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Ezio Greggio, un ritorno in tre dimensioni

Con Box Office 3D, il comico fa il verso ai più recenti blockbuster.
di Giovanni Bogani

L'attore e regista Ezio Greggio in compagnia di Enzo Iacchetti, sua insostituibile spalla.
Ezio Greggio (70 anni) 7 aprile 1954, Cossato (Italia) - Ariete. Regista del film Box Office 3D - Il film dei film.

lunedì 18 luglio 2011 - News

Intanto, ci tiene a essere il primo. Il primo a fare un film in 3D in Italia. E poi, ci tiene a mostrare che non è un film fatto con due baiocchi, in un retrobottega, con i costumi avanzati da altri film, e le scenografie di cartone. No. È un film “vero”, costato cinque milioni di euro, che non sono neanche tanti, per tutto quello che sono riusciti a fare. Una parodia di Avatar, una di Harry Potter, una del Codice da Vinci, una del Gladiatore. E ancora, citazioni di Fast and Furious, di Zorro, di 007 e di Twilight. Tutto nello stesso film.
È Box Office 3D. Uscirà il 9 settembre, ed è il nuovo sogno da regista di Ezio Greggio, diciotto anni dopo Il silenzio dei prosciutti e undici anni dopo gli Svitati. Il cinema è qualcosa che Greggio prende molto sul serio. Anche se nel nuovo film, prenderà in giro proprio il cinema, e i suoi blockbuster. Il resto ce lo racconta lui. Lo incontriamo a Giffoni, dove è ospite del Giffoni film festival. Cento film in concorso, tremila ragazzi venuti da tutto il mondo a giudicarli. Un paese di poche anime che diventa, per una settimana, la capitale mondiale dell’adolescenza, e del cinema.

Greggio, da chi è nata l’idea di una parodia dei grandi successi americani?
“L’idea originale è mia, poi sono passati anni, prima che potesse diventare un film. L’abbiamo rielaborata con Brizzi e Martani, e alla fine c’è stato da mettere in piedi la produzione. Parodie di bassa qualità produttiva non volevo farne. Se fai la parodia di Avatar, non puoi girare con un fondalino di cartone in un boschetto”.

Perché il 3D?
“Era necessario. Avevamo nel mirino il più grande effetto spettacolare possibile. Vedrete, quando il film inizia c’è un’astronave che arriva fino a metà sala! Sarà un 3D vero, non di quelli farlocchi, di film girati in 2D a cui aggiungono una D strada facendo…”.

Nel cast c’è un fuoriclasse poco sfruttato dal cinema: Gigi Proietti. Come lo ha convinto?
Gigi è un attore straordinario, un mito. Ed è stato ancora più straordinario perché ha recitato in napoletano. Fa il mago di Harry Potter, ma un mago partenopeo, piuttosto strano, vedrete perché. Tra gli altri attori, trovo straordinario Biagio Izzo, uno Zorro tutto particolare, e Anna Falchi, che vi sorprenderà nella parodia di Harry Potter”.

Il suo amico Mel Brooks che cosa le ha detto, a proposito del film?
“Mi ha sempre incitato a girare delle parodie. Magari quando lo vedrà, dirà: oh, my god! Allargando le braccia… Ma fino ad ora è stato un grande supporter. Anzi, abbiamo un progetto da realizzare insieme”.

Dove avete girato?
“In Bulgaria. È stato buffo vedere dei fan bulgari che arrivavano a farmi firmare delle vecchie videocassette in Vhs dei miei film…”.

Perché tanti anni tra un film e l’altro?
“Se avessi accettato condizioni produttive diverse, più ‘economiche' diciamo, avrei fatto tutto molto prima. Ma non volevo accontentarmi. Non per me, ma per la qualità del film”.

In un cameo c’è Gina Lollobrigida. Che torna al cinema dopo molti anni…
“Sì: la Lollobrigida in un certo senso ‘è’ il cinema. La sola idea di chiudere il film con lei mi faceva impazzire. Lei stava a New York, e quando le ho fatto la proposta ha preso un aereo ed è immediatamente venuta a Sofia. È ancora piena di entusiasmo, come una ragazzina”.

Pupi Avati era entusiasta della sua interpretazione nel Papà di Giovanna. Tornerà al cinema d’autore, con qualche altro regista?
“Sì. Un ruolo drammatico, con un grande regista italiano. Ma non posso dire niente, adesso”.

E a settembre ritornerà, come sempre, a “Striscia”?
“Ovviamente, con la mia velina Enzina. A fine settembre ci saremo”.

Ci sono state molte polemiche sul “velinismo”. Che ne pensa?
“Che i giornali hanno scritto delle stupidaggini. Hanno confuso le veline con le ragazze che si spogliano. Le donne nude si vedono più sui giornali, sui settimanali e i mensili, che in televisione. Ma il pubblico ha capito che le veline sono una cosa, e l’abuso del ‘velinismo’ non ha niente a che vedere con le nostre ragazze”.

A novembre dirigerà di nuovo il festival della commedia a Montecarlo?
“Sì, e porterò tra gli ospiti il direttore di Giffoni, Claudio Gubitosi. Sono felice che, dopo dieci anni di lavoro, in qualche modo sono riuscito a sdoganare la commedia come genere nobile. Noi facciamo un festival tutto dedicato alla commedia: e da qualche anno i più grandi festival internazionali, da Berlino a Cannes a Venezia, hanno smesso di snobbare le commedie, come fossero un genere minore, e le accettano in concorso”.

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