All'ombra degli ombrelloni, seduti sulle sedie sdraio come d'estate, i cinefili del Far East hanno trovato il luogo ideale per chiacchierare di cinema. Crocevia di incontri e scontri intellettuali, l'atrio e il giardino del Teatro Nuovo rappresentano anche quest'anno l'ambiente ideale per trascorrere il tempo tra un film e l'altro: la pausa, il pranzo, il cineforum improvvisato messo in piedi per passione, una sigaretta e poi un altro giro, un altro film e si ricomincia. Chi vive il festival da accreditato è un tipo raro che, se potesse, metterebbe firma per vivere così tutta la vita, parlando di cinema e guardando film. Non per tutti è facile comprendere questa mania un po' folle, ma il micromondo del Far East, aperto all'oriente come poche altre manifestazioni culturali, è davvero una realtà a parte, vitale, ricca e stimolante. La giornata di ieri, tra le pareti coloratissime del teatro, ha accolto l'umorismo della Corea del Sud, declinato dai protagonisti di Cyrano Agency, un gruppo di attori sognatori che aspirano a diventare brillanti come James Bond, tanto da riuscire a conquistare la propria bella senza problemi. Una rivisitazione contemporanea della romantica storia di Cyrano de Bergerac, apprezzata dal pubblico a caccia di sentimentalismo e brio comico, ha trovato una curiosa corrispondenza nel film successivo, la commedia The Private Eyes dell'hongkongese Michael Hui (per l'occasione premiato con il novello Gelso d'Oro alla Carriera), dove la dissacrazione delle convenzioni sociali si è unita a esilaranti gag da manuale, che in molti hanno visto come le sorelle orientali della comicità raffinata di Peter Sellers. L'amore e la bellezza della natura hanno poi caratterizzato la prima serata, dove il maestro Zhang Yimou, con Under the Hawthorn Tree, ha raccontato una commovente relazione sentimentale vissuta durante la rivoluzione culturale cinese. E poi l'action fantasy campione di incassi in Corea del Sud, Haunters, dove il controllo ipnotico di un giovane mostro cittadino diventa una metafora delle classi più abiette dell'età contemporanea. Infine il pink Underwater Love, un divertissement originalissimo che ha riempito il teatro oltre la mezzanotte. Una 'cinefila' Festa del Lavoro, alternativa e multiculturale, che ha ospitato e raccontato tutto ciò che sta al di là dell'occidente.

L'atteso Nakashima Tetsuya
Amore impossibile come digestivo. Dopo una mattinata dedicata alla commedia degli anni Venti e Trenta e a quella più recente di Chicken and Duck Talk, dove un fast food ruba la clientela al ristorante più sporco e disastroso di Hong Kong, il primo pomeriggio di oggi offre la possibilità di emozionarsi a tempo di sussulti amorosi che rimandano a Romeo e Giulietta. Il film in questione, The Lightning Tree, non è altro che una bucolica rivisitazione dell'opera shakespeariana, dove le differenze di rango pesano sulla passione tra due amanti. Al melodramma in costume segue un rock'n'roll youth filippino, Rakenrol di Quark Henares, dove la musica non è quella commerciale in cui si fanno soldi e fama, ma un mondo indie dove la passione segue il corso del talento, nella speranza di riuscire a sfondare realizzando una musica malinconica ma ricca di vita e speranza. I registi Derek Tsang & Jimmy Wan invece, allieteranno la serata con un film a episodi che parla d'amore, Lover's Discourse, senza scadere nel patetismo più sdolcinato. Il film più atteso della giornata è senz'altro Confessions del giapponese Nakashima Tetsuya, un revenge drama dai toni aspri che continua il percorso artistico del regista (Kamikaze Girls e Memories of Matsuko!), finalizzato a rappresentare gli emarginati della società. Questa volta, nei panni della protagonista, un'insegnante che aspira a vendicarsi sugli studenti dopo la morte dell'adorata figlioletta. Sarà un gioco al massacro psicologico da cui lo spettatore non avrà scampo. Almeno fino allo scorrere dei titoli di coda.