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Oscar, chi succederà a Una separazione?

Guida ai candidati per il miglior film straniero.
di Robert Bernocchi

In foto una scena del film Cesare deve morire dei fratelli Taviani.

mercoledì 3 ottobre 2012 - News

Con la candidatura ufficiale di Cesare deve morire agli Oscar per il film straniero, si è riaperta la caccia alla statuetta che ci manca dal millennio scorso, quando nel 1999 La vita è bella si è aggiudicato il premio. Come sempre, la pressione per il 'cavallo' italiano è enorme e ovviamente è facile dimenticarsi che la concorrenza è sempre fortissima, non solo a causa di pellicole che conosciamo bene e che hanno vinto riconoscimenti importanti, ma anche per tanti prodotti poco noti e che comunque potrebbero piacere ai giurati.

Va detto infatti che, secondo il (meritorio) regolamento, chi vota deve aver visto tutti i film, cosa che impedisce di far vincere magari il titolo meglio promosso (e con più budget), come capita nelle categorie principali. Per questo, non bisogna stupirsi se accanto a una Palma d'oro troveremo pellicole che non sono neanche passate ai maggiori Festival.

Tuttavia, qualche favorito si può trovare già ora, come ha provato a fare il blog specializzato In Contention, che ha elencato i 15 titoli che ritiene avere le maggiori chances. Va detto che in questa rosa ristretta non c'è Cesare deve morire, tutt'altro che un'opinione sorprendente, anche se non è il caso di disperare.

In testa, troviamo Quasi amici e Amour. Il primo ha il vantaggio del suo enorme successo internazionale e alle spalle la distribuzione del mago Harvey Weinstein, in grado di far vincere un Oscar a chiunque. Tuttavia, se si ripetesse l'edizione di quest'anno, l'equivalente di Una separazione è sicuramente Amour, la pellicola di Michael Haneke che ha vinto la Palma d'oro a Cannes e che è sicuramente il titolo arthouse più blasonato dell'anno. Se per Quasi amici qualche giurato potrebbe obiettare alla furbizia dell'operazione, per Amour è difficile pensare che non arrivi almeno nella cinquina finale.

Nella cinquina di In Contention, al momento, ci sono anche (in ordine dal terzo al quinto) il cileno No, l'australiano Lore e il belga Our Children. Il primo è stato presentato con successo al Festival di Cannes (vincitore nella sezione Quinzaine des Réalisateurs) ed è descritto come un prodotto molto più accessibile rispetto alle altre opere di Pablo Larrain; il secondo ha ottenuto il premio del pubblico a Locarno; l'ultimo invece ripropone la coppia de Il profeta Tahar Rahim e Niels Arestrup.

Ma anche i titoli che seguono nei pronostici non scherzano. Possiamo trascurare il danese A Royal Affair (sesto), che ha vinto a Berlino per l'attore e la sceneggiatura? E lo svizzero Sister (settimo)? E l'israeliano Fill the Void (ottavo) e il tedesco Barbara (decimo), in grado di raccogliere riconoscimenti importanti a Venezia e a Berlino, già acquistati per l'Italia (rispettivamente da Lucky Red e Bim)? Senza dimenticare lo spagnolo Blancanieves (undicesimo), il bosniaco Children of Sarajevo (vincitore del Festival di Pesaro) e soprattutto il rumeno Oltre le colline (quindicesimo), che ha conquistato due premi importanti a Cannes?

Da lì in poi, l'articolo di In Contention presenta gli altri candidati in ordine alfabetico. Ma basti pensare che, oltre al nostro Cesare deve morire, possiamo trovare tra questi titoli il Leone d'oro Pietà, per capire che non sono certo film da considerare fuori dalla corsa. E comunque, come ci hanno insegnato almeno le shortlist di nove titoli preselezionati in attesa della cinquina ufficiale (quest'anno, nonostante le sorprese siano state poche, c'era un titolo poco meritevole come il taiwanese Warriors of the Rainbow), è sempre meglio non trascurare nessuno. E, soprattutto, non farsi troppe aspettative patriottiche.

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