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I Simpson e Dexter a rischio cancellazione

I soldi sono il motivo della divergenza tra network e le star.
di Marlen Vazzoler


mercoledì 5 ottobre 2011 - News

Come un fulmine a ciel sereno, questa notte il Daily Beast ha riportato la notizia di una possibile cancellazione della serie televisiva dei Simpson arrivata alla 23a stagione. Il motivo? Un'impasse sul rinnovo dei contratti per la 24a stagione raggiunta dalla 20th Century Fox e i doppiatori principali della serie: Dan Castellaneta (Homer, Nonno Simpson, Krusty il Clown, ...), Julie Kavner (Marge, le sue sorelle, ...), Nancy Cartwright (Bart, ...), Yeardley Smith (Lisa), Hank Azaria (Moe Szyslak, Capo Wiggum, Apu Nahasapeemapetilo, ...), e Harry Shearer (il signor Burns, il direttore Skinner, Ned Flanders, ...).
Se nel passato il network ha minacciato più volte la sostituzione dei doppiatori poco cooperativi durante le trattative per il rinnovo dei contratti, questa volta la situazione si rivela molto più seria. La Fox ha posto lunedì scorso un ultimatum a Castellaneta e Co., un taglio del 45% del loro stipendio che al momento è di 400mila dollari a episodio per 22 settimane di lavoro (all'incirca 8 milioni di dollari all'anno). Una fonte interna ha confermato al Daily Beast che se la Fox non diminuirà drasticamente i costi dello show, I Simpson verranno cancellati e concluderanno la prossima primavera la loro avventura televisiva.
La Fox ha completamente ignorato la proposta degli attori, presentata la scorsa settimana, che consisteva nel taglio di un terzo dello stipendio in cambio di una piccola percentuale dei profitti dello show derivanti dal merchandise e dai diritti mondiali che ammontano a miliardi di dollari. I doppiatori hanno cercato di portare acqua al loro mulino spiegando che anche loro hanno contribuito creativamente al successo della serie tanto quanto i due creatori Brooks e Groening che ricevono una percentuale sui diritti.
Ironicamente se lo show verrà cancellato sia la Fox che i due creatori otterranno ancora più soldi, si parla di un incremento totale della monetizzazione dello show di 750 milioni di dollari, secondo gli analisti un episodio quindi porterebbe a casa 1,5 milioni di dollari e il 60% di margini di profitto. Cancellando la messa in onda dei Simpson salterebbe l'accordo risalente a 17 anni fa che impedisce allo studio di vendere la distribuzione dello show a broadcast non locali, quindi via cavo e online. Si stima che solamente i diritti per il via cavo e forse online potrebbero portare allo studio da 1 a 2 milioni di dollari per episodio. Al momento la Fox dovrebbe avere i diritti di distribuzione delle prime 15/17 stagioni, per le successive bisognerà aspettare lo scadere degli accordi. La cancellazione dovrebbe inoltre portare ad un aumento del valore delle azioni, di circa 10 centesimi, della News Corp.

Cancellazione o non cancellazione
I possibili scenari sono due: o i doppiatori cedono alle richieste dello studio, o la serie verrà cancellata. In entrambi i casi vincerebbe la Fox. I Simpson oramai hanno raggiunto i 506 episodi e lo studio può vivere di rendita grazie alle repliche, tant'è che a metà settembre il presidente della Fox Entertainment Kevin Reilly aveva paventato la proposta di fare un canale dedicato alla trasmissione esclusiva dei Simpson.
La cancellazione della serie segnerebbe in parte la fine di un'era. Nonostante lo show abbia avuti negli anni degli alti e bassi, è sempre riuscito a mantenere una qualità media molto alta. Non è facile gestire serie che vanno avanti così a lungo negli anni, l'unico show americano che mi viene in mente che può reggere il confronto è il Saturday Night Live, un altro fenomeno della cultura americana. Cambierà qualcosa per il pubblico italiano? Probabilmente no. Oramai tra la Fox e la Mediaset i telespettatori italiani conoscono a menadito il grosso della serie ma le stagioni più recenti non si sono ancora radicate nell'immaginario collettivo. E nonostante tutto gli ascolti non calano. Che i Simpson vengano cancellati o meno, la loro presenza nella cultura pop ormai è stabilizzata e continuerà negli anni a venire.

Dexter potrebbe dirci addio
In confronto alla situazione dei Simpson quella di Dexter è decisamente più rosea. Domenica scorsa è stato trasmesso su Showtime il primo episodio della sesta stagione, visto da 2,2 milioni di telespettatori (il 24% in più rispetto la scorsa stagione e un record per lo show), diventando la miglior premiere di stagione per un canale via cavo da 14 anni, superando il record di Stargate. A rovinare i festeggiamenti per gli ottimi ascolti è l'impasse raggiunto tra il network e la star del programma Michael C. Hall. La produzione fra poche settimane finirà di girare gli episodi della sesta stagione, l'ultima per cui Hall è sotto contratto. Nonostante le contrattazioni siano in attivo già da un bel po' di tempo entrambe le parti non vogliono cedere nelle loro richieste per un nuovo accordo: 20 milioni sono quelli offerti dal network per altre due stagioni, 24 milioni sono quelli chiesti dalla star. In entrambi i casi, riporta Deadline, l'attore diventerebbe tra i più pagati del via cavo. Secondo fonti interne lo studio spera di far firmare Hall per un'altra stagione nel caso in cui sfumi l'opzione di due.
Ancora prima dell'inizio di questa stagione, diversi analisti televisivi si sono chiesti per quanto tempo questa serie possa andare avanti senza cedere e cadere nel banale. In molti hanno ipotizzato che in effetti una o forse due stagioni al massimo potrebbero essere il limite a cui lo show dovrebbe puntare. Nel corso di queste stagioni il protagonista ha dovuto affrontare diversi problemi e nemici ma nessuno è stato in grado di rivaleggiare il fratello killer, il nemico della prima serie. Anche il personaggio di Debbie per quanto 'ingenuo' possa essere oramai dovrebbe darsi una svegliata e capire che il suo fratellastro non è quel che sembra. Essendo appena iniziata la nuova stagione di Dexter, non sappiamo esattamente a cosa andrà incontro e a quali 'problemi' di caratterizzazione e a livello narrativo verrà data una soluzione. La soluzione ottimale sarebbe fare solamente un'altra stagione, Hall ha dimostrato l'intenzione di fare qualcos'altro, tra cui una produzione a Broadway e la sua carriera cinematografica è frenata dagli impegni di lavoro per Dexter.

Potere contrattuale in televisione
I problemi contrattuali della Fox sono sicuramente i più spinosi, quelli dello Showtime invece sono facilmente risolvibili. È interessante osservare come i cambi di contratto in televisione oggigiorno stiano assumendo valenze sempre più importanti. L'ultimo vespaio, decisamente più grosso, era successo quest'estate con ben 3 show della AMC: Mad Men, Breaking Bad e The Walking Dead. Per accontentare le richieste di Mad Men il network aveva deciso di tagliare i fondi degli altri due show, ma quando la Sony ha minacciato di portare Breaking Bad su un altro network, la AMC ha dovuto cedere. A rimetterci è stato lo show di The Walking Dead che ha ricevuto tagli considerevoli che hanno portato al licenziamento del creatore Frank Darabont.
Che si stia sviluppando un nuovo trend? Speriamo di no. Certamente siamo ben lungi dai tempi in cui erano le star a comandare, basti pensare al potere contrattuale delle star di Friends, che erano in grado di averla vinta ogni volta contro il network.

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