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L'Amore fa male, visita sul set siciliano

Intervista alla regista esordiente Mirca Viola e al cast del film.
di Ornella Sgroi

Diane Fleri e Paolo Briguglia in una scena del film L'amore fa male.
Diane Fleri (40 anni) 13 luglio 1983, Quimper (Francia) - Cancro. Interpreta Antonia nel film di Mirca Viola L'amore fa male.

giovedì 19 maggio 2011 - Incontri

Esterno Notte. Catania. In una terrazza sul mare, a pochi passi dalla sabbia dorata della Plaja, sotto una splendida luna piena, un gruppo di parenti riunitisi dopo tanto tempo brinda allegro ad un’occasione speciale: l’imminente matrimonio di zio Tonino (Salvo Saitta). Al fianco del futuro sposo, un po’ attempato, i due nipoti. Saro, un simpatico ed istrionico David Coco, con un look improbabile da pantaloni di lino color salmone, camicia a righe viola e lilla, scarpe di tela bianche, e sua cugina Elisabetta, una magrissima Nicole Grimaudo in pantaloni di shantung di seta e maglia all’americana. Tra gli ospiti, anche una solare Diane Fleri con capello corto spettinato e Stefania Rocca, capelli lunghi biondi, minigonna e calze a rete, appartata ed un po’ annoiata come vuole il suo ruolo. E soprattutto come vuole la regista, Mirca Viola, al suo esordio dietro la macchina da presa, messa da parte la corona da Miss e il lavoro di attrice, circondata da una troupe che risponde ad ogni sua richiesta. Tra prove di scena e inquadrature, caffè e bicchieri di acqua o vino, mentre un vento freddo, insolito per la stagione, costringe gli attori ad avvolgersi in coperte colorate tra un ciak e l’altro.
È un lido balneare di Catania a fare da set per una scena significativa del film L'amore fa male, prima regia di Mirca Viola, autrice anche della sceneggiatura insieme a Cinzia Panzettini. Una commedia al femminile che vuole raccontare le tante sfaccettature dell’amore, attraverso la storia di tre giovani coppie che da Roma (dove è ambientata la prima parte della storia) si spostano in vacanza in Sicilia in occasione del matrimonio di un parente. E sarà proprio la Sicilia, con il suo mare e il suo sole, a fare da catalizzatore nelle relazioni – ben più complicate che in apparenza – tra Nicole Grimaudo e Stefano Dionisi, Diane Fleri e Paolo Briguglia, Stefania Rocca e l’uomo sposato che l’ha lasciata sola, rendendola una mina vagante pronta alla detonazione.


LA REGISTA

«È una storia ricca di colpi di scena che non si possono svelare, altrimenti renderemmo il film prevedibile» ci spiega Mirca Viola durante un cambio scena. «È una storia che parla d’amore, dal punto di vista di tre coppie che pensano di essere legate da sani sentimenti, sui quali invece scopriranno scomode verità».

Da dove è nata la spinta a scrivere per il cinema?
Mirca Viola: «Ci pensavo da tempo. Fare un film non è uno scherzo né un gioco ed andare sul set impreparati è impossibile. Certe cose devi conoscerle. Il lavoro che ho fatto fino ad ora, come attrice e non solo, mi è servito da gavetta e, in realtà, è sempre stato finalizzato ad un preciso obiettivo finale: arrivare a fare la regista».

Come sta andando questa prima esperienza sul set dietro la macchina da presa?
Mirca Viola: «È molto faticoso perchè senti addosso la responsabilità organizzativa e artistica. E sai che devi cercare di trasformare ciò che hai scritto in qualcosa di credibile che possa davvero emozionare lo spettatore».

Da cosa si è fatta guidare nella scelta del cast?
Mirca Viola: «Ho scelto delle attrici che stimo moltissimo e che sapevo avrebbero potuto darmi tanto sul set. Gli attori arricchiscono un film con le loro emozioni e, dato che il mio ruota intorno alle donne, le tre interpreti stanno dando molto di loro. Le sento coinvolte, emozionate. Sono molto soddisfatta».

Perchè la scelta di girare la seconda parte del film in Sicilia?
Mirca Viola: «È una regione bellissima con un temperamento forte e passionale. La passione è il centro del nostro film e la Sicilia rispecchia proprio la passionalità dei personaggi. E poi ci sono luoghi artistici e paesaggistici incantevoli, ogni angolo ha qualcosa da raccontare. La Sicilia è un valore aggiunto per il film».

