Advertisement
Matthew McConaughey: True Actor

Il divo del momento, neo premio Oscar e protagonista di True Detective, si racconta in un'intervista esclusiva.


venerdì 11 aprile 2014 - News

L'INTERVISTA COMPLETA È PUBBLICATA SU BEST MOVIE DI APRILE

Ecco un estratto:
È diventato l'uomo giusto per tutte le copertine Matthew McConaughey, il divo delle rom-com che ha imparato ad amare il cinema d'autore. Padre di tre bimbi ancora piccoli (Levi di 5 anni, Vida di 4, Livingston di 1 appena), sposato con Camila, una trentenne, bellissima modella brasiliana, è stato quest'anno protagonista ai Golden Globe e agli Oscar. Ed ora, mentre premio dopo premio il mondo del cinema lo sta consacrando per la sua interpretazione in Dallas Buyers Club (ma non era già fenomenale in Killer Joe?), si rivela pure pedina decisiva della new wave televisiva americana, concedendo il suo volto scavato a Rust Cohle, l'investigatore filosofo e nichilista protagonista di True Detective, ennesimo eccezionale show targato HBO.
«Cohle è un duro, un enigma, un ranger solitario. Mi piace il modo in cui lavora la sua mente: porta le cose più in là di chiunque altro, è su un altro piano. Per lui il lavoro è tutto. C'è una cosa che sa fare veramente bene, solo quella: investigare ed estorcere informazioni alle persone. È un uomo incredibilmente intelligente, ma anche oscuro. Anche quando non dice niente, tu vedi che hai di fronte un tizio che non dorme la notte, con un cervello sempre al limite, che potrebbe perdere la misura in qualsiasi momento».

Quanto ti assomiglia?
«Io credo in Dio, Rust no. Ma io so anche che Dio amerebbe un agnostico o un ateo come lui, che è in grado di dire cose logiche, che hanno delle verità dentro. Amo il suo pragmatismo, ma non augurerei la sua vita a nessuno. Non è cattivo, anzi, è fin troppo puro: non racconta mai storie, e non sopporta quelli che lo fanno. Il modo in cui si guadagna da vivere è davvero duro. Al di là delle differenze, ho comunque trovato un modo per capire e credere in tutto ciò che dice nei suoi lunghi monologhi. Ho sempre amato la filosofia, è stato il primo esame che ho dato al college. Mi piace discutere dei massimi sistemi, del senso dell'esistenza. Quindi tutto quello che Rust dice mi intrigava, non ho mai pensato che fosse giusto o sbagliato: c'è della verità lì, che piaccia oppure no».

Ti consideri un realista o un sognatore?
«Forse una combinazione dei due. I miei bambini mi aiutano con il sogno, perché mi ricordano com'è vedere le cose per la prima volta, anche quando hai già percorso la stessa strada centinaia di volte. Quindi per quanto io possa essere pragmatico, alla fine riesco a lasciarmi andare alle mie suggestioni».

Hai interpretato parecchi personaggi border line negli ultimi tempi, Rust è solo l'ultimo della lista. Penso a film come Killer Joe o Mud, fino a Dallas Buyers Club. Come mai questa scelta dopo tante commedie romantiche?
«Tutti questi ruoli li ho voluti. La cosa bella con gli antieroi è che si fanno da soli le proprie regole, creano il proprio mondo fregandosene di quello che pensano gli altri. Rust è un grande anti-eroe, un solitario, un'isola. Ho trovato un enorme senso di libertà nell'interpretare questo personaggio».

Ti aspettavi il grande riscontro che ha ricevuto la tua performance in Dallas Buyers Club?
«È incredibilmente gratificante, specie trattandosi di un'opera che da vent'anni non voleva fare nessuno. È stato duro da girare ma anche rilassante, un'esperienza che mi ha dato grande piacere. Vedere che il film si imprime così fortemente nella mente della gente, e poi i premi e le nomination che ricevo, tutto questo mi fa sentire più vivo che mai. Inoltre significa che il lavoro che ho fatto ha comunicato qualcosa e che quella storia è ancora rilevante oggi».

Le ricerche che hai fatto per quel film, e in particolare la battaglia di Ron Woodroof per combattere l'establishment medico e le sue cattive abitudini, ha cambiato le tue idee sul sistema sanitario americano?
«Be' sono passati 25 anni, ma il problema è sempre estremamente attuale. Le stesse battaglie si combattono ancora oggi. Ma sono questioni di cui mi preoccupavo anche prima di girare questo film. La medicina occidentale ama prescrivere farmaci per qualsiasi cosa, e io preferisco assumere il meno possibile, benché creda nella medicina sana ed efficace. Il punto è che la maggior parte delle persone prende qualcosa per un determinato problema, e magari funziona, ma poi quel farmaco fa emergere un altro problema, e così via, un ciclo infinito. Una buona metafora è quella dell'acqua in una piscina: non basta continuare ad aggiungere cloro per tenerla pulita, a volte devi svuotare tutto e ricominciare dal principio. Amiamo gli additivi chimici, ma questi non risolvono tutti i problemi. Mangiare e bere meglio, come respirare aria più pulita, ne risolve molti di più». [...]


Leggi l'approfondimento completo su Best Movie di aprile
Leggi le ultime novità sulla seconda stagione di True Detective
Scopri tutte le app del network Best Movie

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati