Candidato a ben 12 premi Oscar, Lincoln arriva oggi nei cinema italiani, accompagnato - come spesso capita per film di un certo spessore - da curiosità, dubbi e grandi aspettative.

Diretto da Steven Spielberg (che dall'Academy è stato premiato già quattro volte), il film offre uno spaccato della vita, sia intima che pubblica, del sedicesimo Presidente americano; di un Presidente che, con il proprio paese sconvolto dalla guerra civile, ha concentrato i suoi sforzi sull'approvazione del 13° emendamento e sulla definitiva abolizione della schiavitù. Lincoln auspicava la fine dei combattimenti, ma lavorava per un obbiettivo ancora più grande. Le sue azioni avrebbero avuto un impatto non indifferente sulla nazione e sui suoi cari, ma la sua caparbietà e il suo coraggio lo avrebbero trasformato nel mito che oggi conosciamo.

Non è un caso che a dirigere Lincoln sia stato proprio Steven Spielberg. Più volte, nel corso della sua carriera, il regista si è detto affascinato dalla figura del leader americano. E più volte ha lasciato intendere il desiderio di girare un film su di lui: "Ricordo che avevo quattro o cinque anni quando ho visto il Lincoln Memorial per la prima volta e mi sono spaventato per le dimensioni della statua - ha dichiarato - ma poi, man mano che mi avvicinavo, sono rimasto affascinato dal suo volto. Non dimenticherò mai quel momento, che mi ha sempre lasciato un senso di curiosità per quell'uomo seduto là in alto davanti a me".

Oggi, con il film nelle sale e (secondo gli esperti) con qualche Oscar già in tasca, Spielberg può dirsi soddisfatto del suo lavoro: "Volevo raccontare una storia su Lincoln evitando d'incappare nel cinismo e nell'esaltazione eroica, restando fedele allo spessore dell'uomo, agli aspetti più intimi della sua vita e ai tratti più bonari della sua natura". Ad aiutarlo in questa impresa lo sceneggiatore Tony Kushner (premio Pulitzer nel 1993 con la commedia "Angels in America"), che ha rielaborato e adattato in un manoscritto di 500 pagine (da qui la successiva decisione di concentrarsi su un periodo limitato della vita di Lincoln) il bestseller "Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln", imponente opera di un altro Premio Pulitzer: la scrittrice Doris Kearns Goodwin.

A dare corpo e voce ad Abraham Lincoln è Daniel Day Lewis. Con lui sul set anche Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, James Spader, Hal Holbrook, Tommy Lee Jones (candidato anch'egli all'Oscar, per il migliore attore non protagonista).