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Cannes: il retroscena, italiani mai entrati in rosa

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lunedì 25 maggio 2015 - Ultima ora

CANNES, 25 MAG - I film italiani non sono mai veramente stati considerati per il Palmares. Nella notte della Grande Amarezza, mentre Audiard riceve gli applausi al suo ingresso all'Agora per la cena di chiusura ed è tutto un festeggiare con l'esordiente ungherese Laszlo Nemes, che ha vinto il Grand Prix, con il giovane messicano di Chronic, Michel Franco, con Vincent Lindon che ancora non ci crede e si stropiccia gli occhi per capire se è un sogno, comincia ad apparire chiaramente parlando con gli ospiti. La almodovariana Rossy De Palma si lascia andare, sembra l'unica dispiaciuta: "Abbiamo pianto tutti con il film di Moretti, ma non l'abbiamo considerato: è un film che avrebbe potuto fare anche 10 anni fa, è come quando ti metti una giacca addosso e sai che è un po' vecchia anche se ti sta bene. L'orientamento era di premiare un cinema che ci ha colpito per novità di linguaggio, per messa in scena. Quando tu hai - prosegue - un film come 'Il figlio di Saul' di Nemes, tutto girato con una soggettiva particolare, non puoi non impressionarti. A me dispiace molto per Giulia Lazzarini (la mamma di 'Mia madre', Ndr), ho provato a farla premiare anche se non era il ruolo principale del film sostenendo che è lei che porta sulle spalle quel film, tutta la tenerezza che ti suscita 'Mia madre' la devi alla sua interpretazione, lei è importante, ma sono stata l'unica e sono rimasta sola. Quanto al film di Sorrentino, devo raccontare che mai nessuno l'ha nominato per il premio, tranne io all'inizio delle discussioni. Ma mi sono trovata anche qui da sola. Anche il film di Matteo Garrone, 'Il racconto dei racconti', non è stato considerato mai in alcun modo: è bello, non si discute, ma instabile, altalenante, e avevamo film più completi ad impressionarci, che infatti sono finiti nel Palmares". Joel Coen, alla festa con la moglie Frances McDormand, come già pubblicamente in conferenza, taglia abbastanza corto: "C'erano molti buoni film e bisognava fare delle scelte, amo Paolo Sorrentino, amo Moretti e Garrone, ma per loro non c'era spazio". Lambert Wilson, che ha condotto la serata di chiusura si avvicina e in italiano ci dice: "Sono rimasto male anch'io, dietro le quinte ne ho parlato con Valeria Golino, anche lei dispiaciuta. Ma - aggiunge - sono film così importanti, e pazienza se qui non hanno vinto niente, ce li ritroveremo agli Oscar". La festa è finita, il 68/o Festival di Cannes è chiuso, archiviato, compreso il Palmares delle beffe. I saluti con il direttore generale Thierry Fremaux stanotte non sono solo un rito gentile: "Non facciamo che dopo avermi ringraziato per i tre film italiani del concorso, adesso voi italiani mi criticate perché non avete vinto niente" scherza affettuosamente Fremaux. "Io ho fatto quel che potevo, il mio lavoro, la scelta. Con le giurie non si sa mai come finisce e quest'anno è andata così". (ANSA).
(ANSA)

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