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Fare cinema in Italia

I giovani registi italiani a Castiglioncello per la rassegna Parlare di Cinema.
di Roberta Montella

Paola Randi (54 anni) 21 marzo 1970, Milano (Italia) - Ariete. Regista del film Into Paradiso.

lunedì 20 giugno 2011 - Incontri

Sabato 18 giugno si è svolto il secondo ed ultimo incontro della rassegna Parlare di cinema a Castiglioncello, curata da Paolo Mereghetti. La bravissima Lella Costa ha prima letto alcuni brani, tratti dalle sceneggiature dei film Il Postino e C'eravamo tanto amati, in onore dell'autore scomparso Furio Scarpelli. Poi, sono saliti sul palco i veri protagonisti dell'incontro, ovvero i giovani cineasti che si sono distinti nella recente stagione cinematografica: Alice Rohrwacher, Paola Randi, Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo. Quattro ragazzi semplici, che non si danno arie da grandi star nonostante abbiamo raggiunto un discreto successo con le rispettive opere prime, due delle quali sono state presentate alla Mostra del Cinema di Venezia (Into Paradiso) e al Festival di Cannes (Corpo Celeste). Se ne stanno di fronte al pubblico senza pretese, con l'unico desiderio di parlare di loro stessi e delle loro opere. Scoprendo piccole verità che neanche si aspettavano.
Con il titolo "Esordire in Italia: esperienze a confronto", la discussione tratta vari temi, tra i quali la difficoltà di ricevere finanziamenti per un'opera prima, il coraggio che un esordiente deve possedere per riuscire ad imporre la propria storia, la volontà di criticare ciò che non funziona con uno sguardo diverso e anticonformista.
Mereghetti e Fofi cercano di scavare a fondo sull'identità di questo cinema giovane, che non si accontenta di facili guadagni utilizzando narrazioni stereotipate. Come infatti viene fuori dal dibattito, il punto che accomuna i registi è la capacità di scegliere temi attuali, che riguardano soprattutto la comunità italiana contemporanea, e di svilupparli in maniera originale. Viene citata anche la tv, nemica di un cinema che, da solo, prova a fare la differenza con qualità e rigore artistico. Paola Randi parla del suo film con ironia ed entusiasmo. Il racconto di un cittadino, straniero nella sua terra, e di un immigrato che non è nessuno fuori dalla propria patria, ha il solo scopo di ribaltare stereotipi ormai radicati nella società, confermandoli al tempo stesso come identità del nostro patrimonio comunitario.
Alice Rohrwacher si mostra più riservata, ma questo non le impedisce di affermare con decisione che il suo primo lungometraggio nasce per raccontare un microcosmo di ambiguità e contraddizioni. Nella Calabria dei nostri giorni, il viaggio di formazione della protagonista viene descritto attraverso i suoi occhi: lo sguardo innocente indaga sulla realtà circostante e osserva tutto ciò che lo colpisce.
Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico donano all'incontro ilarità e divertimento. Il film Boris porta la discussione sul piano della critica volta ai meccanismi che stanno dietro lo Spettacolo italiano. Entrambi chiamano il loro film "un road-movie da fermo", che fa ridere e pensare proprio nella misura in cui si rivela fortemente tragico. Si parla di personaggi reali, sicuramente caricaturali, ma che incarnano i vizi e i difetti di un mondo pronto a vendere se stesso pur di guadagnare visibilità.
Il pubblico presente, più che rivolgere domande agli ospiti, si complimenta per l'ottimo lavoro svolto. I registi apprezzano e ringraziano, affermando che la loro soddisfazione sta soprattutto nell'essere arrivati agli spettatori, nel bene o nel male.
L'incontro termina con una citazione che Fofi ricorda del celebre Cesare Zavattini: "Dopo la visione di un film, il pubblico deve tornare a casa con un filo di speranza". Sembra proprio che i giovani registi ce l'abbiano fatta.

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