Certi film, come gli amori, fanno dei giri immensi e poi ritornano (in patria). È il caso di L'estate di Giacomo che in Francia – dove ha già conquistato più di mille spettatori in una sola sala parigina – è stato definito la grande promessa del cinema italiano. Dopo aver guadagnato il Pardo d'Oro a Locarno per Cineasti del Presente e riecheggiato di festival in festival in giro per il mondo, il film di Alessandro Comodin arriva oggi in sala (e in contemporanea, fino al 5 agosto, in streaming su MYMOVIESLIVE!) con la forza di un piccolo (grande) caso cinematografico. L'altro titolo in uscita questo venerdì è La leggenda del cacciatore di vampiri, che esplora la vita segreta del sedicesimo presidente degli Stati Uniti narrata dallo scrittore Seth Grahame-Smith nel libro "Abraham Lincoln, Vampire Hunter".

Primi amori
Curioso come un film che racconta di un piccolo angolo sconosciuto dell'universo – la campagna friulana, a nord est d'Italia – abbia conquistato il pubblico di più di trenta festival internazionali. Diretto da Alessandro Comodin, nativo del Friuli, studente in Belgio, ora cittadino francese, L'estate di Giacomo posa lo sguardo sui corpi acerbi e le emozioni di due giovani durante la stagione più bella mentre si avvicinano alla fine dell'innocenza. Girato in 16mm, camera a mano, con attori non professionisti, il film è iniziato come un documentario su un adolescente sordo di un paesino in Friuli, ma al termine del montaggio si è trasformato in un'opera di finzione dove l'unico fatto reale rimane il ragazzo che non sente bene e parla in modo strano. Nel loro perlustrare la campagna friulana e meriggiare pallidi e assorti qualcosa cambia – tra i due ragazzi? Nello sguardo di chi li osserva? Nello spettatore? – o forse già c'era. Una sorta di amore giovanile pronto a sbocciare o a rimanere taciuto. Quello che ne esce è la cronaca realistica di un'estate indimenticabile fatta di giochi nell'acqua, camminate a piedi nudi nel fango, esplorazioni avventurose della boscaglia, corse in bicicletta, balli popolari, fruscii e improvvise languide illuminazioni.

Duelli sanguinosi
È il regista kazako Timur Bekmambetov a portare sul grande schermo la storia segreta del più importante e popolare presidente degli Stati Uniti d'America, Abramo Lincoln. Basato sul romanzo di Seth Grahame-Smith (già autore di Orgoglio e Pregiudizio e Zombie), La leggenda del cacciatore di vampiri rappresenta il ritratto di un uomo e di un leader e intreccia gli eventi fondamentali che hanno segnato la sua vita e quella degli Stati Uniti con l'azione viscerale e coinvolgente tipica di una storia di vampiri. Secondo libro e film, Lincoln – il Grande Liberatore – fu il primo supereroe nazionale. E lo ha sottolineato il produttore Tim Burton quando ha dichiarato che "l'intera vita di Lincoln rispecchia la classica mitologia dei supereroi dei fumetti. È un dualismo: di giorno presidente degli Stati Uniti, di notte cacciatore di vampiri". Lo sceneggiatore Seth Grahame-Smith, che ha adattato il romanzo per il cinema, ha aggiunto che "la storia della vita di Lincoln è un tradizionale racconto di origini di un supereroe. È la personalità più vicina a un supereroe che la nostra nazione abbia mai conosciuto. Lasciando da parte i vampiri, Lincoln è cresciuto senza famiglia né denaro. Sua madre è morta quando lui era giovane. In effetti, tutti quelli che amava sono morti. Senza istruzione e potendo contare solo sulla sua mente, è diventato presidente e ha salvato la nazione".