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Busan 2013, Timeo Danas et dona ferentes!

Al festival Quentin Tarantino incontra il pubblico con Bong Joon-ho.
di Emanuele Sacchi


giovedì 10 ottobre 2013 - News

Tra le molte star transitate sul tappeto rosso una si è imposta in tutta la sua ingombrante e inevitabile presenza: un tifone di nome Danas, che si è accanito sui cinefili di ogni nazione, cercando di costringerli a rintanarsi in una multisala CGV o in un piano del centro commerciale Lotte. Ma nonostante gli sforzi Danas nulla ha potuto contro l'anima festaiola del popolo di Busan, per l'occasione anche di sangue blu; la principessa (e attrice) Ubolratana Rajakanya, infatti, ha presenziato assisa sul trono al party della Thai Night dedicata al cinema thailandese. Giorno e notte, abbuffate di cinema kazako e feste surreali: questa è Busan. Ma se la principessa è venuta e andata, il Re è stato da poco annunciato; per la prima volta Quentin Tarantino visiterà il Busan Film Festival per partecipare a un incontro con il pubblico insieme a quello che forse è il più importante regista sudcoreano attuale, Bong Joon-ho (The Host, Snowpiercer). Un altro appuntamento che si preannuncia da non perdere al 18° BIFF.

Intanto è stata completata la lista di candidature nazionali all'Oscar come miglior film in lingua straniera (dove lo "straniera" si intende rispetto all'inglese dominante). E due titoli tra questi figurano nel programma del Busan Film Festival, curiosamente accostabili tra loro a livello di trama. Uno - il filippino Transit - addirittura nel concorso "New Currents". Il film di Hannah Espia, al suo debutto dietro la macchina da presa, racconta la storia di cinque filippini cresciuti in Israele e costretti a seguire strade diverse, che spesso portano nella medesima direzione, quella di lavori umili e sottopagati. Senza indulgere in retorica, lo sguardo della Espia fornisce una chiave di lettura importante sulla capacità di integrazione degli immigranti in nazioni lontane geograficamente e culturalmente, oltre a riflettere sul tema della diaspora di un popolo sparpagliato in tutti i continenti, fino ad essere quasi identificato come sinonimo di professioni subalterne.

Sarà visionato dall'Academy Award anche Ilo Ilo di Anthony Chen, già passato al festival di Cannes (dove ha vinto la Camera d'Or) e presente in "Window on Asian Cinema" a Busan: anche qui una domestica filippina, Teresa, protagonista di un dramma sulla crisi economica in cui le lotte della donna per mantenere un posto di lavoro senza perdere la dignità sono pari alle traversie della famiglia che la ospita, piagata da disoccupazione e depressione.

La serata di "Open Cinema" al BIFF Theater invece è dedicata a Run Milkha Run, biografia romanzata del "Sikh volante" Milkha Singh che ha sfondato al botteghino indiano; una parabola esemplare sul sogno di sport di un uomo rimasto orfano prematuramente, che approda alle Olimpiadi per disputare i 400m e combattere così i suoi demoni interiori.

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