Si comincia ad avvertire il clima malinconico da fine festival in quel di Busan, ma ci pensa un programma bulimico ad allontanare i cattivi pensieri e mantenere gli spettatori concentrati nel folle proposito di recuperare quante più visioni è possibile, prima del final cut. Dopo la lezione di cinema, è il momento della "Gala Presentation" per Luc Besson e il suo nuovo film, The Lady, con una straordinaria - e presumibilmente eterna, visto che sembra non invecchiare mai - Michelle Yeoh nei panni di Aung San Suu Kyi, eroina della democrazia birmana. Un biopic sui generis bessoniano fin nel midollo; ancora una donna forte, come la Giovanna d'Arco di anni fa, che prende le redini della sua vita e, con essa, quelle del suo popolo, sfidando l'oppressione del regime. Degna di menzione la prova di David Thewlis nella parte del marito Michael.

'Panorama' presenta le ultime repliche di due titoli da non perdere della produzione coreana 2011. Già presente in Concorso al Festival di Berlino di quest'anno, Come Rain Come Shine è la storia di una coppia in crisi dopo cinque anni di matrimonio, in cui sono gli sguardi, il non-detto, la rottura impalpabile del legame a suggerire cosa sta avvenendo, anziché la sceneggiatura o plateali baruffe. La star protagonista, l'idolo Hyun Bin, si mette al servizio della regia di Lee Yoon-ki, regalando una prova di grande efficacia. Sul filo della tensione è invece giocato Poongsan, action-thriller sul viaggio di un rifugiato politico da Pyeongyang a Seoul e ritorno, in cui dovrà affrontare ogni genere di pericolo. Sceneggiatura di Kim Ki-duk, che ormai è sempre più solito prestare le sue idee a giovani registi, per un solido esempio di come la diffidenza e l'animosità tra Nord e Sud funzioni ancora su grande schermo.

Interessante paragonare Poongsan a The North and the South, estratto odierno dalla lunga retrospettiva dedicata a Kim Kee-duk, che corre il rischio di essere trascurata rispetto a quella su Yonfan e ai film delle sezioni principali. Seppur girato nel 1965, a breve distanza dalla guerra, The North and the South è un sorprendente ritratto delle diversità tra le due Coree, nel contesto di un triangolo che vede una donna contesa, in periodo bellico, tra un tenente sudocoreano e il generale nordocoreano Jang Il-goo: per una volta il personaggio del comunista è tutt'altro che il consueto (per il cinema di quegli anni) debole e meschino individuo, invidioso degli agi di Seoul; al contrario, è la sua passionalità a renderlo moralmente superiore rispetto al "capitalista", meno disposto a sacrificarsi per la donna amata. Interessante chiave di lettura, che dimostra come uno spirito controcorrente come quello di Kim Kee-duk riuscisse a trovare un minimo di spazio e di libertà per veicolare un messaggio di riunificazione strisciante.

Ma il settimo giorno è anche quello dell'animazione, con la riproposizione di Leafie, il film che ha proiettato l'animazione coreana nell'empireo dei grandi. La storia di una gallina che adotta un papero, con tutti gli ingredienti giusti per deliziare e commuovere. Sulla scia di Leafie il genere cresce a vista d'occhio e The King of Pigs - anch'esso proiettato oggi - ne è la dimostrazione: tutt'altro genere di anime, comunque. Una violenta storia di separazione e rabbia di due giovani disturbati in una società spietata: morale da Signore delle mosche e stile sulla scia di Satoshi Kon.