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Il regno d'inverno: elogio del cinema slow

Dal 1° gennaio il film vincitore di Cannes 2014 in streaming su MYMOVIESLIVE!
di Marzia Gandolfi


mercoledì 31 dicembre 2014 - News

A poche settimane dall'uscita al cinema, il film vincitore di Cannes 2014 sarà in streaming su MYMOVIESLIVE!. Evento Live! lunedì 26 gennaio (Prenota un posto ora ») e disponibile on demand per i profili Unlimited a partire dalla mezzanotte del 1° gennaio.
Perché passare tre ore e sedici minuti della nostra vita davanti al rigore dell'inverno turco? Perché la bellezza superba de Il regno d'inverno si nasconde (proprio) sotto la neve e si rivela nel lungo svolgimento. La neve conferisce ai paesaggi dell'Anatolia uno splendore uniforme e silente, la neve assume la forma di un lungo sonno d'inverno. Una quiete inquieta che non è mai un letargo ma è attraversata da sogni infranti e brividi caldi. Epopea intima accomodata tra le rocce e un villaggio della Cappadocia, Il regno d'inverno si svolge in lunghi dialoghi che oppongono i personaggi e deflagrano una coppia, una giovane donna e un uomo al crepuscolo impegnati in un'interminabile querelle coniugale. Nuri Bilge Ceylan li filma con una sobrietà esemplare che dona immediatamente allo spettatore l'idea della situazione fisica, emotiva e mentale dei suoi personaggi, della distanza che li separa, della loro relazione col mondo.

Borghesi e benestanti dentro un hotel scavato nella pietra, Aydin e Nihal dirigono l'attività e coltivano la rispettiva animosità, interrotta soltanto dalle loro partenze o dagli ingressi a gamba tesa di Necla, sorella separata e irrequieta di Aydin. Ex attore in ritiro col vezzo della scrittura e il sogno di scrivere un libro sulla storia del teatro turco, Aydin è sopportato dalla moglie, che ipotizza la fuga e vagheggia di missioni umanitarie perché non trova nessuna grazia ai suoi occhi. Ispirato a tre racconti di Anton echov, Il regno d'inverno trova nella parola un ruolo preponderante, che rende il film prossimo a una pièce teatrale. E di una pièce Il regno d'inverno ha la durata, l'unità di luogo (soprattutto interni), il montaggio lineare (solo una sequenza impiega il montaggio alternato), le battaglie verbali e la direzione incredibile degli attori. La Turchia che Ceylan descrive assomiglia poi a la Russia zarista di echov e di Dostoïevski. C'è nel film un ordine in apparenza civile sotto cui covano le passioni, i sentimenti e i risentimenti dei ricchi, dei padroni, delle loro spose e dei loro subalterni, tutti complici, tutti colpevoli di orgoglio. Gli editoriali di Aydin, interpretato da uno straordinario Haluk Bilginer, non sono solo lo spunto di discussione tra fratello e sorella in campo e contro-campo, ma esemplificano le posizioni di certi intellettuali laici e la condizione in cui versano le persone che abitano le zone rurali dell'Anatolia.

Regista turco convinto che il linguaggio di un autore si trovi nei dettagli della sua cultura, Nuri Bilge Ceylan 'abita' ancora la sua terra e filma i suoi paesaggi, in cui disperde i suoi protagonisti in una ricerca metaforica ed esistenziale. Ricerca che, come nel film precedente (C'era una volta in Anatolia), si fa dissezione di un Paese, di corpi, di volti, di coscienze. Alla maniera di Ingmar Bergman, l'autore turco riferisce allo spettatore la forza del cinema, il suo potere rivelatore che mostra e discute di sentimenti intimi che siamo soliti dissimulare senza condividerli. Il regno d'inverno riattiva allora il gusto proustiano per la ricerca dentro un tempo perduto e condizioni climatiche che giocano un ruolo fondamentale, definendo i movimenti interiori dei protagonisti, che un vetro infranto da un ragazzino destabilizza, costringe a uscire di casa, a mischiarsi alla vita, a mettere in piazza codardia e ipocrisia. La scossa e la giostra retorica che producono l'incidente costituiscono la materia prima del film, la macerazione borghese la sua struttura, la neve la purezza braccata, l'ostinazione l'antieroe odioso che dispensa lezioni morali e conosce soltanto l'umiliazione come modalità di comunicazione. Eppure di Aydin, come degli infiniti dialoghi, verremo a capo con soddisfazione, perché ci vuole tempo per individuare le affettazioni del linguaggio e altrettanto tempo per cogliere l'essenziale.

Vincitore della 67esima edizione del Festival di Cannes, Il regno d'inverno necessita di decantazione per depositare sul fondo l'amaro e apprezzare in cima l'anima, proprio come un caffè turco.


Dalla mezzanotte del 1° gennaio Il regno d'inverno - Winter Sleep su MYMOVIESLIVE!. Entra »

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