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Alba Rohrwacher, fragilità e talento

All'attrice fiorentina il Nastro d'argento come miglior attrice protagonista.
di Giovanni Bogani

In foto l'attrice fiorentina Alba Rohrwacher, protagonista femminile del film La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo.
Alba Rohrwacher (45 anni) 27 febbraio 1979, Firenze (Italia) - Pesci.

martedì 28 giugno 2011 - Incontri

Ha quella continua esitazione, quella timidezza che è diventata charme, arma di seduzione. Gli occhi chiarissimi, la pelle diafana, la voce che è un filo sottilissimo. Dà la sensazione di una grande sensibilità, e di una fragilità estrema. Eppure, Alba Rohrwacher è una donna forte. È riuscita, in pochi anni, a diventare un'icona del cinema italiano.
La ragazza nata a Firenze e cresciuta in Umbria, la ragazza esile con quel cognome così difficile, per chi vuol essere ricordato dal pubblico italiano che riesce adesso, a fatica a dire "Ozpetek", si è costruita un percorso tutto suo, di film indipendenti, mai banali, fino ad essere contesa dai registi cult del nostro cinema.
Una corsa verso l'altro: il David di Donatello vinto come migliore attrice non protagonista per Giorni e nuvole di Silvio Soldini, e poi Mio fratello è figlio unico di Luchetti, dove è sorella del fascista per caso Elio Germano, Caos calmo insieme a Moretti, Io sono l'amore di Guadagnino, Il papà di Giovanna di Pupi Avati. E ora, il Nastro d'argento come miglior attrice protagonista per La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo. Incontriamo Alba Rohrwacher a Taormina, a margine della cerimonia del più antico premio cinematografico italiano.

A chi dedichi questo premio, Alba?
"Lo condivido con Luca Marinelli, l'attore con cui ho compiuto questo percorso: il personaggio di Alice, nella Solitudine dei numeri primi, esiste perché esiste quello di Mattia. E il merito di tutto va al coraggio di Saverio Costanzo. È partito da un romanzo di cui ha preso l'anima, proponendone poi una visione del tutto sua".

Qual è il tuo rapporto con i premi?
"Ogni volta, il ricordo va all'esperienza che ho vissuto, esperienza umana e professionale. Nel caso della Solitudine è stata un'esperienza importantissima, di crescita, di scoperta. Da quel film, io sono un'attrice diversa. Mi ha fatto capire cose di questo mestiere che non conoscevo".

Recentemente hai girato un film internazionale, con la regista tedesca Doris Dorrie, Gluck. Che cosa puoi dire di questo film?
"Abbiamo finito le riprese un mese fa, a Berlino. Per me è stata un'esperienza importante: ho recitato in tedesco, che è una lingua in cui mi trovo a mio agio – mio padre è di Amburgo, praticamente sono cresciuta vivendo due lingue, due culture".
Il film è un adattamento di una storia dello scrittore tedesco Ferdinand von Schirach: Alba è Irina, rifugiata di guerra dai Balcani, e prostituta. L'attore tedesco Vinzenz Kiefer è Kalle, punk e senzatetto. Ma questo Alba non lo dice: "Ci hanno imposto di non rivelare niente della storia", ammette. La regista Doris Dorrie, per chi cercasse un legame a questo nome, è la stessa di Uomini, un film che in Italia ebbe il suo successo.

Poi torni a lavorare in Italia, con Silvio Soldini e Giuseppe Battiston, dopo Giorni e nuvole e Cosa voglio di più...
"Sì, ed è sempre una gioia rinforzare i legami, personali e artistici, con le persone. Poi ritrovo Beppe Battiston, e in qualche modo mi viene in mente che si sta formando – o riformando – una squadra". Il film è "Il comandante e la cicogna": Alba sarà Diana, giovane artista piena di idee e senza un soldo, mentre Valerio Mastandrea sarà Leo, idraulico con due figli da crescere. I due si incontrano nello studio di un avvocato, dove lui cerca aiuto per la figlia, diventata a sua insaputa protagonista di un filmato erotico su Internet. Ma anche questo, Alba non lo dice: "Non posso raccontare nulla sul film...". Ma qualche notizia, sul web, è già uscita. Prodotto da Lionello Cerri, il film – nonostante le vite difficili dei protagonisti – sarà, promette Soldini, un ritorno alla commedia.

Hai altri film in arrivo?
"Ho finito di girare l'opera prima di Francesco Lagi, un regista che mi aveva diretta in 4-4-2, il film a episodi prodotto da Paolo Virzì. Si chiama Missione di pace, e protagonista è Silvio Orlando. Racconta la relazione tra un padre e un figlio all'interno di una missione di pace in un paese imprecisato. Io sono uno dei soldati di quella missione. Abbiamo girato in Italia, ma vengono evocati i Balcani". Francesco Lagi, fiorentino, è da anni molto amico di Alba.

Ma è un film di guerra o un film sentimentale, o cosa?
"Nonostante l'ambientazione 'di guerra', è in realtà una commedia, con molti momenti surreali".

Da qualche tempo sei una delle attrici più richieste nel cinema italiano. Ti arriveranno decine di copioni. Che cosa ti porta a scegliere i ruoli?
"Non ho un metodo: è l'istinto che mi guida. Se riconosco una storia come necessaria per me, allora mi spingo ad esplorarla. Oppure, può essere lo sguardo del regista che mi porta a cercare di fare parte del progetto. Con certi registi, con il loro stile, posso voler intraprendere un percorso. Comunque, non riesco a capire razionalmente che cosa mi porta a fare certe scelte".

Tua sorella Alice ha debuttato alla regia con Corpo celeste, destando molto interesse. Come vivi il suo esordio e il suo successo?
"Con stupore, ma anche con la consapevolezza che l'artista di famiglia è lei! In fondo sapevo che Alice aveva un suo mondo espressivo, e che prima o poi lo avrebbe tirato fuori".

Ma non avete lavorato insieme nel film. Lo farete in futuro?
"Magari! Mi piacerebbe molto".

Qual è il vostro rapporto personale?
"Siamo due sorelle che si vogliono bene, che hanno litigato molto: perché in tutti i rapporti di grande amore ci sono anche grandi conflitti".

Che cosa è per te il mestiere dell'attore?
"Una ricerca continua, con dei momenti continui di dubbio".

A questo punto, un obiettivo professionale?
"Non ce l'ho. Vivo tutto per istinto".

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