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Berlinale 2015, due film in concorso per il Cile

Il festival ha capito dove sta il vero cinema.
di Gabriele Niola

In foto una scena del film The Club di Pablo Larrain, in concorso oggi al festival.

lunedì 9 febbraio 2015 - News

Uno dopo l'altro passano al Festival di Berlino i due film cileni, entrambi in concorso, a dimostrazione di come la Berlinale abbia saputo intercettare quel che accade in quella che è la cinematografia più interessante del momento. E se lo è lo deve soprattutto a Pablo Larrain. Autore di 5 film, ospitato già da tutti i maggiori festival europei (due volte a Cannes, che l'ha scoperto, e già una volta alla Berlinale ma da produttore con quel capolavoro di Gloria), Larrain accede per la prima volta al concorso e proprio nella competizione trova l'altro cileno, Patricio Guzmán, entrambi i loro film hanno nell'intento la riparazione di un torto per conto di chi l'ha commesso.
Se c'è infatti un elemento che Larrain tiene sempre presente nei suoi film, e che sta influenzando i suoi connazionali, sono le colpe del passato, come quel che è successo in Cile ieri influenzi il suo oggi e non sia stato per nulla elaborato, cosa ci sia di rimosso nella loro società e come si possa raccontare tutto ciò adesso.
Dunque sia The Pearl Button che The Club ruotano attorno alla rievocazione di fantasmi che in un modo o nell'altro la società, o i diretti interessati, non vogliono rievocare e il cinema si assume il compito di farlo per conto loro.
Nel documentario di Patricio Guzmán che prende il titolo da due bottoni di perla ritrovati in fondo al mare, la riflessione sull'importanza e la pervasività dell'acqua nel nostro pianeta (e nell'universo) si scioglie nella rievocazione dei genocidi, delle sparizioni, delle angherie verso le minoranze etniche e quindi di tutto quello che il mare, nell'arcipelago cileno, nasconde e ha nascosto.
Con The Club invece Pablo Larrain guarda la maniera in cui l'arrivo di un nuovo prete in una comunità isolata in un luogo ameno e impervio porta scompiglio e finisce nel sangue. L'intreccio è però un modo per coinvolgere anche le più alte sfere religiose che, giunte sul luogo non sembrano inclini a risolvere ma più ad occultare.
Entrambi i film sembrano voler parlare d'altro ma lentamente indicano dei colpevoli, sollevano un'indignazione, raccontano il loro paese senza compromessi.

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