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Nicholas Hoult, la Bestia di X-Men: L'inizio

L'intervista al giovane 'figlio' di Hugh Grant e Colin Firth.
di Robert Bernocchi

L'attore Nicholas Hoult vestirà i panni della Bestia in X-Men: L'inizio di Matthew Vaughn.
Nicholas Hoult (34 anni) 7 dicembre 1989, Wokingham (Gran Bretagna) - Sagittario. Interpreta Hank McCoy / Bestia nel film di Matthew Vaughn X-Men: L'inizio.

martedì 31 maggio 2011 - Incontri

In un panorama di ex ragazzi prodigio che non confermano le attese e che purtroppo finiscono male nella loro vita privata (Macauley Culkin, Haley Joel Osment e la lista potrebbe continuare), fa piacere vedere come Nicholas Hoult non stia affrontando nulla del genere. Sembra ieri che era poco più che bambino in About a Boy, mentre oggi ce lo ritroviamo nei panni di Hank McCoy, alias Bestia, nella nuova versione degli X-Men anni Sessanta, X-Men: L'inizio.

Com'è stato lavorare a un film del genere?
La prima cosa da capire è che il tuo lavoro rappresenta una piccola componente di tutto l’insieme, per cui tu fai poco, mentre molto di quello che finisce sullo schermo è legato agli effetti speciali. Insomma, non vedi quello che fai e magari ti ritrovi a dover recitare da solo, quindi non sai come andrà il film, ci sono tanti variabili che non puoi controllare e puoi solo fare del tuo meglio con la parte. Per questo, sono contento che la pellicola funzioni così bene. Inoltre, noi alla fine abbiamo girato su una spiaggia della Georgia, che rappresentava Cuba però in quel periodo era inverno e faceva molto freddo, quindi è stata dura! Comunque, quando ho letto la sceneggiatura, ho trovato eccitante il personaggio e ho accettato subito.

Il suo personaggio subisce una trasformazione nel film…
La sua trasformazione è fantastica, mi piace che avvenga tutto dal suo punto di vista, per cui gli spettatori riescano a comprendere il dolore che prova. Inoltre, c’è una grande suspense nella scena successiva in cui compare Bestia per la prima volta. Insomma, c’è una grande trasformazione fisica, che ha richiesto quattro ore di trucco, ma anche psicologica. In generale, lui nasconde le sue doti e fino all’incontro con Xavier non è consapevole che diverse persone sono in grado di capire la sua esperienza. Ha paura di ammettere la sua straordinaria situazione. Lui preferisce sempre trincerarsi dietro al ‘non chiedere, non dire’.

Come ha costruito il suo personaggio?
Ho letto la sceneggiatura e il fumetto, ponendo una grande attenzione sull’accento, perché ritenevo che ci fosse qualcosa di particolare nella sua voce. Mi ricordavo che in quel momento non era ancora un politico. Era importante rappresentare bene il suo rapporto con Mistica. Lei non deve sentirsi normale per essere bella e magari riesce a essere felice anche così, mentre Hank cerca un’altra strada. Si arrabbia molto per la sua trasformazione, in quel momento ci sono delle forti emozioni in gioco. In più lui è impegnato a salvare il mondo, quindi è già molto agitato. Tuttavia, il personaggio avrebbe dovuto risultare divertente, c’era bisogno di sottolineare il lato comico di Hank. È una sorta di inventore pazzo, un tipo molto intelligente, ma anche nervoso e rigido. Inoltre, credo che Hank e Xavier abbiano un rapporto molto interessante, qualcosa che potrebbe svilupparsi in futuro.

E il rapporto con i suoi coetanei sul set?
Era bello avere tutti quei giovani di tutto il mondo al lavoro, ce la siamo cavata bene e ci siamo divertiti molto, come dimostra la scena in cui facciamo festa. Tutti avevamo dei 'superpoteri' e un compito simile, quindi ci siamo aiutati a vicenda.

È vero che in Inghilterra la considerano una sorta di figlio ideale di Hugh Grant e Colin Firth?
No, non esageriamo! Semplicemente, un mio amico ha detto che sono il figlio di Hugh Grant e Colin Firth. É una faccenda divertente, ma non posso certo ritenerla un sentimento nazionale, è soltanto uno scherzo. Io magari cerco di prendere esempio da loro, anche se hanno fatto film diversi, è stato bello averli sul set e lavorarci insieme. Ma se devo citare un regista con cui mi piacerebbe molto collaborare, è Clint Eastwood. Tanti interpreti mi hanno detto che si lavora bene con lui.

Com'è andata avanti la sua carriera dopo l’esordio con About a Boy?
La cosa più importante per me è stata fare cose diverse al cinema dopo quella pellicola, cose che mi hanno consentito di prendere fiducia. Sono stato fortunato rispetto ai miei coetanei e ho dimostrato di essere cresciuto, fino ad arrivare a quel film magnifico che è A Single Man. Tom Ford conosceva bene il mio personaggio, per lui rappresentava qualcosa di personale. In più la pellicola poteva anche sfruttare la grande performance di Colin Firth. Qui Matthew ha svolto un ottimo lavoro, creando dei personaggi accattivanti e una storia affascinante. La cosa divertente è che in passato non ero stato scelto per lavorare in un film ambientato negli anni Sessanta perché dicevano che non sembravo una persona di quel periodo...e ora invece ne ho fatti ben due!

Come è il suo rapporto con Bryan Singer, con cui sta lavorando anche al nuovo film?
Sì, in effetti siamo impegnati con Jack the Giant Killer. É una fiaba, una versione alternativa di “Jack e il fagiolo magico”. La cosa bella è che in origine lui mi aveva parlato del progetto, ma io ero impegnato e mi sono limitato ad augurargli buona fortuna. Poi, quando mi sono liberato dell'altro impegno, ho fatto dei provini, è andata bene e sono stato scelto. In seguito, parteciperò a Mad Max, una bella sfida molto interessante. Sembra divertente ed è magnifico lavorare con George Miller, non mi perderei questa occasione per nulla al mondo.

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