Cosa le preme raccontare con questa opera prima?
Mirca Viola: «Che l’amore è un sentimento indispensabile, il più forte, quello che muove ogni cosa, e quando lo perdi ti fa soffrire moltissimo. In questo senso “l’amore fa male”. Quando lo perdi, non quando lo trovi».


LE PROTAGONISTE

E saranno proprio le protagoniste di questa commedia, che sulla carta sembra avere tutti i requisiti della commedia sentimentale, ad impararlo sulla propria pelle.
«È una storia interessante perchè racconta l’amore da un punto di vista diverso da quello adottato di solito nel cinema italiano. Un punto di vista femminile» racconta, entusiasta, Diane Fleri. «Quando ho letto la sceneggiatura ho sentito subito una penna diversa, lo sguardo di una donna che racconta l’amore in modo personale e vero, senza giudizi, al di là di ciò che è bene e ciò che è male. La vita, con tutti i suoi colori, senza etichette».

Cosa può dirci sul suo personaggio?
Diane Fleri: «Si tratta di un film corale e il mio è un personaggio diverso da quelli positivi, che “portano luce” nella vita degli altri, che interpreto di solito. È una donna verso cui ho provato tenerezza. Da una parte, con maturità vuole portare avanti la sua vita com’è, dall’altra sembra non guardare in faccia la realtà. È forte e fragile insieme, è molto vera. Una donna come spesso non viene raccontata. Lei non fa finta di niente, aspetta».

Cosa?
Diane Fleri: «Che la sua storia (con Paolo Briguglia, ndr) torni ad essere quella per cui ha sacrificato tutto. Sono molto contenta di fare parte di questo film. Non conoscevo Mirca Viola, ma il fatto che abbia partecipato alla scrittura mi ha permesso di conoscerla meglio. E poi sono circondata benissimo! Sono tutti amici, oltre che bravi attori. Il casting è stato un fortunato passaparola tra di noi e così ci siamo ritrovati tutti a lavorare con attori verso i quali abbiamo fiducia. C’è la giusta energia, anche con la troupe, che è sempre “sul pezzo”!».

«Della sceneggiatura mi ha colpito il fatto che siano tre donne le protagoniste» osserva Nicole Grimaudo, nel film in coppia con Stefano Dionisi. «Il che è raro in Italia, dove di solito le donne fanno solo da contorno alle vicessitudini degli uomini. Qui, al contrario, sono gli uomini a ruotare intorno alle loro donne e il punto di vista è tutto femminile».

Come sono queste donne e perchè a loro “l’amore fa male”?
Nicole Grimaudo: «Sono tre donne che devono rimettersi in gioco. Tre donne diverse, tutte alla ricerca della felicità, con lo stesso disagio dovuto alla paura di rimanere da sole. Ma capiranno che è un richio che bisogna correre, se si vuole essere felici davvero. Così si daranno una seconda possibilità e la troveranno qui in Sicilia, che nel film è proprio un luogo di gioia. A volte noi donne preferiamo far finta di non vedere ciò che ci accade. In questo senso “l’amore fa male”. Invece si devono prendere di petto le situazioni ed è questo il messaggio del film. Un messaggio importante che invita a mettersi in gioco».


UN PUNTO DI VISTA MASCHILE

Nel cast di questa commedia tutta al femminile, insieme a Stefano Dionisi e Paolo Briguglia, anche David Coco, presente solo nella seconda parte del film ambientata in Sicilia, nei panni di Saro, che l’attore descrive come «un quarantenne “disturbatore”, di belle speranze, che non si vuole accasare, sempre pronto a nuove avventure, con leggerezza e simpatia».

Si ritrova in questi panni?
David Coco: Guarda perplesso gli abiti di scena. «Beh, sono panni un po’ strani, molto colorati direi! (ride) Ma è senz’altro un personaggio divertente, a suo modo libero, aperto ad ogni occasione che gli capita».

Tutti hanno parlato di una commedia corale e femminile...
David Coco: «È vero. Offre un punto di vista femminile sui giochi di coppia e i movimenti sentimentali. Sono coppie che scoppiano per tanti e diversi motivi, ognuna con il proprio “privato”. E la Sicilia è un po’ mito in questo gioco, come luogo in cui tutto si rimette in ordine. Con questo viaggio, anche simbolico, i protagonisti troveranno la loro personale strada sentimentale».

In che modo “l’amore fa male”, secondo un uomo?
David Coco: «Il titolo è innovativo, perchè in un certo senso è un male di cui tutti abbiamo bisogno. Non possiamo farne a meno. E questo film è la conferma che l’amore continua ad essere sempre motivo di scrittura e di analisi. A parlare d’amore, alla fine, non si sbaglia mai».

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