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CANNES, 25 MAG - I film italiani non sono mai
veramente stati considerati per il Palmares. Nella notte della
Grande Amarezza, mentre Audiard riceve gli applausi al suo
ingresso all'Agora per la cena di chiusura ed è tutto un
festeggiare con l'esordiente ungherese Laszlo Nemes, che ha
vinto il Grand Prix, con il giovane messicano di Chronic, Michel
Franco, con Vincent Lindon che ancora non ci crede e si
stropiccia gli occhi per capire se è un sogno, comincia ad
apparire chiaramente parlando con gli ospiti. La almodovariana
Rossy De Palma si lascia andare, sembra l'unica dispiaciuta:
"Abbiamo pianto tutti con il film di Moretti, ma non l'abbiamo
considerato: è un film che avrebbe potuto fare anche 10 anni fa,
è come quando ti metti una giacca addosso e sai che è un po'
vecchia anche se ti sta bene. L'orientamento era di premiare un
cinema che ci ha colpito per novità di linguaggio, per messa in
scena. Quando tu hai - prosegue - un film come 'Il figlio di
Saul' di Nemes, tutto girato con una soggettiva particolare, non
puoi non impressionarti. A me dispiace molto per Giulia
Lazzarini (la mamma di 'Mia madre', Ndr), ho provato a farla
premiare anche se non era il ruolo principale del film
sostenendo che è lei che porta sulle spalle quel film, tutta la
tenerezza che ti suscita 'Mia madre' la devi alla sua
interpretazione, lei è importante, ma sono stata l'unica e sono
rimasta sola. Quanto al film di Sorrentino, devo raccontare che
mai nessuno l'ha nominato per il premio, tranne io all'inizio
delle discussioni. Ma mi sono trovata anche qui da sola. Anche
il film di Matteo Garrone, 'Il racconto dei racconti', non è
stato considerato mai in alcun modo: è bello, non si discute, ma
instabile, altalenante, e avevamo film più completi ad
impressionarci, che infatti sono finiti nel Palmares". Joel
Coen, alla festa con la moglie Frances McDormand, come già
pubblicamente in conferenza, taglia abbastanza corto: "C'erano
molti buoni film e bisognava fare delle scelte, amo Paolo
Sorrentino, amo Moretti e Garrone, ma per loro non c'era
spazio". Lambert Wilson, che ha condotto la serata di chiusura
si avvicina e in italiano ci dice: "Sono rimasto male anch'io,
dietro le quinte ne ho parlato con Valeria Golino, anche lei
dispiaciuta. Ma - aggiunge - sono film così importanti, e
pazienza se qui non hanno vinto niente, ce li ritroveremo agli
Oscar". La festa è finita, il 68/o Festival di Cannes è chiuso,
archiviato, compreso il Palmares delle beffe. I saluti con il
direttore generale Thierry Fremaux stanotte non sono solo un
rito gentile: "Non facciamo che dopo avermi ringraziato per i
tre film italiani del concorso, adesso voi italiani mi criticate
perché non avete vinto niente" scherza affettuosamente Fremaux.
"Io ho fatto quel che potevo, il mio lavoro, la scelta. Con le
giurie non si sa mai come finisce e quest'anno è andata così".
(ANSA).
(ANSA)