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3D: la nuova (vecchia) frontiera del cinema

Invade anche la stampa nobile.
di Pino Farinotti

L'era del 3D
Victor Mature (Victor Maturi - Vittorio Maturi) 29 gennaio 1913, Louisville (Kentucky - USA) - 4 Agosto 1999, San Diego (California - USA). Interpreta Demetrius nel film di Henry Koster La tunica.

martedì 7 settembre 2010 - Focus

L'era del 3D
Decisamente siamo nell'era del 3D, la tridimensione. Un movimento forte, se non una rivoluzione. Sta nelle cose, sta nel cinema. L'evoluzione è naturalmente legittima, poi ci sono le conseguenze. A fianco del cammino culturale del cinema, chiamiamolo così: alludo ai grandi movimenti nelle varie epoche, i tedeschi dell'espressionismo, i francesi del fronte popolare, noi del realismo, e poi Hollywood eccetera, a fronte dei contenuti insomma ci sono stati i momenti delle invenzioni tecniche ed estetiche. Nel '27 il parlato col Cantante di Jazz, nel '36 il colore con Becky Sharp e Il sentiero del pino solitario. Nel '53 il cinemascope, con La tunica. C'è stato anche il tentativo, non riuscito, del cinerama; tutta la tecnologia dell'audio, e poi, naturalmente, il grande flusso, veloce, implacabile degli effetti speciali. Adesso è il momento del 3D. E si parte da un paradosso autentico: questo modernissimo sistema è in realtà più vecchio di tutti gli altri artifici messi in atto dal cinema, viene prima addirittura del parlato. I singoli tentativi rudimentali si perdono davvero nella notte… dell'inizio novecento.

Lumière
Ma una firma importante c'è già nei primi anni venti, ed è quella dei fratelli Lumière che lavorarono a una versione in tridimensione del loro storico titolo "Arrivo del treno alla stazione di La Ciotat". Un altro momento che avrebbe potuto essere decisivo sono gli anni cinquanta, ma il 3D rimase solo nella fase sperimentale. Nell'era recente si è passati dell'esperimento al mercato, solo questione di soldi. Le major e i cineasti leader hanno sposato l'investimento. Basta citare alcuni dei nomi che si sono mossi: Walt Disney, Warner, Lucas, Spielberg, e l'eroe assoluto, Cameron di Avatar. Alcuni dei titoli, ormai storici del 3D sono nella memoria popolare, anzi… adolescenziale del cinema: Viaggio al centro della terra, Bolt - Un eroe a quattro zampe, Up, Final Destination, e altri. Un altro dato decisivo, direi storicamente decisivo è questo: i primi tre incassi assoluti dell'ultima stagione, in Italia e non solo, sono Avatar (incasso italiano 60 milioni e mezzo), Alice in Wonderland (30 milioni e 370) L'era glaciale 3 – L'alba dei dinosauri (30 milioni). Sono tutti film in 3D. Un altro dato eloquente è quello di Natale a Beverly Hills, il "cinepanettone" che tradizionalmente sbanca il botteghino: è al quarto posto con meno di 21 milioni.

Arma
L'indicazione è dunque che il 3D è una vera arma impropria, anzi, nucleare, imbattibile da titoli "solo" convenzionali. Anche in questi giorni il campione di incassi è Shrek, un "cartone" in 3D. Mi rifaccio al concetto sopra espresso: "adolescenziale" è la parola chiave. A maggior ragione se si connette l'animazione col 3D. Fanno certo parte del momento culturale (virgolettato) del nostro tempo. Eccesso di artificio e di spettacolo, scarico di responsabilità dei cosiddetti contenuti alti, o semplicemente contenuti. L'utente medio è perfetto per questa offerta. La cifra spettacolare da godersi con gli occhialini è una forte franchigia rispetto all'impegno. È indubbio che gli stessi titoli proposti tradizionalmente, nelle normali dimensioni, avrebbero incassato di meno. C'è chi ha fatto dei calcoli arrivando a determinare il 30% come valore in più. E il 30% è casualmente anche il surplus di costo di produzione, così come è l'aumento del biglietto. Va detto che trattasi anche di moda, che nel tempo si assesterà il valore drammaturgico, chiamiamolo così, della storia, dello stile, dell'interpretazione eccetera.

Trucco
La prevalenza dell'artificio, del trucco nuovo a scapito della qualità accreditata mi piace omologarla, certo con piccolo paradosso, alla legge economica secondo la quale la cattiva moneta espelle dal mercato la moneta buona. Il trionfo di questa regola è più facilmente visibile nella televisione, dove i programmi del prime time hanno relegato i buoni programmi nelle fasce della notte. E allora occorre difendersi, anzi rincorrere. Nel numero di giovedì scorso il Corriere della sera nel suo magazine, "Speciale 7 3D" ha pubblicato sei copertine diverse in 3D, con occhialini allegati. La testata leader storica della stampa nobile ha dovuto inseguire una disciplina certo meno nobile, ma che detta il mercato.

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