007 è forse la figura che tutti ricordano grazie a un serial che dura da più di cinquant'anni ed è diventato un vero fenomeno di costume, sempre imitato ma mai eguagliato. Ma il cinema delle spie ha proposto ogni genere di trame, mescolando le carte di volta in volta.
"Eroi dell'ombra" è scritto da Stefano Di Marino (che con il suo nome e lo pseudonimo Stephen Gunn è da venti anni la spy story italiana in edicola e in libreria) con la passione dell'appassionato e il piglio del narratore. Non un arido saggio a schede ma il racconto avvincente di un genere con i suoi personaggi, le sue icone, così come si è sviluppato  dal 1928 (Spione di Fritz Lang a Operazione U.N.C.L.E. di Guy Ritchie) a oggi. La spy story è il racconto di come il cinema  rispecchia il mondo oscuro dei complotti internazionali. Dalle trame belliche delle due guerre mondiali, ai vari aspetti della Guerra fredda. I rapporti con la letteratura del genere, non solo quella di 007 ma anche quella dedicata a diversi fortunati imitatori quali OSS117, SAS e, non ultimo Jason Bourne.
Ma è anche la storia del cinema della guerra al terrorismo, alla mafia russa e alle minacce internazionali degli ultimi anni. Un panorama completo che recupera alcuni film ingiustamente dimenticati e commenta cinematografie come quella sudcoreana dalle quali emergono interessanti proposte.